THE FAREWELL - UNA BUGIA BUONA, UN'ODE ALL'AMORE SINCERO, PROFONDO, L'AMORE DI UNA FAMIGLIA UNITA

Un film che diverte, commuove e lascia a bocca aperta con il suo cortocircuito tra cinema e vita. Candidato a 2 Golden Globe e ora al cinema.

Giovanni Bogani, martedì 24 dicembre 2019 - Focus

Il tuo browser non supporta i video in HTML5.

Awkwafina (Nora Lum) (36 anni) 2 giugno 1988, New York City (New York - USA) - Gemelli. Interpreta Billi nel film di Lulu Wang The Farewell - Una bugia buona.

Vedi il film. Semplice, delicato, comico. Poi leggi un po’, e scopri che la regista, Lulu Wang, questa storia l’ha vissuta per davvero, quasi identica. A sua nonna, che viveva a Changchun, nel Nord Est della Cina, era stata diagnosticata una malattia poco clemente. Tutta la famiglia aveva deciso di nasconderle la diagnosi. E di organizzare un banchetto di nozze di due giovani parenti, come pretesto affinché ognuno potesse tornare lì, e salutare la matriarca. 
 

La storia vera di una bugia. Che Lulu Wang trasforma in un film che ha la sua forza nella semplicità del racconto. Racconta come se non ci fosse niente da nascondere, se non quella bugia attorno a cui è costruito tutto il film. Come se non ci fossero inquadrature vertiginose, ad effetto, da esibire: quasi tutte le inquadrature sono fisse, il loro ritmo mantenuto quieto. The Farewell sembra il film di un maestro orientale, versante giapponese però: Yasujiro Ozu.
Giovanni Bogani, MYmovies.it

Prima scena, New York. Una ragazza cinese cammina nel caos così cinematografico di New York. Ha il volto di Nora Lum, meglio conosciuta come Awkwafina, ex giornalista, rapper di successo, entrata prepotentemente nella top list del cinema con Ocean’s 8 e Crazy & Rich: The Farewell però lo ha girato prima, la regista la ha scelta solo per alcuni suoi video di rap. Adesso, “The Farewell” – un trionfo al Sundance – le è valso una nomination ai Golden Globes. 

Ma non divaghiamo: prima scena, la ragazza è al telefono con la nonna, parla in cinese mandarino. “Sì, certo che ce l’ho il cappello”. Non ce l’ha. È la prima bugia, la prima bugia “buona” del film. Ci saranno altre bugie: una borsa di studio non concessa, ma soprattutto: l’esito di quella radiografia ai polmoni della nonna. 

Viene in mente Roberto Benigni, e la bugia che tiene in piedi per tutto il film La vita è bella (guarda la video recensione), solo per non gettare nella disperazione suo figlio. Ecco, qui c’è una famiglia intera che fa la stessa cosa, volando in Cina col pretesto di un banchetto di nozze per un giovane cugino che si sposa. 

Il resto è pura commedia all’italiana in agrodolce. Un film che è un’ode all’amore – sincero, profondo – che sta sotto la superficie di una dissimulazione. E allora ecco Awkwafina arrivare in Cina, a Changchun – la regista ha girato negli stessi luoghi della vicenda reale – e vedere degli orrendi grattacieli cinesi giallastri e anonimi, peggio di ogni periferia ex sovietica che possa venire in mente. 

Eccola, lost in translation, abbracciare la nonna con una faccia che non dissimula un bel niente: ma la nonna non se ne accorge. Detto tra parentesi, ma neanche tanto: l’attrice che interpreta la nonna, Zhao Shuzhen, è meravigliosa. Occhiate, sorrisi, gesti semplici, una serenità, un senso di accoglienza della vita. E il feeling che si crea fra le due è percepibile, è il valore aggiunto del film. Awkwafina, che ha perduto la madre quando aveva quattro anni, è stata cresciuta dalla nonna. Certi sentimenti li ha ben presenti.

Tutto è punteggiato, però, di commedia. Nonna e nipote che parlano, mentre sullo sfondo i due promessi sposi, goffi e impacciati, posano sotto uno sfondo orrendamente kitsch, un improbabile cuore di cotone bianco nel cielo azzurro che ricorda – a noi italiani – la pubblicità della Lavazza di qualche anno fa. O tutta la famiglia che va insieme alla nonna al cimitero, un cimitero con le tombe tutte uguali, a omaggiare il nonno morto da tempo. Un parente gli lascia le sigarette sulla tomba, la nonna protesta: “Aveva smesso!”, e il parente: “E lascialo fumare, è morto!”. Ci fosse stato Totò, sarebbe entrato nel cast. 

Allo stesso modo, la nonna ricoverata in ospedale tenta di fare avvicinare il bel dottore giovane e bilingue alla nipote, single in modo evidentemente – per lei – preoccupante. 

Dialoghi semplici, sì. E i momenti migliori sono quelli senza parole. Una scena, bellissima, in cui Awkwafina si mette al pianoforte, suona, e a noi spettatori accade di comprendere tutto il dolore che prova, tutta l’esplosione dei suoi sentimenti. Quando leggi che la regista, Lulu Wang, ha anni di studio del pianoforte alle spalle, non ti stupisci più di tanto. 

E fra i cortocircuiti fra cinema e vita che questo film stringe, ce n’è uno che lascia a bocca aperta: nel ruolo della sorella della nonna, la prima che nasconde l’esito di quelle radiografie, Lulu Wang ha chiamato a recitare proprio la sorella di sua nonna nella vita reale, Hong Lu. “Ho un viso grasso, non sono un’attrice, ti rovino il film”, ha protestato lei. Alla fine Wang la ha convinta, e Hong Lu è perfetta. 

Due mondi, due modi di intendere la vita, di affrontare il dolore. Negli Stati Uniti, nascondere a un parente l’esito di un esame è illegale. In Cina, si ritiene che lo stress di una sentenza non possa che peggiorare la condizione di una persona. Il film, senza dire chi abbia ragione e chi torto, rivela una verità profonda: in America sei solo con la tua diagnosi, e per questo hai diritto di saperla, chiara e nitida. In Cina, ogni vita è parte di un tutto, la famiglia: ed è la famiglia, tutta insieme, a portare il peso di un dolore. In un mondo di individui, come l’America, questo è impensabile.  

In foto una scena del film The Farewell.
In foto una scena del film The Farewell.
In foto una scena del film The Farewell.
ALTRE NEWS CORRELATE
FOCUS
Pino Farinotti - sabato 1 giugno 2024
Con il suo Una vita difficile, del 1961, il regista con la complicità di Rodolfo Sonego alla sceneggiatura dà la migliore istantanea possibile di quegli anni, e di quell'Italia. Di Pino Farinotti. Vai all'articolo »
FOCUS
Pino Farinotti - mercoledì 29 maggio 2024
Costner, che a Cannes ha presentato il primo capitolo di Horizon - An American Saga, ha concentrato i temi maggiori del western classico. Di Pino Farinotti. Vai all'articolo » 
FOCUS
Paola Casella - domenica 19 maggio 2024
Roberto Minervini attinge per il suo racconto all’attuale divisione interna degli Stati Uniti. Presentato a Cannes e ora al cinema. Vai all'articolo »