BELLINGCAT: TRUTH IN A POST-TRUTH WORLD, UN QUADRO PUNTUALE DELLO STATO DELL'INFORMAZIONE OGGI

Un'indagine sul giornalismo che pone domande non più rimandabili. Presentato alla rassegna Mondovisioni. 

Raffaella Giancristofaro, lunedì 28 ottobre 2019 - Festival

17 luglio 2014: un aereo della Malaysia Airlines 17, colpito da un razzo, precipita in Ucraina facendo 298 vittime. Il governo russo accusa dell'azione l'esercito ucraino ma col passare del tempo emergono le prove che l'operazione è stata compiuta dalla 53ma brigata dell'esercito russo di stanza in Ucraina. A dare una svolta decisiva all'indagine è un gruppo di non giornalisti, ma esperti in nuove tecnologie, social media e web, raccoltisi spontaneamente attorno a Eliot Higgins e a Bellingcat, il sito da lui fondato nel 2014. Trentasei anni, inglese di Leicester, impiegato in cassa integrazione e appassionato da sempre di controinformazione e cultura digitale, Higgins definisce Bellingcat (da "belling the cat", mettere il campanello al gatto detto dai topi, metafora per l'atto di disinnescare una minaccia) un esempio di "open source journalism", o giornalismo partecipativo, che possa insegnare ad altri privati cittadini, a opera di quelli che già aderiscono, senza ricevere compenso e ciascuno secondo le proprie competenze, come orientarsi nel flusso di dati e immagini e fare le verifiche necessarie alla comprensione dei fatti, smentire fake news e alterazioni di immagini satellitari, tra le altre.

Oltre al caso del MH17, lo staff si interessa anche dell'avvelenamento dell'ex ufficiale russo Sergei Skripal e della figlia Yulia, avvenuto tramite agenti russi nel 2018 a Salisbury, e del caso di Mahmoud al-Werfalli, accusato di esecuzioni a Bengasi e ricercato dalla Corte Penale Internazionale dell'Aia, che si può considerare un altro personaggio della storia insieme al JIT, team investigativo internazionale che coordina gli investigatori di Australia, Belgio, Malesia, Olanda e Ucraina sull'inchiesta del MH17. Il metodo è quello del giornalismo classico, cambiano solo gli strumenti.

Il quadro del film è di continuo "invaso", come il display di uno smartphone, con tanto di notifiche sonore, dai messaggi che, tramite un social i collaboratori della rete Bellingcat si scambiano per aggiornarsi sui loro spostamenti fisici e sui progressi delle indagini.

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