FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI, UNA SFERZANTE E GROTTESCA SATIRA SOCIALE

Un'ambiziosa chiave horror per scoperchiare paure e intemperanze sociali. Da giovedì 24 ottobre al cinema.

Emanuele Sacchi, venerdì 18 ottobre 2019 - Recensioni

Grace, novella sposa, decide di rispettare una bizzarra tradizione della famiglia del neomarito Alex: la notte delle sue nozze, dovrà prendere parte a un gioco. Sfortunatamente, però, scoprirà che si tratta di una sorta di nascondino e che l'obiettivo è sacrificare un essere umano. Da qui, si troverà a lottare per la sua sopravvivenza fino all'alba.

L'ambizione e il virtuosismo narrativo sembrano sempre più connaturati all'horror contemporaneo, che non di rado si è dimostrato il genere più capace di scoperchiare paure e intemperanze sociali, come nel caso di Scappa - Get Out o dei film dell'astro nascente Ari Aster. Finché morte non ci separi gioca apparentemente un campionato diverso, basandosi su un impianto narrativo volutamente eccessivo e ingenuo.

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