UNA FAMIGLIA AL TAPPETO, UNA FINZIONE FOTOGRAFATA COME FOSSE REALE

Nel film con The Rock il wrestling diventa metafora per una fuga dalla realtà. Al cinema.

Alessandro Castellino, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema, mercoledì 7 agosto 2019 - Scrivere di Cinema

Il tuo browser non supporta i video in HTML5.

Dwayne Johnson (Dwayne Douglas Johnson ) (52 anni) 2 maggio 1972, Hayward (California - USA) - Toro. Interpreta Se stesso nel film di Stephen Merchant Una famiglia al tappeto.

Da un film con The Rock ci si aspetta sempre esuberanza, azione e nuda violenza: e anche in Una famiglia al tappeto non si può dire che manchino. Eppure, per quanto il wrestling possa apparire il baricentro del racconto, le botte (vere o false che siano) sono soltanto la linea di contorno di una narrazione ben più densa. Se alle basi della WWE (World Wrestling Entertainment) sta l'abilità di saper fingere per intrattenere senza spargimenti di sangue, la strada per arrivare al ring più prestigioso del mondo è costellata di psicodrammi tutti reali: e nella dialettica costante fra verità e simulazione si incastra perfettamente il meccanismo cinematografico, che è esso stesso finzione.

Non è un caso che la tecnologia sia ridotta all'osso e abbia l'esclusiva funzione di raccordo emozionale tra i personaggi: in un piano filmico in cui i protagonisti ballano sull'asse instabile dei sentimenti, non stupisce che il valore sull'asse della virtualità tenda costantemente allo zero.
Alessandro Castellino, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Paige, cimentandosi nella finzione - anche se forse sarebbe meglio parlare di sport "preparato" e non "finto" - del wrestling, vuole dimostrare di tenerci e di voler osare, di essere nata per scatenare l'inferno (i Motorhead cantano e sono cantanti a squarciagola: "show us you care, show us you dare... born to raise hell!). Lo stesso motivo che spinge Paige a combattere è quello di una sostanziale fuga dalla realtà, sebbene nella sua testa risuonino le parole "lo fai per la famiglia": è uno scontro perenne fra la dimensione contingente e quella di evasione, di astrazione, che inevitabilmente si compenetrano vicendevolmente. 

Una famiglia al tappeto si riconfigura come un film in cui coesistono gli opposti e l'assurdo diventa reale: se poi pensiamo che il tutto non è frutto di fantasia, bensì storia vera, allora anche una inglesissima, iper-borghese signora di Norwich come la mamma di Courtney può sbottonarsi ed esultare con imprecazioni che poco hanno a che fare con l'ethos moderato e perbenista che con poca indulgenza sembrava inquadrarla.

Non è facile per lo spettatore digerire gli sconvolgimenti della trama-vita, sebbene lì risieda l'effettiva forza dell'opera: la richiesta continua allo sguardo di soffermarsi non sulla meta, ma sulla sofferenza necessaria per raggiungerla, cosparsa di situazioni che spesso possono apparire contraddittorie. Il contrasto stesso emerge come nucleo obbligato dell'esistenza, e più si sbiadisce più la vita rischia di tendere al colore pallido del cielo britannico: un po' come succede ai capelli di Paige, che quando si rischiarano oscurano la sua natura e annebbiano le sue scelte.

In un film che urla l'importanza di essere se stessi, la wrestler deve avere i suoi (naturali) capelli neri, che gridino rabbia, e il viso sbiancato che annunci una purezza che nonostante tutto sussiste: curiosamente, ponendosi le due cose in apparente contraddizione.

ALTRE NEWS CORRELATE
SCRIVERE DI CINEMA
Sara Gelao, Vincitrice del Premio Scrivere di Cinema - martedì 12 gennaio 2021
David Fincher filma la dura lotta tra industria e ideologia. Disponibile su Netflix. Vai all’articolo »
SCRIVERE DI CINEMA
Lorenzo Gineprini, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema - martedì 12 gennaio 2021
Uno dei prodotti Netflix più visto dell’anno appena passato che gioca con il simbolismo, la storia e lo sport. Vai all’articolo »
SCRIVERE DI CINEMA
Leonardo Magnante, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema - martedì 15 dicembre 2020
Un percorso di formazione all’interno di una piccola comunità. Su Netflix. Vai all’articolo »