LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI, UN CULT GIRATO IN DUE GIORNI

Distribuito con molta fatica, il film trovò un successo inaspettato. E il 3D rese le interpretazioni ancora più memorabili.

Giancarlo Zappoli, giovedì 29 settembre 2016 - Televisione
In foto Jack Nicholson, tra i protagonisti de La piccola bottega degli orrori.

Quando parliamo di La piccola bottega degli orrori sappiamo di trovarci di fronte a un classico che è diventato tale benché non ne avesse le premesse. Basti pensare che Roger Corman lo girò in soli due giorni perché aveva a disposizione un set utilizzato per un altro film che però doveva essere smontato. La sceneggiatura di Charles B. Griffith fu sottoposta a numerose revisioni e la stesura definitiva portava il titolo "The Passionate People Eater".

Sono oltre 20 i film scelti da SKY per raccontare dall'8 al 16 ottobre - attraverso uno speciale canale tematico - la storia del cinema in 3D dei visionari e sperimentatori che in oltre 100 anni di storia hanno utilizzato il linguaggio narrativo e la tecnologia 3D per finalità cinematografiche differenti. Tra questi: Viaggio nel cinema in 3D (presentato alla 73. Mostra di Venezia), Il delitto perfetto, La piccola bottega degli orrori, Baciami Kate!, La maschera di cera, Amytiville, Il mostro della laguna nera, Terrore alla tredicesima ora e Top Gun.
Giancarlo Zappoli

C'era poi un altro motivo che spingeva il regista a girare in un tempo da record ed era il fatto che stavano cambiando le regole di ingaggio degli attori e lui voleva riuscire a realizzare il suo ultimo film low budget. Per ridurre i costi vennero 'scritturati' il padre dello sceneggiatore per il ruolo di un paziente del dentista e anche sua nonna che interpreta la madre ipocondriaca del protagonista. Nel film ha un ruolo anche il giovane Jack Nicholson (che aveva già lavorato con Corman come protagonista in The Cry Baby Killer) il quale però arrivò sul set essendo consapevole di essere, in questo caso, una seconda scelta.

Una scena di La piccola bottega degli orrori.
Una scena di La piccola bottega degli orrori.
Una scena di La piccola bottega degli orrori.

A tutto ciò va aggiunto che fu difficile trovare un distributore perché molti, ivi compresa l'American International Pictures (AIP) ritenevano che il film potesse essere letto sotto un'ottica antisemita a causa della caratterizzazione del proprietario della bottega di fiori Gravis Mushnick. Mel Welles, che interpretava il personaggio ed era ebreo, trovava invece che non ci fosse alcun motivo per pensare a una visione antisemita. Comunque l'ostracismo rimase e Corman dovette distribuire personalmente il film nove mesi dopo aver finito di montarlo.

Presentato fuori competizione a Cannes nel 1960 il film si avvantaggia di un passaparola dopo la proiezione in accoppiata con quello di Mario Bava La maschera del demonio. Così la vicenda del giovane e imbranato commesso di un fioraio che si trova sempre sull'orlo del licenziamento e che si salva grazie alle cure che dedica a una pianta molto carnivora raggiunse finalmente il grande pubblico che gli decretò immediatamente un successo inatteso.
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Che fosse così lo testimonia Jack Nicholson il quale ricorda di aver assistito a una proiezione in cui il dialogo si comprendeva a fatica a causa delle continue e rumorose risate del pubblico in sala e dichiara di aver provato anche un certo imbarazzo un po' perché aveva dimenticato che si trattasse di una commedia e anche perché non aveva, fino ad allora, mai ricevuto un'accoglienza così entusiastica. Il successo si è protratto nel tempo tanto da far diventare La piccola bottega degli orrori un musical, da favorirne un remake nel 1986 diretto da Frank Oz e una serie televisiva in animazione. La versione in 3D accentua le prestazioni di tutto il cast e, in particolare, quelle della pianta che si divora arti umani con grande soddisfazione.

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