Un action che accetta la sfida con la morte, riscrivendo audacemente il proprio linguaggio.
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A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ragion per cui Deckard Shaw, fratello dell'Owen ridotto in fin di vita da Dominic Toretto e dalla sua gang, è pronto a scatenare la sua sete di vendetta, avvalendosi delle tecniche di guerra e di guerriglia apprese lavorando per i servizi segreti britannici. La situazione sembra disperata finché la CIA non si offre di aiutare Toretto e i suoi, a condizione che questi recuperino Ramsey, uno hacker straordinario e dall'identità ignota, rapito da dei pericolosi terroristi.
Dal momento della scomparsa di Paul Walker, senza dimenticare le circostanze paradossali in cui questa è avvenuta, realtà e finzione hanno cominciato a mescolarsi. Il film sgombra il campo dagli equivoci, dimostrando, più che di essere influenzato dagli eventi extra-diegetici, di esserne dominato. Vince, anzi stravince, l'elemento extra-diegetico e il fatto rappresenta una novità sostanziale in chiave di completo superamento del postmoderno nel cinema action: il reale irrompe inarrestabile e scardina le regole della finzione. Grazie a un cast micidiale, che trova in Statham l'unico villain capace di competere credibilmente con colossi come Vin Diesel o The Rock e in Kurt Russell il depositario dell'action movie che fu, Fast & Furious 7 è pronto a benedire gli eccessi dell'era digitale per essere ricordato come inequivocabilmente unico.