HUMANS 2, COSA DEFINISCE L'UMANITÀ?

La serie fantascientifica torna a interrogarsi sull'anima delle macchine. Da oggi la seconda stagione su TIMvision.

Lorenza Negri, mercoledì 12 aprile 2017 - Focus
Gemma Chan (41 anni) 29 novembre 1982, Londra (Gran Bretagna) - Sagittario. Interpreta Anita nel film di Lewis Arnold, Samuel Donovan, China Moo-Young Humans.

Cosa distingue un essere umano da una sua creazione del tutto simile è materia d'indagine di Humans, serie fantascientifica nata dalla collaborazione tra l'americana AMC e la britannica Channel 4 e incentrata su una manciata di androidi senzienti. Nello show - che debutta con la seconda stagione su TIMvision dal 12 aprile - Mia, Niska, Max e Odi sono robot nel senso originariamente attribuito agli esseri artificiali di aspetto umanoide (androidi, per l'appunto) dallo scrittore ceco Karel Capek in "R.U.R. - Rossum's Universal Robots". In quest'opera teatrale del 1920 i robot sono costruiti per sostituire l'uomo nelle mansioni più umili e pesanti, in tutto e per tutto schiavi (il termine ceco ha la stessa radice del verbo che definisce il lavoro manuale). Nella prima stagione Mia, impiegata come governante, e Niska, assegnata alla prostituzione in un bordello, cercano di riunirsi ad altri "synth" dotati di coscienza; l'interazione con la prima, in particolare, aiuta la famiglia umana degli Hawkins a realizzare la misura degli abusi subiti da lei e dai suoi simili e a interrogarsi sull'eventualità che sia, a tutti gli effetti, una persona.

Humans, ispirato alla serie scandinava Real Humans, indaga cautamente su cosa definisca l'umanità: se sia un diritto di nascita o se l'autocoscienza, i ricordi e l'esperienza non contribuiscano a rendere umano chiunque li possegga, sebbene artificiale.
Lorenza Negri

Tematiche correlate - quali sono le alternative per una corretta integrazione, quali i meccanismi di reazione che informano gli umani nei confronti degli androidi, come si attribuiscono legalmente lo statuto di umanità e i diritti civili dei synth - saranno approfondite nella seconda stagione, quando gli esemplari autocoscienti si moltiplicheranno.
Nella puntate inedite, infatti, il campo di ricerca si allarga anche ad altre declinazioni postumane: oltre al caso - unico - di Leo, uomo con un corpo e un cervello parzialmente artificiali, sarà introdotta V, digitalizzazione senziente di una mente umana che esiste in forma di codice informatico (e solleva la questione, cara alla letteratura cyberpunk, della possibilità o meno di ritenere la propria umanità in mancanza di sensi - tatto, olfatto etc - e di un contatto col mondo attraverso di essi). Gli autori della serie Sam Vincent e Jon Brackley, a proposito dei nuovi episodi, hanno spiegato: "La differenza principale con la prima annata è che questa volta ci sono synth la cui coscienza è stata attivata da poco, mentre Mia e la sua famiglia sono già senzienti quando li incontriamo. Abbiamo deciso che questi avrebbero ricordato quanto accaduto loro quando non erano 'svegli', li abbiamo muniti della capacità di associare emozioni a esperienze passate". Con esiti che possono condurre a traumi devastanti.

In foto una scena della serie tv Humans.
In foto una scena della serie tv Humans.
In foto una scena della serie tv Humans.

Nella seconda stagione il programma che rende senzienti i synth porterà all'autocoscienza anche Hester, operaia di fabbrica che ha subito svariate sopraffazioni: "Finora la serie ha mostrato synth di natura positiva, come Mia e Max, cresciuti in un ambiente amorevole", ha spiegato la sua interprete Sonya Cassidy, "ma Hester ha vissuto in un luogo dove quelli come lei sono vessati e torturati, e la sua memoria non può sovrascrivere quei ricordi. È fortemente scossa, spaventata, ferita, arrabbiata, pertanto il suo atteggiamento nei confronti degli umani potrebbe essere diverso [rispetto a quello di Leo e co.]".

Il risveglio dei synth è destinato ad attirare l'attenzione dei pochi esseri umani in grado di capire cosa stia accadendo, tra cui un cinico e arrivista dirigente di una società tech interessato a monetizzare la scoperta.
Lorenza Negri

Tra i personaggi inediti della seconda annata di Humans, la scienziata americana Athena, incaricata di carpire il processo che conduce all'autocoscienza tramite il reverse engineering. È impersonata da Carrie-Anne Moss, attrice icona del cyberpunk (era la ribelle Trinity della saga cinematografica di Matrix), che ha anticipato: "Siamo già dipendenti della tecnologia odierna, chissà cosa potrebbe accadere se avessimo i synth a nostra disposizione...".
Se disporne ci renderebbe migliori (una società ideale dove l'uomo, liberato dalle incombenze quotidiane, potrebbe dedicarsi solo all'arte, all'esplorazione e alle scienze come in Star Trek) o peggiori (creature indolenti il cui benessere è fondato sullo sfruttamento di schiavi) è una domanda centrale nella prima stagione. Alla riflessione contribuiva il personaggio di Mia, creazione del professore Elster (il padre di Leo): "Lei è ingenua e, per alcuni versi, innocente. Si è affezionata alla sua famiglia umana e loro a lei" ha spiegato la sua interprete Gemma Chan circa il percorso evolutivo del personaggio, "Vuole continuare a vivere e provare nuove esperienze, e teme che il numero sempre più alto synth senzienti spingerà gli umani a percepirli come una minaccia. [...] La seconda stagione si avventura in territori oscuri, dove gli autori si concentrano sull'etica e su come si impara a distinguere tra Bene e Male. Se nella prima stagione gli spettatori possono aver simpatizzato per i synth [buoni], nella seconda scopriranno che ne esistono anche di moralmente ambigui".

Questa ambiguità complica la formulazione di un giudizio, perché i synth non sono più presentati solo come vittime. La possibilità che la ribellione di esseri fisicamente più forti e resilienti degli uomini possa condurre all'estinzione di questi ultimi diventa reale. In R.U.R. i rivoltosi sopraffanno i propri aguzzini e diventano simili a loro adottandone i difetti più deplorevoli, un'eventualità solo ventilata nella seconda stagione di Humans. Per Ivanno Jeremiah, interprete del synth Max (la bussola morale dello show, nonché migliore amico e custode di Leo), la serie in ultima istanza evoca il rischio per l'uomo di diventare obsoleto: "Sono spaventato a morte dalla velocità a cui avanzano le tecnologie" ha dichiarato, "[in pochi anni] siamo passati dai cellulari agli smartphone. Mi sono documentato e temo che stiamo volando troppo vicini al sole, tanto che quella tecnologia sviluppata per renderci la vita migliore ci si potrebbe rivoltare contro. [...] Non per malizia, ma anche solo per praticità." Humans, implicitamente, spinge gli spettatori a chiedersi anche se ce lo meritiamo o meno.

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