TONI ERDMANN, NON SOLTANTO IL RITRATTO DI UN RAPPORTO TRA PADRE E FIGLIA

Maren Ade affronta in chiave di commedia tutti gli elementi della socialità, della cultura e della politica contemporanea.

Roy Menarini, domenica 5 marzo 2017 - Focus

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Sandra Hüller (46 anni) 30 aprile 1978, Suhl (Germania) - Toro. Interpreta Ines nel film di Maren Ade Vi presento Toni Erdmann.

Uno dei motivi per cui Vi presento Toni Erdmann ottiene il plauso di qualsiasi spettatore si imbatta in questa strampalata e imprendibile commedia d'autore, è la quantità di spunti interpretativi che offre. Non è facile rispondere alla domanda: di che cosa parla Vi presento Toni Erdmann? Il film di Maren Ade parla ovviamente del rapporto complicato e lunatico tra un padre e una figlia, ma le modalità con le quali questa eterna sfida di affetto e dispetto viene messa in scena sono oltremodo interessanti. È come se, secondo la regista, attraverso il prisma di questo basilare luogo di elaborazione affettiva dell'essere umano si potessero osservare pressoché tutti gli elementi della socialità, della cultura e della politica contemporanea.
Pur giocato sul piano comico, e talvolta malinconico, Vi presento Toni Erdmann tocca elementi particolarmente sensibili, alcuni di chiaro stampo psicanalitico. La scelta del "gioco" - o quanto meno del continuo travestimento attraverso cui il padre si propone alla figlia, incapace di stabilire un contatto con lei nelle maniere più tradizionali - offre importanti schemi freudiani e junghiani di riferimento, ma soprattutto sembra seguire le tecniche del cosiddetto "psicodramma".

Vi presento Toni Erdmann è anche un viaggio dentro l'Europa che sta mutando, un film sul lavoro che rifiuta l'impianto docu-realista in stile Dardenne per aprire nuove, imprevedibili strade.
Roy Menarini

E se lo psicodramma inventato dal dottor J. L. Moreno negli anni Venti, citiamo, "è un metodo d'approccio psicologico che consente alla persona di esprimere, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività", il film di Ade pare proprio rappresentare una sorta di psicodramma improvvisato dal padre e trasportato di peso dentro il mondo del lavoro, senza che gli altri protagonisti ne siano consapevoli. Il gioco del padre diventa quindi una sorta di "reagente", poiché ci permette di osservare come i riti sociali e professionali, irreggimentati secondo i ruoli del capitalismo aziendale, altro non siano che psicodrammi anch'essi, anche se più pericolosi visto che mettono in gioco la vita e il posto di lavoro di molte persone. Quando Ines decide di spogliarsi definitivamente dei propri ruoli lavorativi, in senso letterale, il gruppo dei colleghi reagisce in maniera direttamente proporzionale: se il dress code richiesto dalla festa (anch'essa organizzata peraltro a scopi di strategia aziendale) è la nudità, tutti si presentano nudi in nome di un nuovo scenario di psicologia del team building. La celebre ed esilarante festa nudista altro non è che una delle più feroci critiche al capitalismo contemporaneo della cultura recente, molto più efficace di cento libelli politologici.

E psicanalitico è, naturalmente, anche il mascherone totemico (di origine bulgara) con cui il padre si ripresenta in scena, nella parte più toccante del film, ancora una volta basata sulla dimensione giocosa e folclorica dei nostri rapporti, pur sempre legati a elementi ancestrali anche quando la tecnologia e l'industrializzazione sembrano spegnere ogni elemento irrazionale e famigliare. Vi presento Toni Erdmann è anche un viaggio dentro l'Europa che sta mutando, un film sul lavoro che rifiuta l'impianto docu-realista in stile Dardenne per aprire nuove, imprevedibili strade. Il contatto più diretto è con il nuovo cinema rumeno, inevitabile modello vista l'ambientazione a Bucarest (e non è un caso che Ade ringrazi nei titoli di coda Corneliu Porumboiu), che in questi anni ha denunciato la spoliazione dell'est europeo attraverso drammi talvolta grotteschi e che rappresenta la delusione cocente di una generazione che aveva sperato di trovare nel post-comunismo l'avvenire democratico e solidale negato per decenni. Ridendo e scherzando, anzi giocando, Vi presento Toni Erdmann ci parla di tutto questo attraverso una commedia. Chapeau.

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