Il racconto del cinema del regista fatto di storie di lotta di classe, di paesaggio italiano, di liberazione femminile. Fuori Concorso a Venezia e stasera in prima visione TV su La7.
Molti aneddoti emergono dal documentario di Della Casa, che si riaggancia nel titolo allo slancio utopico dello slogan della Genova del G8: intendendo che quella in cui ha operato De Santis, instancabile animatore culturale, era un’Italia molto diversa dall’attuale per il cinema, sinceramente interessata a storie, di impegno e lavoro.
Storie di lotta di classe, di paesaggio italiano (dal titolo di un suo noto intervento critico), di liberazione femminile. I ricordi del regista, raccolti da Della Casa e Caterina Taricano, passano attraverso le parole affettuose dei suoi ex studenti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove “Peppe”, regista rispettoso del talento attoriale e creatore di primi piani femminili dall’illuminazione memorabile, insegnò recitazione.
Paolo Virzì lo chiama “il nostro John Ford”, per il tratto energico e sinceramente popolare del suo cinema, che racconta storie di donne e uomini comuni.