JEUNESSE (LE PRINTEMPS), CONDIZIONI DI LAVORO SCIOCCANTI RIBALTATI DALL'INCREDIBILE VITALITÀ DEI SUOI PROTAGONISTI

Un documentario fluviale sulla giungla dei laboratori tessili di Zhili. In concorso. 

Roberto Manassero, venerdì 19 maggio 2023 - Cannes Film Festival

Un documentario fluviale, a volte caotico, in cui l’apparente e quasi paradossale serenità dei protagonisti contrasta con i tempi, gli spazi e le modalità del lavoro. Fra i massimi documentaristi in attività, Wang Bing è entrato con Jeunesse (Le printemps) nella giungla di laboratori tessili di Zhili, dove si confeziona più dell’80% degli indumenti per bambini destinati al mercato cinese. Ciò che si vede nel film, soprattutto agli occhi dello spettatore occidentale, è scioccante: ritmi di lavoro rapidissimi, spazi ridotti al minimo, disordine, sporcizia, salari bassissimi, diritti azzerati.

A ribaltare la cupezza che grava sul film sono è però lo spirito vitale e forse salvifico dei lavoratori, ragazzi e ragazze stagionali di cui si conosce solamente il nome. Il ritratto collettivo che scorre volutamente in maniera indistinta, senza una vera e propria struttura, come se le immagini fossero i rough cut di un film ancora da girare.

I momenti migliori sono quelli in cui il film esce dalla logica del lavoro e della velocità e si incontra lo sguardo attento della finzione. O quanto meno, la capacità del cinema di giocare con la consapevolezza delle persone filmate, donando loro, nello spazio di un’inquadratura, quella bellezza e quella libertà negate dal lavoro.

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