Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak in un film corale che non sacrifica all'entertainment la complessità del racconto. Da oggi disponibile su Infinity Première.
Il tuo browser non supporta i video in HTML5.
Andrea è un neurochirurgo, Sofia un volto televisivo emergente. Sono sposati da parecchi anni, hanno due figli piccoli, e non ne possono più l'uno dell'altra. Li incontriamo durante la loro prima seduta di terapia di coppia, polarizzati sulle rispettive posizioni, incapaci di comprendere le reciproche difficoltà. Ci penserà il destino, e un esperimento scientifico mal riuscito, a far entrare Andrea nel corpo di Sofia e Sofia nel corpo di Andrea, con esiti ovviamente tragicomici. Riuscirà quello scambio a far capire ai due coniugi che cosa voglia dire affrontare la vita quotidiana nei panni dell'altro?
Prodotto da due piccoli ma lungimiranti produttori italiani, Matteo Rovere e Roberto Sessa, insieme alla divisione italiana di una major americana che si fa carico della distribuzione: pur nella necessaria sospensione dell'incredulità, la storia si preoccupa di conservare un fondo (anche doloroso) di verità e di generare spunti di riflessione sui ruoli di genere in modo meno didascalico e noioso di quanto non faccia il programma televisivo cui, nel film, partecipa Sofia. Non era facile inserirsi in un "sottogenere" già efficacemente esplorato oltreoceano senza sembrare imitativi e senza sfociare nel surreale o nel grottesco. Il film è un lavoro corale che non sacrifica all'accessibilità e all'entertainment la complessità del racconto e sceglie con grazia di non affondare il coltello nella dimensione farsesca offerta dal soggetto per concentrarsi sulla qualità umana dei due protagonisti (e dei loro interpreti), confezionando un prodotto da grande pubblico che non dimentica di essere anche una più che dignitosa prima prova d'autore.