A tredici anni dal primo capitolo, il sequel torna a divertire con tutti i protagonisti del film originale.
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Toula Portokalos e Ian Miller tremano all'idea che la loro adorata figlia adolescente, Paris, possa lasciare Chicago per frequentare l'università altrove. Mentre sperano che la loro piccola famiglia possa rimanere unita il più a lungo possibile, replicando senza volerlo i costumi della scomoda tribù d'origine di Toula, usa a presenziare in massa ogni piccolo evento e a discutere in gruppo ogni accadimento privato, una nuova urgenza si apre proprio sul fronte di mamma e papà Portokalos. Sembra, infatti, che Maria e Kostas non risultino legalmente sposati e Maria, stanca di decenni di bisticci, considera l'ipotesi di cogliere al balzo l'occasione.
Nia Vardalos, regista, sceneggiatrice e interprete, ha atteso tanto per essere sicura di avere tra le mani un copione che fosse all'altezza del primo riscontro. Il ventre ingordo della grecitudine, com'è qui ridicolizzata, con l'affetto di un'insider, brontola rumorosamente, ma è poi in grado di masticare e digerire ogni cosa, dal genero yankee al figlio gay, la fiera della stravaganza si rivela la più convenzionale delle rimpatriate e la fonte di vergogna è relegata all'apparenza (la "facciata" della casa).