Ambientato nei territori Comanche del 1719, il film gioca a carte scoperte e dà allo spettatore le stesse informazioni di cui dispone la sua protagonista. Mirabile anche il lavoro fatto per dare spazio e voce alla comunità dei nativi americani. Dal 5 agosto su Disney+. ABBONATI | SCOPRI IL FILM »
Prequel di Predator dall'ambientazione improbabile, Prey realizza un piccolo grande miracolo e riporta il franchise alla brutalità delle origini, in un racconto teso e asciutto.
Lo firma Dan Trachtenberg, già autore del migliore tra i capitoli dell'antologia sci-fi di J.J. Abrams: 10 Cloverfield Lane. Il Predator, come nel film originale, si svela pezzo a pezzo nel corso di Prey, ed è quindi una presenza spesso invisibile ma proprio per questo ancora più spaventosa. Anche il pubblico più appassionato alla saga di Predator avrà le sue sorprese da questo progressivo disvelamento, visto che si tratta di un precursore dell'alieno quello giunto sulla Terra due secoli e mezzo prima e affrontato da Schwarzenegger, dunque dotato di armi e armature a volte diverse. Prey dà così un senso alla propria ambientazione in secoli passati, rigenerando un poco di mistero intorno al celebre antagonista.
Naturalmente è un segno dei tempi che il film sia ambientato intorno a una comunità di nativi, la minoranza etnica americana per eccellenza, spesso bistrattata da Hollywood.