MADRES PARALELAS, RITRATTO GENETICO DI UNA NAZIONE DOVE TUTTO È IN MOVIMENTO, A PARTIRE DALLE EMOZIONI

La 78. Mostra di Venezia inaugura con quello che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Dal 28 ottobre al cinema.

Marzia Gandolfi, mercoledì 1 settembre 2021 - Recensioni

Con La voce umana, monologo di una donna respinta trasformato in una performance pop ed esplosiva, Pedro Almodóvar sperimentava il vuoto e svuotava la sua cassetta degli attrezzi. Un gesto liberatorio che gli permette oggi di ‘costruire’ altre cose, conservando tuttavia il suo universo, i suoi colori accesi, la pop art, gli affetti speciali.

Si muove qui lungo la sutura di una transizione (politica) ambigua e di un Paese mai davvero ricomposto. Senza rinunciare all’empatia prodigata ai suoi personaggi, a interessargli visibilmente è la nativa Spagna, a cui torna come da un esilio e che filma non più come territorio mentale, un sogno che impasta coi colori materia proustiana, ma come terra da scavare (letteralmente), riesumando i fantasmi della Guerra Civile.

Ritratto genetico di una nazione, Madres Paralelas è quello che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Nel suo cinema tutto è movimento, a cominciare dalle emozioni, un’azione ‘di dentro’. 
 

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