LA FILLE AU BRACELET, LA VITA DI UN'ADOLESCENTE SCORRE DAVANTI ALLA MACCHINA DA PRESA 

Rifiutando qualsiasi estetismo, il regista prova a comprendere l'abisso dell'essere umano. A Locarno 72. 

Marzia Gandolfi, giovedì 8 agosto 2019 - Recensioni

Lisa ha 18 anni e un braccialetto elettronico alla caviglia. Accusata due anni prima del presunto omicidio della sua migliore amica, attende il processo a casa dei genitori. Bruno e Céline la sostengono, interrogandosi ciascuno a suo modo sulla maniera migliore di fare fronte al dramma familiare. Bruno è un padre proattivo, Céline una madre bloccata davanti al destino della figlia. Un destino che si gioca in tribunale tra accuse e difese, confessioni e testimonianze che rivelano la sua vita intima e rendono difficile discernere la verità. Chi è veramente Lisa? Conosciamo veramente chi amiamo? Come capire che esiste sempre un'altra verità? In piedi davanti a un crimine che giura di non aver commesso, Lisa aspetta (forse) impassibile il giudizio della corte.

Se il titolo di un film è sempre un indizio, quello di Stéphane Demoustier rivela una suggestione artistica.

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