MARADONAPOLI, L’OMAGGIO AL CALCIATORE CHE HA CAMBIATO UNA CITTÀ

Apologia di un calciatore che è stato molto più di un campione. Da oggi disponibile su Infinity Première.

venerdì 27 ottobre 2017 - Infinity

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Nel 1984 il presidente del Napoli Ferlaino riesce miracolosamente a comprare il più grande giocatore del mondo e tra i più grandi di sempre, Diego Armando Maradona, non senza un piccolo espediente - agevolato da un impiegato non a caso napoletano - che gli permette di registrare l'acquisto un paio di giorni fuori tempo massimo. Un dettaglio che rende solo più fortuita, e dunque più magica, la storia dell'avvento del numero 10 nella città partenopea, che grazie a lui sarà insignita dei massimi trofei calcistici nazionali e troverà una fede che va ben oltre quella del pallone. Maradona infatti assurge immediatamente a figura mitica, icona scaramantica tra sacro e profano, con reliquie e cappelle votive, che riesce a trasformare una città piegata dalle difficoltà e da un terremoto ancora recente (del 1980) in una grande e unita comunità forte di un inesauribile ottimismo.

L'assunzione di Maradona "in cielo", al fianco di San Gennaro, è il tema dichiarato fin dal titolo di Maradonapoli di Alessio Maria Federici, un ritratto non del campione ma del suo prodigioso effetto sulla città e sulla sua gente. Disponibile dal 27 ottobre al 2 novembre sul servizio di streaming on demand Infinity, nell'ambito dell'iniziativa Infinity Première, senza costi aggiuntivi per gli abbonati.
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Attraverso una fitta rete di interviste, montate con ritmo a dire il vero fin troppo incessante, il documentario racconta l'influenza di Maradona sulla vite di persone dalle origini più disparate, comuni impiegati e commercianti, giornalisti, registi, ingegneri di robotica, preti, tatuatori, cuochi, pensionati e dottori. L'affetto si trasforma subito in una creatività produttiva, con la vendita di magliette, calze, vasi e l'ideazione di piatti e dolci ispirati al calciatore, tanto che la società incaricata di realizzare e commercializzare i gadget chiude i battenti ancora prima di partire, rendendosi conto che tutto il pensabile era già in circolo. C'è gente che ha tirato a campare con questo commercio e Maradona non l'ha mai ostacolato anche se era del tutto illecito e a lui non entrava in tasca una lira. In uno dei pochissimi materiali di repertorio inseriti nel film c'è un'intervista in cui il giocatore spiega di conoscere la miseria, perché arriva da una difficile città dell'Argentina, e di non volere che i ricchi si arricchiscano attraverso di lui ma di non avere nulla in contrario che i poveri traggano un po' profitto dalla sua immagine. I successi ottenuti sul campo appassionano al calcio anche chi non segue lo sport e le vittorie del Napoli sul resto d'Italia hanno il sapore dolcissimo di una troppo attesa rivalsa, tanto che al primo scudetto si racconta di una grande festa e di un funerale inscenato per le altre squadre. La passione per Maradona è tale che in occasione di Italia-Argentina ai mondiali tutti confessano, chi più chi meno volentieri, di aver tifato per la squadra straniera, o meglio per il Pibe de Oro, che in città prende anche il soprannome di Deus. I segni della sua venuta rimangono ancora oggi, con murales e reliquie (un capello miracoloso sotto vetro) che i turisti vengono a cercare, magari guidati da improvvisati cartelli stradali. E non si contano i bambini che sono stati chiamati Diego, né gli adulti che si sono tatuati il nome o il numero del giocatore, per non dire della caccia che i collezionisti fanno delle sue magliette indossate sul campo.

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