UN CONFINE INCERTO, UN FILM SULLA PEDOPORNOGRAFIA CHE NON FA SCONTI E NON SCONFINA MAI NEL SENSAZIONALISMO

Isabella Sandri affronta un tema sgradevole con la dovuta sensibilità e riproduce un mondo di ombre attraverso la luminosità di luoghi poco frequentati dal cinema italiano. Dal 10 marzo su #iorestoinSALA.

Paola Casella, venerdì 5 marzo 2021 - Recensioni

Sputo e Richi vivono insieme in un camper con cui si spostano attraverso il sud della Germania. Il giovane uomo, sedicente rappresentante di sementi, non è parente di Sputo, e la descrive sul suo blog come la sua ragazza: ma Sputo è una bambina, ed è stata sottratta da Richi alla sua famiglia ad Ortisei, anni prima. Milia Demetz è un'agente del Centro nazionale di contrasto della pedopornografia, e segue le tracce di Richi attraverso il web, in particolare i suoi contatti con un gruppo di pedofili interessato ai video che il giovane uomo gira con Sputo "protagonista". Sputo recita il ruolo che le impone Richi, pronto a nasconderla in un bagagliaio qualora le autorità si avvicinino al suo camper. Riuscirà Milia a ritrovare la bambina e a restituirla alla sua famiglia?

Un confine incerto è davvero interessante per molti motivi: il primo è la capacità di trattare il tema sgradevole della pedopornografia senza sconfinare (vedi il titolo del film) nel sensazionalismo, nel voyeurismo o nel melodramma; il secondo è quello di camminare (vedi sempre il titolo) lungo un confine labile, sia nel descrivere un mondo complicato in cui non tutto è allineato e conseguente, sia nel disegnare i ruoli centrali di Sputo e Richi, ma anche dei genitori di Sputo e della stessa Milia, che sembra una versione adulta della bambina scomparsa.


Isabella Sandri, autrice del soggetto e coautrice della sceneggiatura con il sodale di sempre Giuseppe M. Gaudino, nonché regista e condirettrice della fotografia (con Duccio Cimatti), mantiene saldamente al centro della vicenda la piccola Sputo, quando sarebbe stato facile farle condividere il ruolo di traino con Richi o Milia.

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