The mountain
Durata: 106 minuti
Stati Uniti, anni 50. Un giovane introverso si unisce a un famoso lobotomista che promuove una procedura non avallata dalla comunità scientifica. Durante le visite agli ospedali psichiatrici comincia a identificarsi con i pazienti.
75. Mostra del Cinema di Venezia - Concorso ufficiale
Tipologia: Film
Genere:
Canale:
America, anni '50. Andy è figlio di un pattinatore artistico che ha consegnato sua moglie ad una clinica per malattie mentali, impedendo al figlio qualunque contatto successivo con la madre. Quando il padre muore, Wally Fiennes, uno dei medici che avevano curato la madre di Andy, si presenta a casa del ragazzo e lo invita a seguirlo come fotografo e tuttofare di ospedale in ospedale, in tutti i luoghi dove Fiennes pratica la sua cura 'avveniristica' della malattia mentale: una combinazione di lobotomia ed elettroshock, praticati con strumenti rudimentali e una totale assenza di partecipazione emotiva.
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Commenti
Piero MiRa
Allucinante e realistica fotografia di ’desaparecidos’ della ferrea dittatura dell’omologazione della condotta, e di un loro pervicace torturatore...
no_data
lento ed ermetico
fucine
Film che non so se amare o odiare. Di certo non lascia indifferenti.
Paola Baroni
Un viaggio fisico ed onirico che parte dal ghiaccio (opprimente) di un palazzetto per approdare al ghiaccio (forse liberatorio, forse no) di una montagna, attraversando luoghi desolati e senza vita ed assistendo alla barbarie di pratiche cerebrali oltre il limite dell’umano. Un film di silenzi, di emozioni trattenute, di urla soffocate, di impressionante dolore fisico e psicologico. Un film freddo, immobile, catatonico, fastidioso, estremo. Ma anche un film coraggioso, che ci presenta un’America diversa da quella ritratta dalla propaganda ufficiale e, soprattutto, un’America invisibile agli occhi degli spettatori meno attenti.
Paola Masti
Troppo angosciante
Elisa fiengo
discreto film. un bel po’ lento e troppo sceneggiata e caratteriale la figura del padre della ragazza
Ospite
Film straordinario, che solleva numerosi interrogativi filosofici e ci mostra in maniera limpida quanto afferma Damasio nell’errore di Cartesio. L’impossibilità di dividere l’emozione dall’intelletto e ciò che viene affermato dalle neuroscience, cioè che “noi siamo il nostro cervello” sono alcuni degli abissi che spalanca la visione del film. Dal punto di vista cinematografico è come se Bruno Doumont avesse incontrato David Cronenberg.
no_data
un film pieno di amore inutile, che niente può seppure nella sua migliore accezione, a fronte della pazzia dell’umana specie
Ospite
Fotografia superlativa e buon ritmo narrativo aderente alla materia trattata ...
Giulio Base
Messa in scena raffinata e rigorosa con un uso molto particolare della color correction dove le tinte sono tutte sfumate e decolorate in un tono sabbia glaciale che pervade l’intero film e che lo rende indimenticabile.
stagista
Ricercato nelle atmosfere e nelle inquadrature, un pò debole nello sviluppo della storia. Fortemente lanthimosiano (una via malsana alla salute - Alps), finchè un Lavant troppo sopra le righe squilibra il film.
2.75 / 5