Banu

Regia: Tahmina Rafaella

2.97 /5

Paese, anno: Azerbaidzhan, Italia, Francia, Iran, 2022

Durata: 90 minuti

Sono gli ultimi giorni della seconda guerra del Nagorno-Karabakh. Nel corso dei disordini, una giovane donna a Baku, in Azerbaigian, combatte per la custodia di suo figlio: ha solo pochi giorni per trovare delle persone disposte a testimoniare a suo favore in tribunale.

TAHMINA RAFAELLA è un'attrice, sceneggiatrice, produttrice e regista dell’Azerbaijan con Banu è alla sua seconda opera dietro alla macchina da presa. Nel 2020 aveva diretto A Woman, storia di una giovane madre in lotta per trovare il suo posto a Baku, capitale dell’Azerbaijan, luogo pieno di contraddizioni, tra progresso e tradizioni secolari.

Tipologia: Film

Genere:

Dettagli

Mentre il secondo conflitto nel NagornoKarabakh infuria lontano da Baku, in Azerbaigian, Banu ha tre giorni per trovare qualcuno che la sostenga in tribunale contro il suo influente ex marito, Javid, che sta cercando di ottenere la piena custodia del figlio Ruslan sostenendo che soffre di disturbi psichiatrici. Banu intraprende un viaggio per trovare qualcuno che la aiuti in una società in cui l'attenzione di tutti è assorbita dalla guerra in corso.

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Commenti

no_data

la violenza della guerra e nei rapporti non ha confini

chiatib

E’ singolare come questo film, girato in tutt’altra situazione, ci parli di noi.

francesca

Uomini piccoli e vigliacchi ma forti con le donne Ancora troppo spesso le donne devono scegliere se essere libere o mamme, invece che entrambe le cose Bel film.

GIORGIO PARIS

Coinvolgente

susanna cremonesi

In quelle due battute sull’avvocato di lei c’è racchiuso tutto l’orrore di questi uomini piccoli uguali dappertutto e l’incapacità delle donne di liberarsene da subito. Bel film.

Silvana Pennella

Splendido Persone donne guerra

Elisabetta Favale

Il tema politico viene lasciato sullo sfondo, centrale è invece la maternità che è rappresentata in modo universale.

lapiccolamela

Un film purtroppo universale, amaro come la violenza custodita dalle donne e la guerra bramata dai nazionalismi

no_data

Molto interessante vedere l’ambientazione: una cultura sconosciuta dove il modello occidentale si ripete: una società ricca, benestante che guarda la guerra in TV e un’altra parte, povera, idealista che sacrifica e muore. Il cuore del film è sviluppato molt bene mentre la contestualizzazione è slegata, debole.

Paola Baroni

Amara riflessione sulla negazione della dignità femminile e sull’insensatezza della guerra in un mondo iperpatriarcale ed iperpatriottico che, in pieno terzo millennio, continua a trattare le donne, i figli e i territori come mera proprietà degli uomini.

Sara

Tema importantissimo, ma rappresentato come una fiction televisiva.

Antonio

qualche scelta registica non riuscita

Luigi Rinaldi

Come quasi tutti i film arabi c’è sempre una lotta tra una moglie e un marito con finale prevedibile. Una telenovela ambientata questa volta in Azbergiajan. Solo da vedere nei film festival. Buona la fotografia con una regia statica.

Davide Vallicelli

Bello.

Davide moretti

sicuramente un film su un’argomento delicato

ab

influenza di cinema iraniano

Thomas Buratti

ok

no_data

L’ultima scena è meravigliosa: le parole dell’inno, per una specie di eterogenesi dei fini, fanno odiare e ripudiare la guerra

aldolastella

Che orrenda peste il nazionalismo

gluca

Soprusi, egemonia del pensiero nazionalistico, lottare per riprendersi la propria vita e dignitá... Bravissima attrice per un buon film ( 3 stelle e mezzo)

Augusto Galli

Notevole l’intreccio fra le vicende private e le vicende della guerra. Amara la considerazione ora ho di nuovo una casa ma non ho più una famiglia Siamo nati per soffrire e facciamo di tutto perchè questo accada nel migliore dei modi!

Alexander 875

This film has a very tense ground, which, without any pathos, gives this film a strong, psychological charge for the audience. The influence of Asghar Farhadi is very felt.

alato66

Interessante sul piano antropologico, ma lo svolgimento è scialbo e senza pathos. Un’opera acerba.

Piero MiRa

In ogni tipo di conflitto (etnico o familiare) è sempre meglio perseguire una pace equa che una vittoria cruenta... Buona continuazione di Festival e saluti a tutti!

lunaliar

Difficile ma autentico, d’altronde accade anche nei nostri territori (vittime di guerra a parte).

darkglobe

Assai credibile il conflitto tra l’amore materno e la necessaria difesa della propria integrità femminile.

deliarighi

Un pasticcio, mescolare e confondere amore e guerra non va bene

scriptavolant

Raccontato con grande delicatezza Semplicità ProfonditàCinema stilisticamente puro

elena-savio

brava la protagonista, sagge decisioni di non scegliere la guerra in un contesto di guerra

mari66

bellissimo, donne coraggiose

Renato MANCINI

LA CONQUISTA DELLA PACE DI UNA MADRE E DI UNA NAZIONE ....

NINOCIM

Film realistico sui rapporti personali e familiari in un ambiente di guerra ove la libertà’ che va sempre difesa e ove bisogna lottare per i diritti civili e della persona

no_data

Una parabola abbastanza scontata dal retrogusto sovietico, vista da questa Venezia in Festival. Magari vista da Baku ha però un altro significato. Molto brava la protagonista

no_data

Molto clichè. Un po’ imbarazzante il parallelo tra privato e pubblico.

livia comandini

Intensa storia e ottima attrice

no_data

Bello

ingberg

3 e mezzo

dieter

nel giorno del cessate il fuoco tra azeri e armeni una donna ritrova la sua dignita’ e liberta’. Ottimo esordio.

Bruna Gasparini

bellissimo

Banu

Tahmina Rafaella | 90 minuti

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