The postman's white nights
Durata: 90 minuti
BELYE NOCHI POCHTALONA ALEKSEYA TRYPITSYNA
In un villaggio isolato dal resto del mondo, una comunità vive senza governo, servizi sociali o lavori e senza avere contatto con quello che c'è al di fuori.
ANDREJ KONCALOVSKIJ - I suoi esordi risalgono agli anni ’60, quando incontra alla scuola di cinema VCIK il regista Andrej Tarkovskij, col quale co-sceneggia il film Andrej Rublev (1966). Parallelamente si dedica alla regia con opere quali Il primo maestro (1965) e La felicità di Asja (1966). La svolta avviene nel 1971 con il pluripremiato Zio Vanja, che adatta da Čechov. Vince poi il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes con Siberiade (1979), in cui denuncia le condizioni di vita della popolazione in Siberia. Inizia poi a lavorare anche negli Stati Uniti, dirigendo Maria’s Lovers (1984), A 30 secondi dalla fine (1985), Duet for One (1986) e Tango & Cash (1989). Nel 2014 vince il Leone d’Argento per la Miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia con Le notti bianche del postino, premio che vincerà di nuovo due anni dopo per Paradise (2016).
Tipologia: Film
Genere:
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Il postino Lyokha è l'unico tramite tra il villaggio di Kenozero e il resto della civiltà. Oltre a recapitare la posta, aiuta i pochi abitanti rimasti nelle loro mansioni quotidiane.
Forse il vero film del ritorno a casa per Andrei Konchalovsky, dopo una parentesi hollywoodiana che lo portò a un cult indiscusso come A trenta secondi dalla fine. Come dopo un lungo immaginario esilio, Konchalovsky ritrova una Russia dissestata, divisa, smarrita, e sceglie l'esistenza iterativa e anacronistica di Kenozero, un villaggio sperduto nel remoto Nord, dalle parti di Arcangelo, per rappresentare al meglio questo stato d'animo. Ma non solo. Mescolando le carte tra documentario e finzione, il regista occulta agli attori le videocamere digitali e sceglie un cast composto quasi completamente da non professionisti (l'eccezione più significativa è costituita dal personaggio di Irina), che interpretano se stessi: il postino è l'effettivo postino del villaggio, così come il pescatore è il pescatore.
Winner Leone d'argento Festival di Venezia 2014
Commenti
Piero MiRa
Quadri variegati(dall’aratro tirato dal cavallo al missile) dalle remote campagne russe sul lago Kenozero(70 isole) nella regione di Arcangelo, dove il postino non suona neanche una volta...
Paola Baroni
La vita quotidiana di una piccola comunità rurale della Russia settentrionale, che si muove lentamente restando racchiusa in sé stessa e sospesa fuori dal tempo, mentre in una base missilistica non molto lontana ci si prepara ad esplorare l’infinito senza limiti. Ritratto affettuoso e malinconico per un mondo e un patrimonio di tradizioni, racconti e folklore destinati inesorabilmente a scomparire. Leone d’Argento di Venezia 71 per la Miglior Regia meritato.
Doinel 50
Un piccolo grande film su di un’umanità che sta sparendo.
Giamarul
Semplice, delicato, universale
crismari
vivere all’essenziale, noi occidentali non ne saremmo più capaci
Gio
cosa mi ha emozionato: la descrizione dei personaggi e degli ambienti, le inquadrature fisse sia del paesaggio che dei primi piani dei personaggi, la sceneggiatura con un ritmo mai banale.
Antonietta
immagini stupende in un film molto poetico
milena
<3
Giulio Base
A me piace sempre quando un grande regista che ha fatto anche film kolossal con star internazionali si rimette alla ricerca di qualcosa che ha a che vedere con l’inizio del proprio cammino, con la semplicità, con la sperimentazione.
no_data
un film sul niente,che dice tante cose
serenata
4 in tutto
serenata
magistrale l’isolamento del villaggio con sullo sfondo la conquista dello spazio
Rosanna Debenedittis
Mi ha incuriosito per metà film poi l’ho trovato un po ripetitivo e ne ho perso il senso, i sottotitoli spesso difficili a leggersi perchè bianchi su fondi chiari.
Giovanni Pistilli
L’immensità del territorio e la solitudine degli abitanti sono resi con efficacia
no_data
buono
Gianfranco Bianchi
Storie ben narrate di una comunità isolata che affronta le fatiche di una dura quotidianità con fatalismo e sopportazione . Una splendida Natura avvolge le loro storie. Gianfranco e Silvana
Lunatica
Bello. I sottotitoli, bianchi, con un carattere così sottile, senza bordo, sulle immagini chiare non si leggono.
mari66
colori e paesaggi stupendi. Vite spartane, ma piene di emozioni,personaggi profondi da ricordare
ingberg
Potente rappresentazione di un’umanità dolente, confinata in una comunità ristretta, ai limiti della civiltà, mentre la tecnologia spaziale pretende di colonizzare il cosmo!
bergman1963
uno sguardo malinconico, tenero e affettuoso su un Paese che va scomparendo...politico e filosofico insieme, struggente ed elegiaco...
no_data
Questo film ci ricorda che milioni di persone vivono così, vite semplici, periferiche, stralunate. Forse sono addirittura la maggioranza degli abitanti del pianeta. Bravo come sempre Koncalovskij.
leander
bella malinconia
3.57 / 5