Arirang
Kim Ki-duk, dopo una profonda crisi esistenziale, punta la camera verso se stesso per mostrare i suoi volti: il vittimista, l’inquisitore, l’osservatore disincantato.
Tipologia: Film
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Ritiratosi in una baracca in seguito a un trauma emotivo rimediato sul set di Dream, (nel corso delle riprese la protagonista ha rischiato di morire impiccata) l’ex stakanovista Kim Ki-duk (15 film in 13 anni netti) tenta di reagire al blocco creativo che lo attanaglia. Per dimostrare che è ancora un regista, gira un film in totale solitudine e assoluta economia di mezzi, puntando la videocamera contro se stesso e alzando il sipario sul suo teatrino interiore. Allo stesso tempo confessore, confesso e supervisore, Kim mette in scena i tre volti della propria interiorità: il vittimista piagnucoloso, l’inquisitore impietoso, l’osservatore disincantato. La camera, non usata con i normali schemi del documentario e dell’home movie, riprende lunghi e drammatici sfoghi del regista che giunge alla pessimistica conclusione che il nostro passaggio sulla terra non sia altro che una commistione di sadismo, masochismo e autoflagellazione. Vincitore della sezione Un Certain Regarda Cannes nel 2011.
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Commenti
Chiara Mucci
Ti abbiamo tanto amato
no_data
documentario testamento molto toccante, r.i.p.
non lo si può sentire cantare ma grande cuore
no_data
Un genio assoluto
Angela
Addio Kim KI-duk. RIP
Federico Molino
Uno splendido autoritratto di un autore scomparso troppo presto e di cui si sentirà la mancanza.
Manuela
Bellissimo ed emozionante film documentario. Grazie Maestro, che la terra ti sia lieve.
Natalia Poggi
Grazie per la visione di questo straordinario film Un lungo momento buio di questo grande e controverso regista coreano. Un diario intimo di rara bellezza e prezioso documento/testamento.
3.06 / 5