La teoria del tutto |
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Un film di James Marsh.
Con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson, Simon McBurney.
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Titolo originale The Theory of Everything.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 123 min.
- Gran Bretagna 2014.
- Universal Pictures
uscita giovedì 15 gennaio 2015.
MYMONETRO
La teoria del tutto ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un biopic sentimentale su una coppia straordinaria
di Jonathan PrestinariFeedback: 300 | altri commenti e recensioni di Jonathan Prestinari |
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giovedì 22 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Comincio col ringraziare tutti quelli che hanno massacrato questo film prima che io lo vedessi, perché è solo grazie a loro se ne sono rimasto così piacevolmente colpito. Le mie aspettative erano ormai piuttosto basse ed ero sicuro che avrei assistito ad un ridicolo filmetto di serie B. Invece, con mio sommo piacere, sono state disattese e mi sono ritrovato catapultato in un biopic sentimentale decisamente ben elaborato, a partire dal lavoro di Eddie Redmayne, che definirei "impressionante". La sua interpretazione / imitazione di Stephen Hawking sfiora la magnificenza, specialmente in virtù del fatto che è dovuto entrare in un personaggio molto delicato e ancora in vita. Una responsabilità non di poco conto per un giovane attore ancora non del tutto affermato. Ad accompagnarlo, una splendida performance di un'altrettanto splendida attrice: Felicity Jones, che, nel non facile ruolo della sig.ra Hawking, riesce a muoversi con assoluta dimestichezza e un tocco di eleganza. Ma voglio andare oltre le interpretazioni, elogiate più o meno da tutti e giustamente candidate all'ambita statuetta, e passare invece a quelle che sono state le due più diffuse critiche mosse al film: la fotografia e la sceneggiatura. Per quanto riguarda la prima, ci troviamo davanti ad una fotografia "eterea" e sfocata, a volte forse troppo luminosa che sì, magari non è proprio il massimo per gli occhi ma che, bisogna ammetterlo, non veste affatto male il film. Detto questo veniamo quindi all'altra grande critica: è stato scritto che la sceneggiatura (così come la regia) è di quelle furbette e da lacrima facile, studiate a tavolino per puntare all'Oscar, il che può anche essere vero se non fosse che, semplicemente, non c'era alternativa. Vorrei chiedere alle persone che hanno parlato di "eccessiva focalizzazione sulla malattia del protagonista e sul rapporto con la moglie", se prima di vedere il film hanno dato anche solo un'occhiata al titolo e al trailer. Probabilmente no, perché se l'avessero fatto si sarebbero accorte fin da subito che il sottotitolo è "The incredible story of Jane and Stephen Hawking" e che avrebbe raccontato, dunque, la malattia e la vita privata del professore e di sua moglie (che strano, eh!?). Mi piacerebbe anche chiedere loro se pensano sia stato facile per Stephen e Jane Hawking affrontare il costante aggravarsi della malattia giorno dopo giorno. Io non penso. Penso, anzi, che forse qualche pianto se lo sono fatto e che qualche pacca di incoraggiamento la sig.ra Hawking l'abbia data a suo marito. E allora perché non mostrarlo? Non sempre "scena strappalacrime" deve fare il paio con "scena furbetta", specialmente nel caso in cui si tratta di un biopic, dunque di un film non troppo soggetto ad interpretazione ma basato su figure reali (peraltro ancora in vita) con esperienze di vita drammaticamente reali, che vanno dunque riportate sullo schermo così come sono. Il punto è che ci risiamo. Siamo di nuovo davanti a quello che definirei un "Interstellar 2.0". E non mi riferisco ovviamente al film, ma a un determinato tipo di facili critiche da fisici da tastiera. Cosa vi aspettavate, vorrei chiedervi, un trattato di cosmologia e fisica quantistica? Per quello ci sono gli scritti di, tra gli altri, proprio Hawking e Kip Thorne (che ritrovate citato anche in questa pellicola), dunque andate in libreria e compratevene uno, ma lasciate stare il cinema, perché è abbastanza lampante che avete guardato il film dal punto di vista sbagliato.
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