Un'idea coraggiosa e affatto convenzionale per un'opera che è diventata nel tempo un manifesto dell’eterna lotta per diritti civili. Ora su TIMVISION.
Si può certo giocare sul titolo: analogia e contrario. Nascita di una nazione è un film del 1915, firmato da David Wark Griffith, considerato una delle maggiori espressioni del cinema di tutte le epoche, dove si racconta che a salvare la nazione dall’invasione e dall’integrazione dei “negri” non può essere che il Ku Klux Clan. Una visione non proprio nobile del sociale e della storia. Un’apologia del razzismo accreditata, assoluta, che non fa prigionieri. Ma allora: come mai quel film viene considerato un capolavoro in assoluto? Non dovrebbe pagare un tributo a un abbaglio così grande? La risposta c’è: al cinema non serve la verità, vale per la sua estetica, la regia, la potenza.
È ciò che lo differenzia da un grande romanzo, che invece ha il dovere del... non abbaglio. Il concetto può essere esteso ad altri monumenti, come Olympia e Potëmkin, entrambi apologetici di... abbagli.
La premessa per introdurre The Birth of a Nation (stesso titolo dunque) – Il risveglio di un popolo (2016) di cui Nate Parker, è il dominus, avendo firmato soggetto, sceneggiatura, regia ed essendo attore protagonista nei panni di Nat Turner, l’afroamericano a capo della rivolta degli schiavi scoppiata nella nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto del 1831.
Parker ha dunque coltivato il progetto fin dal 2009, ponendo le basi del soggetto, chiedendo la collaborazione di Jean McGianni Celestin, scrittore haitiano, e raccogliendo tutte le informazioni possibili.
La vicenda della Contea della Virginia era emersa a un corso di studi afroamericani dell’Università dell’Hoklaoma. L’autore non voleva commettere “abbagli”. E infatti il superclassico di Griffith è diventato un promemoria ironico ma certo evocativo, utile per il marketing e per Hollywood. La formazione di Nat, nato in schiavitù è fortunata, perché la proprietaria della piantagione e del bambino, accortasi della sua intelligenza eccezionale, invece di ostacolarlo, lo asseconda, gli insegna a leggere usando come strumento la bibbia.
Nat diventa un predicatore, assume potere evisione della cose. Si rende conto che per la nascita della nazione di colore, occorre fare un salto di qualità, drammatico, le parole devono lasciare spazio all’azione, alla violenza.
Coraggiosa l’idea di Turner, e affatto convenzionale. Il film è diventato un manifesto dell’eterna lotta per diritti civili.