“Don't Worry, He Won't Get Far on Foot”– è il titolo completo del film di Gus Van Sant - costituisce un pezzo di bravura dell’attore Joaquin Phoenix che con la sua interpretazione di John Callahan, il celebre vignettista rimasto paralizzato dopo un incidente automobilistico all'età di ventun’anni, si candida all’Oscar 2019 come migliore attore.
Tratto dalla biografia dello stesso Callahan, il film fa toccare con mano il problema delle dipendenze e del difficile percorso che alcune persone fanno per uscirne. C’è attorno a questi tutto un mondo fatto di solidarietà, di aiuti reciproci, di volontariato tra gli anonimi alcoolisti e persone che vi girano attorno. Ma c’è anche molta indifferenza, se non addirittura cattiveria, che nel film invece non viene mostrata.
Il protagonista oltre ad essere un etilista è anche paraplegico in seguito all’ incidente di auto in cui lui e il suo compagno di sbornia, avevano guidato completamente ubriachi. Presero in pieno un palo e Dexter, al volante, se la cavò miracolosamente con qualche graffio mentre John dovette passare un’odissea di interventi e riabilitazioni per riuscire a riacquistare l’uso della mano e del braccio destro. Ciò, più tardi, si rivelò fondamentale perché diventerà lo strumento di satira e di cinica comicità delle sue vignette dissacratorie.
Il film è risolto molto attraverso il montaggio: continui flashback e flashforward complessizzano la vicenda. John era nato nel 1951 a The Dalles, un piccolocentro abitato di circa 13.000 abitanti nella contea di Wasco dello Stato dell'Oregon, ed era stato adottato piccolissimo dauna famiglia di lì. Per John il non essere stato voluto dalla madre biologica è fonte di grande dolore che impara presto ad affogare nell’alcool.
Dopo lo spaventoso incidente John, in maniera graduale, riesce a trovare la forza di risollevarsi grazie all'aiuto del gruppo di alcolisti anonimi di cui entra a far parte, e in particolare di quello scelto come proprio tutor, Donnie – un hippie omosessuale interpretato da Jonah Hill- che riesce a dargli la forza di rimettere in sesto la propria esistenza.
Qui emerge un’altra parte di John, quella umoristica (un particolare humor nero), che appare nei suoi dialoghi e man mano nelle vignette che, con tratto tremolante, riusciva a tracciare a due mani. I soggetti – obiettivi del suo spirito tagliente – sono le stesse persone che lui frequenta: i diversamente abili, gli etilisti, gli omosessuali, le persone sovrappeso, i cattolici, i mendicanti, i politici. Si direbbe oggi uno humor “politically uncorrected”. Callagan sembra quasi stupirsi all’inizio del successo delle sue vignette ma, man mano che la notorietà avanza – tra apprezzamenti contraddittori – acquista consapevolezza e fiducia nella sua abilità che diventa, in tal modo, la sua vera ancora di salvezza. Rooney Mara interpreta Annu, l’hostess svedese di cui John s’innamora, presentata quasi più come una visione simbolica che una persona realistica.
Joaquin mostra una notevole trasformazione nel film: da ragazzo piuttosto antipatico all’inizio, diventerà una persona con personalità magnetica alla fine. Una trasformazione accompagnata dall’ottimo jazz di Danny Elman che ricorda un pò l’Eric Dolphy di quegli anni.
Gus Van Sant, nato a Louisville, Kentucky nel 19523, ha spesso trattato temi di personaggi border-line: uomini folli ma acutissimi, ingestibili ma geniali, basti citare due suoi film come “Will Hunting - Il genio ribelle” del 1997 e “Milk” del 2008 per i quali è stato candidato agli Oscar.
“Don't Worry, He Won't Get Far on Foot”è stato presentato al Sundance Film Festival 2018 e alla 68° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
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