Blue Jasmine |
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Un film di Woody Allen.
Con Alec Baldwin, Cate Blanchett, Louis C.K., Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay.
continua»
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 98 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 5 dicembre 2013.
MYMONETRO
Blue Jasmine
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un altra vittima dello Zio Sam :)di gianniquaresimaFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di gianniquaresima |
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mercoledì 23 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Allen criticato, Allen osannato, come Woody c’è solo Woody.
Non è possibile da parte di qualsiasi artista realizzare sempre cose belle, che ricevano cioè sempre degli ampi e numerosi consensi.
Nemmeno i grandi registi sfuggono a questa legge quasi empirica. Compreso Stanley Kubrick, il quale si impegnò per cercare e distruggere alcune sue opere prime, ( una su tutte Day of the fight, di cui addirittura si vergognava ! ). E’ difficile poi parlare male dei suoi successivi, che sembrano tutti o quasi allo stesso, enorme livello !
Allen no per To Rome With Love, Allen si per Jasmine.
Ma…….lo farà apposta ??
Chi ha un idea un po’ superficiale o provinciale del cinema vedendo 4-5 suoi film a caso pensa che “questo qui li fa tutti uguali”. Io e Annie, Manhattan, Hannah e le sue sorelle, Mariti e mogli per esempio, sempre le solite tematiche.
E pure questo penultimo Jasmine potrebbe finire in questo insieme.
Allen secondo me è grande perché parla si, più o meno e a grandi linee di certe tematiche, comuni in tanti suoi film. Ma lo fa sempre con una genuina freschezza, quasi impensabile per altri registi.
Ed in Italia abbiamo almeno due esempi che tentano di emulare questo suo straordinario talento, Avati e Verdone, ( ognuno poi sceglier saprà ! )
Allen grande drammaturgo ( Interiors ), Woody grande giullare ( Amore e guerra ), un film sullo scherzo ed un altro sulla tragedia, e a volte sul cinismo puro, ( Match Point, Harry a Pezzi, Crimini e Misfatti ). E Jasmine finisce male come deve, la Blanchett è davvero sublime.
Una metafora pure sulla crisi di questi ultimi due anni, e che di certo non è ancora finita. Allen che è fuggito dalla sua amata Grande Mela per sposare l’Europa che tanto ama, ( a partire da quel Bergman verso il quale prova, o provava, sempre il complesso di inferiorità ), torna in America.
Per fare un nuovo film sulle note contraddizioni e nefandezze del popolo Americano. Per evidenziare la fragilità di chi ha ancora in quella parte del mondo, i geni della ricerca della felicità attraverso solo il possesso delle cose.
Poche differenze certo, tra New York e San Francisco, città entrambe molto Europee. Ma pur sempre nel “novo-mondo”, in fondo Jasmine e la sorella non sono tanto diverse. Entrambe, ( da fedele tradizione Alleniana ) sono vittime di loro stesse, della fragilità emotiva e della stessa ingenuità che fa muovere spesso la gente tra analisti e psicofarmaci. Ma Jasmine è certamente più precaria della sorella, entrambe condannate da Wall Street e da un truffatore, ma la vita continua con certezza solo per la seconda che sa, accontentarsi. Jasmine invece, ( che rimprovera a lei la sua incapacità a trovarsi l’uomo “giusto” ), è la vera riconoscibile e spietata rappresentazione ( non solo metaforica ) della vittima della follia “American-Dream”. Alla fine per lei niente sfumature o sconti, o sei dentro o fuori, e chi l’ha ingannata e tradita ha già pagato l’estremo prezzo. Ed il film non può certo finire con la probabile telefonata del principe azzurro trovato nella baia, ma subito perso. Lo Zio Sam ha fatto ancora una volta il suo dovere, lasciando sulla panchina un altro dei suoi figli !
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