Un fantastico via vai |
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Un film di Leonardo Pieraccioni.
Con Leonardo Pieraccioni, Serena Autieri, Maurizio Battista, Marco Marzocca, Marianna Di Martino.
continua»
Commedia,
durata 95 min.
- Italia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 12 dicembre 2013.
MYMONETRO
Un fantastico via vai
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un fantastico Peter Pandi Marce84Feedback: 4633 | altri commenti e recensioni di Marce84 |
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sabato 4 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un fantastico via vai non delude le aspettative, anzi rappresenta l’ennesima conferma della bravura di Pieraccioni. Perché il regista toscano è un maestro di quel genere di commedia, in cui si mescolano risate, malinconia, sorrisi e leggerezza. Molti critici hanno notato che in quest’ultimo film Pieraccioni ha fatto un ulteriore passo verso la maturità. E’ vero, la storia d’amore che ha come protagonista principale lui con una figura femminile, spesso latina, non è più il filo conduttore della vicenda, ma già in “Io e Marylin” del 2009 Pieraccioni aveva cambiato registro, incentrando la trama del film su una crisi matrimoniale di un uomo di mezz’età con figlia annessa. Tuttavia, i risultati di quest’ultimo lavoro sono superiori: l’interpretazione risulta credibile, la storia strappa risate ed emoziona, perché gli attori sembrano molto coinvolti nella situazione rappresentata e ci mettono qualcosa di vero. Tutto ciò è anche merito di una sceneggiatura ben scritta dallo stesso regista e dalla new entry Paolo Genovese, già regista di Immaturi e del bellissimo Una famiglia perfetta. La parte che riesce meglio del film è l’empatia che si instaura tra lo spettatore e i 4 studenti inquilini, compreso l’inquilino più anziano: ci identifichiamo in loro, nei loro problemi, le loro difficoltà nell’affrontare la vita, le loro speranze, il loro modo di approcciare il mondo. Pieraccioni, seppur si possa ancora considerare il protagonista, si fa quasi da parte e lascia la scena principale a loro, ai ventenni di oggi. Sono loro, in buona parte del film, ad essere al centro. Questa può essere, a mio avviso, una diversità rispetto agli altri film in cui il regista toscano era anche il protagonista principale. Perché la storia dell’uomo di mezz’età in crisi esistenziale è solo un pretesto per parlare e riflettere sulla giovinezza, sul tempo che passa, anche dal punto di vista di un quarantenne che si trova, improvvisamente per gli scherzi del destino, ad essere catapultato a quell’epoca della vita. Anche se è passato qualche anno da Il Ciclone e Fuochi d’artificio, Pieraccioni è davvero abile a parlare a quel Peter Pan che è in ognuno di noi, a quella resistenza a voler crescere, al non rassegnarsi agli anni che passano e a vivere la crescita con una consapevolezza malinconica del tempo che passa.
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