Io vi troverò

La frase di lancio redatta, a onor del vero, era più incisiva: "Dedicato a tutte le mamme che giocano a fare le amiche con le figlie. Rovinandole". Evidentemente era troppo lunga e nel mondo moderno, è noto, si "prescrive" d'imperio, quasi ovunque, la brevità. Non ribadisco la trama, facilmente reperibile, né entro nel merito di quanto letto nell'unica recensione presente, per la quale basta ed avanza quanto si evince nell'istogramma del gradimento. Liam Neeson è uno dei più grandi attori in attività e in assoluto, capace di muoversi agevolmente in ogni contesto recitativo. In questo film, tra l'altro, ha dato prova della sua abilità nella pratica del "Brasilian Ju-Jitsu", che pratica sin da giovinetto. Pierre Morel, alla sua seconda prova come regista, ha dimostrato di avere numeri buoni anche dietro la macchina da presa. Essendo già note le sue eccellenti doti di Direttore della fotografia è facile aspettarsi da lui, in futuro, riscontri più che positivi. Al di là dell'ottimo impianto complessivo, comunque, ciò che mi preme evidenziare è il sottile e delicato rapporto che intercorre tra un padre (eroe, altro che antieore!) cui sono ben noti i "guasti senza confini" della società contemporanea, e la solita mamma stupidotta, che concede tutto alla figlia, con il solito ritornello della necessità di scoprire il mondo a proprie spese. Salvo poi impazzire quando ella è rapita dai criminali di turno e correre dal marito, ex agente segreto esperto di arti marziali, per gridargli: "Riportala da me". (E se il marito, come putroppo spesso accade nella realtà, fosse stato un semplice impiegato di banca o un commerciante, o qualsiasi altra cosa? Col cavolo che gliela riportava entro le 96 ore necessarie ad impedire che fosse venduta allo sceicco. Un film non deve necessariamente lanciare "un messaggio". Questo lo fa, non importa se con manifesta o subliminale volontà del regista. La cronaca di tutti i giorni, purtroppo, vede centinaia di giovani sacrificati sull'altare della permissività imperante, con le tragiche conseguenze che sconvolgono le famiglie, per sempre. Non tarpiamo le ali ai nostri figli, certo, ma adottiamo tutte le misure necessarie a tutelarli in modo adeguato. Due ragazze diciassettenni che viaggiano da sole, inevitabilmente, sono esposte a rischi molto forti. In gruppo, magari, con gli amici o i fidanzati di turno, opportunamente istruiti su ciò che può succedere, le cose sarebbero potuto andare diversamente e la vacanza concludersi in modo sereno. Anche perché non tutti hanno un papà eroe pronto a correre e a far fuori una ventina di criminali in meno di 96 ore. Sceicco compreso.