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"Il ragazzo del Pony Express"(Franco AMurri, scritto con il protagonista Jerry Calà, Cesare Frugoni, Stefano Sudrié, Marco Cavlaiere, da un soggetto di Carlo Cotti, 1986)è la storia di un ragazzo di umile famiglia, laureato a pieni voti, che si trova a fare il pony express dopo aver rubato la borsetta a una ragazza ricca che prima lo denuncia, poi se ne innamora e lo assume al servizio della sua ricca familgia. Poi malintesi e problemi, finché"amor vincit omnia"e finalmente il protagonista trova un lavoro adatto ai suoi studi e alle relative competenze raggiunte... Happy End, nel senso del ragazzo dapprima sfortunato, che solo dopo un certo tempo trova il lavoro adatto alle sue capacità e alle sue qualifiche, che passa per un invero "piccolo inferno"-ma il tutto è visto comicamente, come ovvio-, rischiando quasi la sodomizzazione per la partecipazione a un film porno. E naturalmente l'amore non può essere in seocndo piano, ma marcia"di conversa"con l'avanzamento di carriera. Francamente il tutto è decisamente banalotto e volgarotto, con pesnati allusioni anti-gay, francamente indegne di un paese civile, come si suol dire(a metà delgi anni 1980 certe conquiste civili si ritenevano raggiunte, invece un film come questo dimostra che non tutto è così semplice...), con allusioni sessuali sempre trattenute o meglio esplicite a livello verbale ma non sul piano delle scene che realmente si vedono(certamente per evitare divieti ai minori), con un'équipe che di per sé funziona(protagonista Jerry Calà, muishce di scene di Umberto Smaila, altro membro dei"Gatti di vicolo Miracoli", quasi a recuperare un team che sembrava proprio finito, dopo il trmaonto del sodalizio teatrale-cabaretistico). E' certamente uno dei film"cult"di Smaila e ne dimostra, volendo, una certa verve espressiva, abbastanza grososlana, decisamente insufficiente a livello di recitazione e interpretazione(chi scrive, all'inizio degli anni Duemila, l'ha visto recitare in una piccola pièce teatrlae e e conferma la sua complessiva "debolezza"attorale), , con una sceneggiatura"facile"che francamente non si capisce perché sia stata scritta da tante menti"convergenti"(ne bastavano due, ma...). Accanto a lui due donne, Isabella Ferrari, già lanciata nel mondo del cinema all'epoca e Emanuela Taschini, brava nella piccola parte di ex xompagna di università da sempre innamorata di lui, ma soprattutto un valido Alessandro Benvenuti, nel ruolo del"ragioniere", dove rimane un'impressione "curiosa"riguardo alla non valorizzazione dei dialetti(siamo a Roma caput mundi, anche molto descrittaa a livello turistico e di delineazione di percroso, non a casao il protaognista dapprima fa il"pony express", ma appunto a Roma convergono italiani di diverse regioni, come i protagonisti citati)e una sostanzilae"omologazioen"ormai marciante per non dire giò affermatasi, in quel periodo. Una commeidola da poco, che non presneta nessuna novità, non fa pare un passo avanti a un cinma italiano comico decisamente in crisi, già alll'epoca, una crisi confermata in seguito, anche con film"dello"stesso Jerry Calà. El Gato
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