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"tHId gIRL"(dAVID gREEN, 2008, INUTILE DIRLO, trattandosi di Poirot, DA aGATHA Christie, 2008)+ uuna riduzione TV dlela grande scrittrice britannica, nella quale David Suchet, poirot che ha appreso"il mestiere"da Peter Ustinov, con cui aveva lavorato negli anni 1980 da"gioane attore", recitando nel ruolo di uno scialbo ispettore di ScotlandYard(il che è sempre nella"holmesiana-conan-doyliana"Christie, che preferisce Poirot e Marple ai"togati"poliziotti di Stato, considerati degli inetti "impiegati"o quasi). Discreto, Suchet, anche se non arriva al"gigionismo"però molto efficace e"rituale"di Ustinov, il maestro. Complessivamente il tema della ragazza"disturbata"in quanto traumatizzata è efficace, anche considerando che in complesso all'epoca in cui Madame Agatha scriveva, non c'erano ancora Laing e Cooper, ma letti di contenzione, elettroshock e lobotomia, ossia la concezione meramente punitiva dlela psichiatria, anche nella trasposizione in TV-.movie, dato che Jemima Rooper rende da par suo la parte. In più stavolta il detective non scittore Poirot(a differneza della Marple, altro"fantastma"della Christie)si confronta, certo in posizione di superiorità(ci mancherebbe altro)con una scrittrice, per cui l'indagine s reduplica Certo poi i temi, oltre all'amore(ma non mancaa un accenno a simpatie filonaziste di un"finto spasi,mante"di una delle ragzze, simpatie che in effetti in GB all'epoca c'erano e non erano neppure trascurabili. Mosley essendo stato un pericoloso competitor politico, che solo Churchill aveva"messo in riga"), naturalmente c'è il porblema dell'eredità, dove gelosia amorosa e lotta per l'eredità(ossia lotta per la conqusita del partner o del capitale )sono le due molle per raggiungere lo scopo, commettendo un crimine, secondo variie interpretazionei, cui sostanzialmente madame Agatha dava credito. Non aggiungerei molto, salvo il fatto che tra , poniamo due decenni, sarà difficile riproporre i due ruoli classici della"poetica"della scrittirice, vista una certa carenza o almen debolezza di intepreti adeguati. Complessivamente, dunque, la sfida è vinta, se così vogliamo dir e David Green evita il rischio più grnade in questo caso, quello della routine, della riperizione seriale di tematiche e stilemi espressivi adatti ad esprimerle. Gli/le altri/e intepreti fanno il loro"merstierew"imperosnando il proprio ruolo, che è quello destinato(le sorelle un po'sul modello di quelle di Biancaneve, le demestiche intriganti etc.)dove non c'è invero moltissimo spazio per"divagazioni"che romperebbero il quadro del thriler poliziesco o meglio del poliziesco con venautre thriller, come probabilmente è iù gisuto definire tali prodotti. Decisamente qui siamo nell'abmito di un onesto artigianato che deve evitare ad ogni costo di ripetersi e di proporre sempre"la stessa canzone"e, quasi"miraoclosamente"(o meglio in quanto l'artigianato sa il fatto suo e lavora seriamente per evitare il rischio sempre presente)vi riesce come appunto in questo caso. El Gato
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