Tra il dramma e la commedia, questo"Never Say Goodbye"(1956, di Jerry Hopper e-anche se non figura nominativamente-e del grande Douglas Sirk)e non a caso dietro c'è Pirandello, con la sua pièce teatrale, anche se il traitement-screenplay di Bruce Manning e di altri(in 4, in tutto)ha decisamente cambiato le cose. Si tratta dell'ufficlae USA medico che ritrova la pianista e cantante tedesca, che aveva sposato nel 1945, da cui aveva avuto una figlia, ma da cui era stato separato dallla storia(era finita dietro la cortina di ferro, a Berlino Est)e la storia ha una netta coloritura drmamatica, che poi volge allo happy End nel finale, quando la bambina nata dalle relazione(bravissima, quasi"troppo perfetta")riconosce la madre da cui era stata superata pochissimo tempo dopo la nascita e accetta la situazione. UNa vera situazione drammatica, per quasi tutto il film, che poi ha un'"insperata"virata verso la commedia. Decisamente di Pirandello rimane la stiauzione di partenza, con l'agnizione finale, con l'accettazione dela"vecchia-nuova"situazione...Rock Hudson, il"fidanzato d'America"degli anni 1950(pur se aveva altre inclinazioni)e Cornell Borchers sono interpreti comunque bravi ed efficaci, rispetto al film come è stato pensato e realizzato, mentre rispetto alla pièce pirandelliana sarebbe decisamente fuori posto; c'è da dire, però, che la distanza tra il testo teatrale d'inizio secolo(1900, ovviamente)e la situazione politica creatasi nel Secondo DOpoguerra, con quella che continuiamo a chiamre"guerra fredda"non hanno praticamente più nessun rapporto, dato che l'evento storico della"cortina di ferro"è intervenuto ben dopo quanto succedeva nel 1919, quando, appena conclusa la Prima Guerra Mondiale, Pirandello scrive una pièce che comunque è intesa in un senso che al film è totalmente estraneo. Decisamente, "Never Say Good"riprende anche il tema del medico-.chiruro, ma la situazione di fondo è diversa e giustamente è divera quella"coloritura", quella connotazione di fondo che caratterizza il film, che quindi sarebbe da esaminare in sé, senza alcun riferimento al testo teatrlae da cui(come si è detto ormai molto liberamente)esso è tratto. Tra gli altri interpreti George Sanders e Ray Collins contribuiscono a creare un film che non rinuncia anche a qualche"tirades"contro il "comunismo oppressore"del revisionista Kruscev(è proprio l'anno del famoso XX°Congresso del PCUS, con tutta la destalinizzazione con tutto ciò che esso ha comportato e che naturalmente il fillm non può né vuole esaminare)e che si colloca in quel genere che , con interpreti simili(magari Doris Day come protagonista femminle, tenendo Hudson in quello maschile)ha prodotto varie opere comunque gradevli e anche degne di un ricordo e di un apprezzamento critico, certo purcHé le si collochi nello"spirito del tempo", con tutto quanto l'offerta dei producers made in USA poteva produrre e anche con le attese(la "domanda")del pubblico o meglio degli spettatori e delle spettatrici di quell'epcoa. Sembra un discroso"Passatista", mentre spero sia solo riuscito, brevemente, a caratterizzare quanto contraddistinuge lo specifico del film. El Gato
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