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"Brightburn"(2019, David Yarovesky)esprime lo spirito del tempo, abbastanza vago, indistinto, ma comunque carico di minacce inventate o reali. C'è sempre il superdotato cattivo, chi ne sa di più che è un perturbatore che rompe le scatole e fa anche di peggio, c'è sempre la minaccia che non si sa bene dove e come si sostanzi, c'è sempre(cpmuqne)chi minaccia e magari proviene dallo spazio o genericamente"from a other world"... negli anni 1950-inizio dei Sixties nella science fiction "gringa"gli"alieni"erano metafore dei "cattivi comunisti", russi o meno, spesso spie comuniste, ora, dopo la messa in soffitta del maccartismo(anhce perché URSS e affini non ci sono più...)il meccanismo si è un po'raffinato, ma rimane il sospetto per ciò che è o può essere, potenzialmente o in atto"antiamericanO"e allora la favola del bambino superdotato che arriva dallo spazio e viene adottato da una coppia che non può/non riesce ad avere figli(non ho mai capito questa mania di proliferare, ma è un problema personale, non voglio universalizzarlo), lo adotta con conseguenze disastrose , dove lui uccide con la forza degli occhi-del pernsiero, in modo invero un po'rozzo ma certo"convincente"per le catasrrofiche conseguenze indotte... Tecnicamente decisamente di buona qualità. dal punto di vista dei significati e della produzione di senso, abbastanza primitivo, con interpreti di"normale cabotaggio".... El Gato
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