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Senz'altro aveva un suo stile, Riccardo Pazzaglia(1926-2006), come dimostra questo"Separati in casa"(1986), film di impianto nettamente teatrale e rétro(peraltro Pazzaglia ha scritto e recitato molto per il teatro e per la TV sia con Arbore sia con De Crescenzo, pur avendo conseguito in origine un diploma in cinematografia presso il Centro Sperimentale di Roma e avendo diretto vari film, molto prima di questo), quello oscillante tra comicità non"eclatante"(ossia mai la battutaccia volgare, spesso neppure la battuta surreale, ma semmai la demisitificiazione del reale)e quella vena di malinconia che forse è anche tipicamente napoletana... A proposito della napoletaneità del regista-attore-autore-conduttore radiofofonico e TV non saprei dire molto, da non esperto del tema e incapace di capire la lingua, , salvo che essa sembra, in complesso, garbata, mai esibita in maniera violenta, mai"dirompente"e comunque invece sempre accompagnata da riflessione e, appunto, malinconia. Qui il tema(con Simona MarchinI, che p la moglie)è la separazione in casa, per questioni meramente caratteriali. Tema, volendo, abusato, ma, appunto, trattato con garbo. Un garbo che, francamente, altri esponenti della"napoletaneità", per quel poco che conosco, beninteso. non hanno o sembrano non avere...Dopo una certa crisi e dopo a rappresentazione dello stress, che comunque il"personaggio"(qui nel film, certo)Pazzaglia sembra avere e aver in complesso superato(ma è apparenza, è anche, appunto, quel simpatico garbo che lo caratterizzava, rispetto a chi grida forte...), tutto si ricompone o sembra almeno che sia così. Forse troppo garbato, il tutto, ma comunque non spiacevole...Per il resto, le sue canzoni, le canzoni che ama(Prevert-Kosma"Les feuilles mortes"in primis), le msucihe di una vita e il figlio Massimiliano nella parte del figlio, come il padre, appunto. El Gato
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