cristianm
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venerdì 31 agosto 2007
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camicia nera
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Camicia nera di Giovacchino Forzano: Realizzato con grandi mezzi in occasione del Decennale della marcia su Roma, "Camicia nera" (1933) è uno dei più significativi esempi di film-documentario dell'italia pre e fascista. Interpretato da "contadini della Maremma e uomini nati dal popolo di ogni regione d'Italia", ma anche da attori professionisti quali Enrico Mazzoni, Antonietta Mecale, Febo Mari e i piccoli Pino Locchi e Lamberto Patacconi, il film narra la storia di un fabbro chiamato alle armi nella Prima Guerra mondiale. E' ferito al fronte e perde la memoria. Ma dopo anni di ricovero in ospedale, la ritrova e torna finalmente in patria, scoprendo un paese cambiato in meglio grazie al fascismo e giusto in tempo per assistere all'inaugurazione della città di Littoria.
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Camicia nera di Giovacchino Forzano: Realizzato con grandi mezzi in occasione del Decennale della marcia su Roma, "Camicia nera" (1933) è uno dei più significativi esempi di film-documentario dell'italia pre e fascista. Interpretato da "contadini della Maremma e uomini nati dal popolo di ogni regione d'Italia", ma anche da attori professionisti quali Enrico Mazzoni, Antonietta Mecale, Febo Mari e i piccoli Pino Locchi e Lamberto Patacconi, il film narra la storia di un fabbro chiamato alle armi nella Prima Guerra mondiale. E' ferito al fronte e perde la memoria. Ma dopo anni di ricovero in ospedale, la ritrova e torna finalmente in patria, scoprendo un paese cambiato in meglio grazie al fascismo e giusto in tempo per assistere all'inaugurazione della città di Littoria. "Camicia nera" propone molti dei temi cari all'italia che fu': il nazionalismo, il patriottismo, il mito della Grande Guerra e della "vittoria mutilata", il reducismo e l'anticomunismo. Ma è anche una rappresentazione degli anni dello squadrismo e una rievocazione delle principali conquiste del regime: il risanamento della moneta, la lotta alla crisi economica e il ritrovato prestigio internazionale dell'Italia.
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gavirati
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giovedì 29 dicembre 2011
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rispettare la realta' storica
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Pur riconoscendo che si tratta di un film di una certa ingenuità espressiva (ma siamo nel 33 ed il cinema parlato in Italia esiste da solo quattro anni)si dimostra antesignano del neorealismo - usando anche, oltre agli attori già noti, personaggi presi direttamente dalla strada e girando quasi tutto all'aperto - fatto questo assolutamente innovativo in un periodo in cui si giravano in teatro di posa anche le scene di esterno - magnifico il campo lungo con fondale del grande albero durante l'andata della famiglia in municipio - magnifica la scena iniziale con il bufalo che si districa dalla palude - bellissime le locomotive convergenti di fronte - bellissima la rana che gracida isolata quasi a commentare la scena - gli episodi storici riferiti sono poi tutti assolutamente veritieri e, pensando al periodo in cui vengono raccontati, non particolarmente dotati di enfasi politica - persino Mussolini nella conclusione del film, espone e racconta i lavori del regime con comprensibile orgoglio di realizzatore ma senza prosopopea- da architetto posso poi aggiungere che gli edifici progettati sono notevolissimi, addirittura metafisici -sembrano presi da Carrà, da Savinio o De Chirico - sono felice di averlo visto - lo rivedrò.
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