alan lester
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domenica 12 ottobre 2014
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giarabub
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"Giarabub", un avamposto in mezzo al deserto della Cirenaica, è l'ambientazione esotica di un altro film propagandistico di Alessandrini che, dopo il successo di "Luciano Serra Pilota", si riconferma come il miglior rappresentante del cinema fascista italiano.
La storia di una valorosa e sanguinosa resistenza della legione italiana in Africa nel 1941 diviene il pretesto per raccontare ed esaltare il valore nazionalistico italiano. Sebbene l'intento patriottico sia secondario alla descrizione puramente individualistica dei personaggi che a tratti as sumono caratteristiche tipiche e colorite, negli intenti del regista c'è la volontà di mostrare sentimenti e passioni in maniera asciutta e poco formale con tutti i connotati oggettivi e documentaristici.
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"Giarabub", un avamposto in mezzo al deserto della Cirenaica, è l'ambientazione esotica di un altro film propagandistico di Alessandrini che, dopo il successo di "Luciano Serra Pilota", si riconferma come il miglior rappresentante del cinema fascista italiano.
La storia di una valorosa e sanguinosa resistenza della legione italiana in Africa nel 1941 diviene il pretesto per raccontare ed esaltare il valore nazionalistico italiano. Sebbene l'intento patriottico sia secondario alla descrizione puramente individualistica dei personaggi che a tratti as sumono caratteristiche tipiche e colorite, negli intenti del regista c'è la volontà di mostrare sentimenti e passioni in maniera asciutta e poco formale con tutti i connotati oggettivi e documentaristici. "Giarabub" è la storia di uomini che affrontano una battaglia interiore prima di quella bellica vera e proria.
Il maggiore Castagna interpretato da Carlo Ninchi a cui sta a cuore la sorte del suo reggimento e che non esita un istante a condannare una vile resa, appoggiato dall'ardore dei suoi soldati, ognuno rappresentante idiomatico di una parte d'Italia in cui il pubblico poteva riconoscersi. L'elemento di fragilità umana, dei bisogni, degli affetti dei cari, della nostalgia delle famiglie, dell'ossessivo ascolto dei bollettini radiofonici che si traduce nella cieca illusione di avere congedi temporanei, di una parola di conforto delle famiglie, il tutto nella piena consapevolezza di una fine che non poteva essere evitata per insufficienza di risorse e mezzi.
L'unica donna presente nel film è la prostituta Dolores interpretata da Doris Duranti, si rivela essere l'unico elemento che da una labile sfumatura ad una pellicola a metà tra il documentaristico e la propaganda patriottica; compare poche volte e inizia un percorso di cambiamento che si alimenta anche visivamente nelle forme e nei colori dei vestiti che di volta in volta indossa, fino a redimersi completamente quando fa da assistente ai feriti e indossa un camice bianco.
La fine è un epico tentativo di rivalsa, intrisa di patriottismo e solidarietà soprattutto nella scena in cui il maggiore vuole guardare negli occhi il valore dei suoi uomini tre minuti prima di alzare la bandiera italiana e consacrarsi ai posteri.
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il caimano
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domenica 10 febbraio 2008
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propagandistico ma interessante
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Il film è un tipico prodotto di propaganda bellica girato nel 1942, nel pieno infuriare della seconda guerra mondiale. Ambientato in un fortino occupato da italiani in Nord Africa, racconta la storia, o meglio le storie degli italiani che stoicamente resistono all'avanzare delle truppe nemiche (inglesi ed australiane). La trama generale (la mancanza di approvvigionamenti al campo in seguito all'intercettazione da parte nemica di un'autocolonna che avrebbe dovuto foraggiare di viveri e medicinali il campo) si infittisce di piccole storie: il Maggiore Castagna (Carlo Ninchi) è uomo di principi che addirittura rifiuta l'offerta di resa da parte del nemico, pur non avendo alcuna possibilità di vittoria, il Comandante Della Grande (Mario Ferrari) piange per il figlio eroicamente caduto in battaglia, il dottore, diventato ufficiale dell'esercito non perde la propria voglia di aiutare gli altri, la prostituta del luogo (Doris Duranti), si converte.
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Il film è un tipico prodotto di propaganda bellica girato nel 1942, nel pieno infuriare della seconda guerra mondiale. Ambientato in un fortino occupato da italiani in Nord Africa, racconta la storia, o meglio le storie degli italiani che stoicamente resistono all'avanzare delle truppe nemiche (inglesi ed australiane). La trama generale (la mancanza di approvvigionamenti al campo in seguito all'intercettazione da parte nemica di un'autocolonna che avrebbe dovuto foraggiare di viveri e medicinali il campo) si infittisce di piccole storie: il Maggiore Castagna (Carlo Ninchi) è uomo di principi che addirittura rifiuta l'offerta di resa da parte del nemico, pur non avendo alcuna possibilità di vittoria, il Comandante Della Grande (Mario Ferrari) piange per il figlio eroicamente caduto in battaglia, il dottore, diventato ufficiale dell'esercito non perde la propria voglia di aiutare gli altri, la prostituta del luogo (Doris Duranti), si converte....
Retorica a piene mani (e questa non è una novità), ma anche un accenno di ironia (nel personagio del maresciallo, credo interpretato da Carlo Romano), anche se lo sforzo di Alessandrini è tutto teso a dimostrare il valore ed il coraggio dei soldati italiani, disposti a tutto, anche alla morte per amor di patria e fedeltà verso il loro Comandante Castagna, un uomo duro, ma giusto e di grandissimo carisma. Alcune cose sono molto discutibili. Ad esempio tutti gli attori autoctoni sono nella migliore delle ipotesi sprovveduti, nella peggiore imbecilli, e gli italiani, portatori di "democrazia e civiltà" si dimostrano, nonostante tutto sempre buoni e magnanimi (magari solo un pò burberi, vedi il dottore che salva la "negretta"). Non si capisce perchè ridurre a lumicino la presenza di una fulgida Doris Duranti, una prostituta senza lavoro, che fa un totale di 4 apparizioni, cambiando 3 volte abito; il primo è un vestito a pois, il secondo a righe ondulate (tipo tigrato) il terzo addirittura un monacale soprabito biano (a simboleggiare il cambiamento) quando aiuta il dottore impegnato in un'operazione. E' un peccato perchè la sua presenza poteva dare molto di più in glamour e verita alla storia (che gli italiani non se la bombassero non ci crederebbe nessuno). C'è anche un giovanissimo ed irriconoscibile Alberto Sordi in una velocissima sequenza.
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