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Rassegna stampa di Pina Menichelli

Pina Menichelli (Giuseppina Menichelli) è un'attrice italiana, è nata il 10 gennaio 1890 a Castroreale (Italia) ed è morta il 29 agosto 1984 all'età di 94 anni a Milano (Italia).

VITTORIO MARTINELLI

Figlia d'arte - i suoi genitori erano attori dialettali siciliani - la giovane Pina Menichelli, dopo sei mesi di esperienze teatrali che non erano andate al di là di apparizioni sul palcoscenico per dire: «Il pranzo è servito», decide di dedicarsi al cinema.
Le porte della Cines si spalancano di fronte a questa bionda bellezza mediterranea che dal gennaio del 1913 a tutto il 1914, senza concedersi un attimo di riposo, interpreta da comprimaria o da protagonista una quarantina di film: Nino Oxilia la affianca a Ruggero Ruggeri in un epico film di guerra, Il sottomarino n.27 e in Papà, tratto da una commedia di De Flers e Caillavet; ancora con Ruggeri, ma stavolta è Genina a dirigerla, è Lulù, da Bertolazzi. Genina la utilizza ancora ne Il grido dell'innocenza e in Giovinezza che trionfa!, poi ne fa l'allucinata protagonista dei tenebrosi Misteri del castello di Monroe; Baldassarre Negroni la trasforma in una rubamariti in Zuma. Nino Martoglio la sceglie per il suo Romanzo, mentre Guazzoni, dopo il delicato Alma Mater, le riserva nel Cajus Julius Caesar la parte di Cleopatra, che in sede di montaggio verrà del tutto eliminata. Spicca tra questi titoli Scuola d'eroi, sempre di Guazzoni, un soggetto napoleonico dove la Menichelli è protagonista, nei panni di una tamburina che si immola per la patria. Ed è a questo punto che entra in scena Giovanni Pastrone; il patròn della torinese Itala racconta una storia, a proposito della Menichelli, che se certamente non è vera, dimostra però con evidenza come l'astuto «vigilatore di esecuzioni» abbia saputo anticipare formule dello star-system hollywoodiano di molti anni dopo: «Stavo osservando un po' insonnolito, una sera, nella sede torinese della Itala, la produzione dei concorrenti. Ad un tratto, in una pellicola napoleonica della Cines, qualcosa mi sorprese: una tamburina che, impavida, picchiava sul tamburo, guardando con fissità, contro le regole, nell'occhio di vetro della macchina da presa. Era poco più di una generica. Fermai la produzione, tagliai il fotogramma e lo inviai al mio corrispondente di Roma, con l'ordine di portarmi al più presto la sconosciuta». Proprio sconosciuta, poco più che generica, non poteva certo dirsi questa tamburina: Pina Menichelli era da tempo sulle copertine delle riviste cinematografiche e di Scuola d'eroi era la protagonista, presente continuamente negli oltre duemila metri del film. Comunque, a parte la dichiarazione di Pastrone, il passaggio alla Itala sarà per la Menichelli la sua vera «avventura cinematografica», quella che farà di lei, nel bene e nel male, uno dei personaggi-chiave del cinema muto italiano.

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