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Rassegna stampa di Jean-Claude Van Damme

Jean-Claude Van Damme (Jean-Claude Camille François Van Varenberg). Data di nascita 18 ottobre 1960 a Berchem-Sainte-Agathe (Belgio). Jean-Claude Van Damme ha oggi 63 anni ed è del segno zodiacale Bilancia.

DENNIS LIM
The New York Times

ON the phone the other day Jean-Claude Van Damme, the martial artist and action hero known in his heyday as the Muscles from Brussels, was sounding anxious and apologetic. He had canceled a trip to New York — missing a host of engagements, including an in-person interview with this writer — to remain in Bangkok, where he recently finished shooting a movie. And he wanted to make clear that he had a very good reason.
“I adopted seven dogs here, and one of them had a heart attack,” Mr. Van Damme said. “I’m sleeping with him every night at the clinic. If I leave him, he’s going to go back into a coma. He’s a very sensitive dog.” The others — all strays, some disabled (he built “a little wheelchair” for one of them) — have been sent to his home in Belgium.
It might be odd to think of Mr. Van Damme, a veteran of steroidal exploitation cinema and a virtuoso of the bone-crunching split kick, as an old softie, but it is also perfectly consistent with the image overhaul implicit in his latest vehicle, “JCVD,” which opened on Friday. Directed by the French filmmaker Mabrouk El Mechri, it allows its namesake to reveal new facets to his screen persona basically by playing himself. A jokey hall-of-mirrors movie with a melancholic streak, it stars Mr. Van Damme — who turned 48 last month and whose last film to open theatrically in the United States was the 1998 flop “Knock Off,” — as Jean-Claude Van Damme, a washed-up middle-aged movie star.

SIMONE BEDETTI, LORENZO DE LUCA

Cominciamo dal principio…
Nessun problema! Sono nato alla periferia di Bruxelles il 18 ottobre del 1960, nome di battesimo: Jean Claude Van Varenberg. Segno: Bilancia.
Figlio d'arte?
Non direi proprio: mio padre gestiva un negozio di fiori e in precedenza era stato tabaccaio, anche se nutriva e nutre tuttora una grande passione per il cinema. Ma i miei genitori non hanno avuto nulla a che fare con la mia scelta di diventare una star d'azione. Anzi! Ricordo che papà mi ripeteva spesso di non sognare a occhi aperti: come diavolo potevo io, un ragazzo belga, sperare di sfondare nel cinema?! Hollywood era così lontana e non parlavo nemmeno inglese.
Quanto è stato difficile per un tipo di belle speranze venuto dal Belgio ritagliarsi un posto al sole nel cinema americano?
Molto difficile! A Bruxelles, dove sono nato e cresciuto, ho studiato arti marziali, danza, pittura e musica classica, ma il mio interesse principale era irrobustire il fisico con dosi massicce di body building. Ero un bambino miope e con un fisico malaticcio. Tuttavia non potevo certo dar sfogo alla mia passione per il cinema rimanendo lì; così ho venduto tutto: la macchina, la casa, la palestra, che mi rendeva benissimo, e così via, ho messo il ricavato in banca (caso mai le cose mi fossero andate male col cinema potevo sempre tornare in Belgio e riaprirmi una palestra), e me ne sono andato in America, dove ho cominciato da zero nel senso più letterale del termine. Non avevo un'agenzia, un ufficio stampa, amicizie o semplici conoscenze che potessero servirmi come punto di avvio. Mi ero portato solo duemila dollari, con i quali andai avanti per anni.
Sembra la classica favola del poveraccio dotato solo di volontà…
Lo è stata, per me. Tra i lavori che ho svolto ci sono stati quelli di autista privato, buttafuori, tappezziere, insegnante di ballo e arti marziali. Certe volte, per placare i morsi della fame, mi riempivo lo stomaco d'acqua. Per qualche tempo feci anche il posteggiatore di un ristorante frequentato da gente del cinema, e quando me la passavo proprio male, dormivo dentro le macchine. Ricordo che lasciavo la mia foto col numero di telefono infilata nei tergicristalli delle automobili più importanti, sperando in una chiamata per un provino.
Ma se non sbaglio avevi già fatto qualcosa in Europa…
Prima di allora avevo avuto solo una particina in un film francese intitolato Rue Barbare, poi un'altra in un filmetto intitolato Monaco Forever, ma non potevo coltivare il mio sogno restando in Europa. Chiunque voglia davvero fare il grande cinema non può rimanersene a casa, deve andare a Hollywood, perché è lì che c'è il vero business. Comunque, il mio sogno è sempre stato quello di essere un attore, non solo di arti marziali. Al Pacino è per me un mito, darei qualsiasi cosa per lavorare con lui.

News

Regia di David Charhon. Un film con Jean-Claude Van Damme, Eric Judor, Miou-Miou, Patrick Timsit, Valérie...
Un action con colpi di scena e una trama di intrigo e vendetta internazionali. Disponibile da oggi su Infinity Premiere.
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