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Guido Stagnaro

Guido Stagnaro è un regista, è nato il 20 gennaio 1925 a Sestri Levante (Italia) ed è morto il 18 febbraio 2021 all'età di 96 anni a Milano (Italia).

Il padre di Topo Gigio

A cura di Maria Teresa Melodia

Maria Teresa Melodia, classe 1984, giornalista pubblicista, è autrice e curatrice della biografia autorizzata di prossima pubblicazione Guido Stagnaro. L'artigiano della tivù. Storia di un pioniere del piccolo schermo (Ugo Mursia Editore).
Il libro prende le mosse dal testo intitolato Una vita di favole a cura di Maria Teresa Melodia, una biografia scritta e divulgata in occasione del 42° Andersen Festival di Sestri Levante (28-31 maggio 2009). Di seguito il testo originale:

Stagnaro è il co-creatore di Topo Gigio, oltre che regista, attore, autore sia teatrale che televisivo e soprattutto fecondo scrittore e sceneggiatore di fiabe per bambini, che gli hanno conquistato più volte il Premio Nazionale di Regia Televisiva. Classe 1925, nativo di Sestri Levante e trapiantato a Milano, la sua carriera inizia quasi per caso, se non per gioco. Divertire i più piccoli è sempre stata la sua "missione". A lungo collaboratore della Rai, ha dedicato molti anni a servizio dei programmi della Tv dei ragazzi, ha scritto oltre trecento fiabe e famosi sono altri suoi personaggi quali il "Re Però" e "La Gallina Tric - Trac". È stato il testimonial d'eccezione del Premio H.C. Andersen per la fiaba inedita al 42° Andersen Festival di Sestri Levante, che ha animato le strade della cittadina ligure dal 28 al 31 Maggio 2009. A Sestri Levante Stagnaro ha presentato inoltre una versione breve di due dei suoi lavori più noti "Alice nel paese delle meraviglie" (con le scene di Emanuele Luzzati) e "Papà papà voglio anche io la luna". Una biografia romanzata dell'artista è attualmente in corso di preparazione.

Dal paese alla città: una svolta "Piccolissima"
Dopo il liceo classico a Chiavari, Stagnaro parte alla volta di Milano, dove con un amico prende una camera in affitto da un pittore e si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico, che però abbandonerà presto, "incapace" di domare il suo primo vero amore: il teatro. Gli anni a Milano (1946-47) segnano un periodo di apertura alla vita e grande vivacità culturale, nel quale Guido frequenta la Scuola dei Filodrammatici, non perde uno spettacolo nei vari teatri del capoluogo lombardo, senza disdegnare l'allora nota Birreria Cavour nella frequentata piazza omonima. Dopo una breve parentesi di studi a Firenze, Stagnaro ritorna a Chiavari, dove viveva la sua famiglia. Proprio dalla riviera prende il via la sua carriera col varo del "Piccolissimo": teatro in cantina, con sessanta posti a sedere sempre zeppi; un cabaret sul tipo dei Gobbi, in cui una cinquantina di pupazzi faceva le veci, riproducendoli, degli attori in carne ed ossa. C'erano Anna Magnani, la Vandissima, Beniamino Gigli, Josephine Baker, Chevalier e tanti altri. Un intelligente cabaret di una vivacità fantasiosa, costruito su di una scenografia in miniatura ed un'ironia dilagante, che fece dire a Carlo Maria Rietman, noto critico di quegli anni, "vorremmo che lo visitassero Villar e Picasso, Gianni Ratto e Salvador Dalì". E così nei primi anni '50 il "Piccolissimo" con relativa troupe emigra a Milano, dove ha tra gli spettatori Enzo Ferrieri, allora sulla cresta dell'onda, che se ne innamora, chiama Stagnaro (era appena sorto il primo studio TV in Corso Sempione) e lo presenta a Maria Perego e a Federico Caldura, i quali cercavano un collaboratore per allestire spettacoli con burattini in televisione. Nasce quindi il trio, con pochi soldi, ma con tanta voglia di fare, scrivere, creare. Caldura costruiva i pupazzi, la Perego li animava e Stagnaro inventava canzoni e "gags". Le prime soddisfazioni non si fecero attendere e i pupazzi aumentarono di numero.

Dal Crazy Show a "Piccole Storie"
Nel '54 Stagnaro dà vita assieme a Caldura, come autore e attore, ad uno spettacolo d'avanguardia. Si chiama "Crazy Show", per la regia di Alessandro Fersen, esperimento pionieristico di performance itineranti oltre le righe, caratterizzate da un surrealismo provocatorio; sotto luci giocose, con le musiche di Luciano Berio ed una rigorosa scenografia opera di Emanuele Luzzati, vanno in scena soubrette come la giovane Sandra Mondaini e l'allora Miss Italia Nives Zegna. Poco più tardi arriva dalla Rai la richiesta di improvvisare una fiaba. Stagnaro la scrive in una sera, tutta d'un fiato. Si chiama "La Principessa che voleva la luna" ( poi modificata per la messa in scena teatrale con il titolo "Papà, papà, anch'io voglio la luna") ed ancor oggi è semplicemente una bella favola, attuale e capace di far sognare, trasmettendo comunque dei valori sani e forti. Favola che venne poi messa in scena dal Piccolo Teatro di Milano ed in Germania venne rappresentata per tre - quattro anni di fila.

Cosa mi dici mai!
Dopo 62 fiabe scritte e sceneggiate per "Piccole Storie", rubrica della "Tv dei Ragazzi", in onda ogni mercoledì su RAI 1 per 10 mesi all'anno, arriva un'intuizione decisiva. Nel febbraio 1959 nel laboratorio creativo in cui gironzolava in cerca d'ispirazione, Stagnaro scorge, abbandonato in fondo ad uno scatolone, quel topo che Federico Caldura aveva costruito alcuni mesi prima per animare e doppiare in uno show musicale "La Sveglietta", la nota canzone di Modugno, interpretata dallo stesso autore a velocità accelerata. Stagnaro ha l'idea di farne un topo campagnolo, amante della gruviera, ingenuo, credulone e brontolone che esclama ad ogni panzana che gli raccontano: " cosa mi dici mai!"
La battuta è azzeccata. Per il nome del personaggio Stagnaro pensa ad un suo zio paterno, il capitano di lungo corso Gigio Stagnaro, di Sestri levante. Trovato il nome occorreva la voce. Il topo non aveva, fino a quel giorno mai parlato, ma solamente cantato solo con la voce di Modugno per due minuti, undici mesi prima. Ecco che Peppino Mazzullo si chiuse per cinque ore in un auditorio della Rai assieme al favolista sestrese, pensando a topi, cantine, stive delle navi, capitani di lungo corso. Quando i due uscirono, Topo Gigio era nato.
Maria Perego lo animò; Stagnaro, con le musiche, i testi, le battute gli diede quel caratterino che avrebbe scatenato l'entusiasmo dei bambini di mezzo mondo. Fu un successo strepitoso. Dall'Italia a Parigi e Londra, da Lima a Rio fino ad Hong Kong. Un susseguirsi di caroselli, film, fumetti, giocattoli. Oggi il personaggio di Topo Gigio ha attraversato tutto il mondo fino ad approdare al celebre Ed Sullivan Show di New York e continua a conquistare gli occhi stupiti del pubblico di tutte le età.

La gallina Tric Trac e la carriera da regista
Nel 1963 Stagnaro, dopo 350 fiabe rappresentate, decide di lasciare il trio, rinunciando anche ai diritti di paternità su Topo Gigio per dedicarsi alla TV ed al cinema per grandi, senza comunque frenare l'innata creatività che sfocia nelle fiabe della Gallina Tric Trac, in onda per il programma Rai "Piccole Storie". Successivamente Stagnaro passa alla regia di commedie ed alla sceneggiatura di film. Ecco La Betia del Ruzante con Nino Manfredi, ecco La Porta Sbagliata di Natalia Ginzburg, ecco Buon Viaggio Paolo con Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice. Di Guido Stagnaro è la regia della trasmissione Tv La mia morosa cara con Nanni Svampa,Lino Patruno e Franca Mazzola; Puzzle con Erika Blanc e Pino Colizzi, Le care mogli con Aldo Giuffrè, Marisa Fabbri e Carmen Scarpita, Diagnosi, commedia gialla con Gianni Garko eLucilla Morlacchi, Nel Mondo di Alice, prima trasmissione a colori dagli studi RAI di Milano e primo esempio di esperimento del cromachi, favola per adulti con un cast d'eccezione che vedeva Milena Vukotic, Franca Valeri, Ave Ninchi, Nora Ricci, Edmonda Aldini, Bruno Lauzi, Ricky Gianco, Duillio del Prete.
Senza dimenticare l'operetta "Il Conte di Lussemburgo" con le musiche di Franz Lehàr all'interno del Festival dell'Operetta di Trieste dell'estate del 1976. Seguono nella fine degli anni '70 per Antenna 3 Lombardia le regie curate da Stagnaro per il programma satirico-culturale "Aria di Mezzanotte"condotto da Enzo Tortora, poi sempre per la regia una serie di parodie del Quartetto Cetra e ancora la trasmissione "Ric&Gian Folies" che segnava il debutto televisivo di Edwige Fenech sulle reti Mediaset, e lo sceneggiato tv "I cinque del quinto piano", storie divertenti vissute da una tipica famiglia italiana di metà anni Ottanta ed ambientate interamente in un appartamento al quinto piano, con protagonista, tra gli altri, Gian Fabio Bosco del duo Ric&Gian. Una lunga storia che fa onore a Guido Stagnaro, oggi arrivato alle gioie della maturità, dopo una vita fatta di lavoro, di notti insonni, di fatiche condite con professionalità e talento.

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