L'isola
Hee-jin gestisce un hotel galleggiante, vendendo cibo e sesso. Quanto arriva il tormentato Hyun-shik e tra i due si creerà un forte legame tra tenerezze e crudeltà.
Tipologia: Film
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Dettagli
Un lago funge da resort per pescatori, con piccole casette sparse in mezzo all’acqua dove chi vuole può pescare, riflettere, giocare a carte, bere e magari pagare una prostituta. A gestire il luogo è Hee-jin che rifornisce di tutto i villeggianti. Un giorno al suo albergo si presenta Hyun-shik, un uomo in fuga dalla polizia che porta su di sé un fardello: ha ucciso la fidanzata e l’uomo con cui lo tradiva. Dopo averlo salvato dal suicidio Hee-jin inizia a interessarsi a Hyun-shik. L’isola, fu il primo film di Kim Ki-duk che sconquassò le masse facendo conoscere il regista alla platee mondiali. Partendo dall’abbraccio tra Eros e Thanatos, Kim tratteggia un amore veicolato dal dolore: gli amanti sono capaci di tenerezze e crudeltà perché solo così le loro "isole" di solitudine diventano una sola. Non si parlano mai, le parole non filtrano alcun sentimento: la loro carne è la tela sui cui scrivere un dialogo, la ferite e i lividi ne sono l'alfabeto. E non v’è desiderio più grande di quello del ferito per un’altra ferita.
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Commenti
no_data
Inquietante
Film che all’epoca fece scandalo(?) a Venezia..visto adesso un’opera contorta e affascinante come sempre il cinema del compianto kim-ki-duuk
Francesca Cedrone
C’è qualcosa di profondamente disturbante in questo film, e questa è una caratteristica che hanno in pochi, in genere i migliori.
Guarnieri
Non ho capito il finale!!!
Ospite
bravo kim
Daniela
Sicuramente ipnotizzante, pur essendo quasi un film muto. Devastante anche. Non per tutti.
Marco
Molto forte, crudo, enigmatico, originale. Protagonista ,coreografia e musiche su tutti .
duda gala
Sto ancora cercando di trovargli un senso a questo film
BabaJaga
Molto bello, anche se non so perchè mi sembra un connubio tra Lars Von Trier e Cannibal Holocaust... crudo, intenso, profondo.
Ernie
Chissà se Kim Ki Duk aveva visto Ornella Muti, in una famosa scena di un film italiano di tanti anni fa. Stesso gesto disperato e folle della protagonista. Certo, ormai inventare nuove scene è sempre più arduo e molti affermano che “tutto è stato già scritto” ma, in fondo, anche le note sono solo sette. Eppure, quanti milioni di combinazioni sono state già create e chi sa quante ancora ci aspettano. Però qui si intravede già il genio del regista, e la sua visione del dolore, come fonte di ogni nostro pensiero.
3.9 / 5