FALENA
Durata: 19 minuti
PHALÈNE
Due sorelle gemelle vivono in un mondo sospeso, eseguendo ogni gesto in perfetta sincronia, secondo la loro duplice ritualità.
Tipologia: Film
Canale:
Due gemelle vivono in un mondo sospeso, eseguendo ogni movimento in perfetta sincronia, secondo la loro duplice ritualità. La ripetizione dei gesti fonde le loro anime e i loro corpi dai tratti simili. Il dialogo di immagini e suoni spezza le dimensioni del tempo e dello spazio terreni. Le due sorelle cucinano, dormono, si lavano nelle loro stanze poco arredate: una candela per illuminare, uno sgabello di legno per sedersi, una pentola di rame per cucinare. Ambientazioni minimaliste immerse in un'atmosfera onirica talvolta rilassante, talvolta inquietante, con la magistrale attenzione estetica della fotografia che utilizza la luce naturale sia all'interno che all'esterno, con focolari, candele e raggi di sole che illuminano i tableux vivants. Le attrici, elegantemente scolpite, si muovono come modelle in attesa che i loro ritratti siano disegnati nelle lunghe riprese ipnotiche fatte di gesti meccanici e senso di alienazione, finché una presenza quasi invisibile non interrompe la loro routine.
Commenti
rossana pighi
buona la fotografia
Ospite
Une petite symphonie pour les yeux.
The Adrenalin Addict
Due gocce d'acqua che cadono dal letto una dopo l'altra, anzi, pardònne, che si alzano e si coricano l'una dopo l'altra. Si muovono quasi all'unisono, in quasi perfetta sincronia in ogni momento della giornata. Sono l'immagine allo specchio della donna, simbolo di amore, condivisione, cura dell'altro, umiltà di vita, silenzio, ritualità, sacralità del proprio corpo. Ne aggiungerei un'altra: oscurità. Perchè nella filosofia cinese il Taijitu è costituito dallo Yin e dallo Yang, dall'ombra e dalla luce, dalla donna e dall'uomo. E' tradizione che la donna coincida con la notte (e con la luce passiva della luna), l'uomo con il giorno (e l'energia attiva del sole). Ma qui non c'è spazio per l'uomo, perché la protagonista è la figura femminile in tutti i suoi aspetti tradizionali, come la religione (qualunque essa sia) vuole che sia. Ma c'è di più. La donna è anche acqua. Lo si può desumere da molti passi della Bibbia, per esempio, ma non solo. Per questo nel cortometraggio l'acqua non poteva mancare, direi addirittura che sovrabbonda. Fino a creare turbamento in qualcuno. Ma con la donna, per fortuna, si è sempre in due. C'è l'altra che capisce, che interviene al momento giusto per vincere la paura della sorella, per "medicarla". Nessuna parola, è sufficiente guardarsi in faccia per intendersi. Assieme vanno alla fonte del turbamento, scendono nelle "grotte dell'anima", fino a trovare l'acqua intravista nel sogno. Non era un sogno, era una visione. Perchè quella fonte esiste davvero, ma insieme tutto diventa una sola cosa, non più motivo di divisione, ma motivo di immedesimazione, di simbiosi con la natura. D'altronde non è certamente una goccia sola a fare l'oceano... Complimenti! In venti minuti si è riusciti a tradurre tutto questo...e chissà quante altre cose mi sono sfuggite!!!
susanna cremonesi
Raffinato e puro, sono belli perfino i caratteri usati per i titoli di coda.
n.d.