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39 TORINO FILM FESTIVAL

Dal 26 novembre al 4 dicembre in streaming su MYmovies

Un anno dopo l'edizione 2020 forzatamente online, il Torino Film Festival tornerà dal vivo. È sicuramente questa la notizia più bella della nuova edizione, la trentanovesima, anche se la possibilità di vedere i film online conferma al tempo stesso il lato popolare e aperto della manifestazione.

Su MYmovies la possibilità di visionare alcuni film dal programma del festival diretto da Stefano Francia di Celle, offrendone un panorama il più ampio possibile: 20 film, provenienti dal concorso, dalle sezioni collaterali e dal fuori concorso del Torino Film Festival. Scopri il programma | Continua a leggere

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Dal concorso Torino 39, dedicato a opere prima e seconde, arrivano ad esempio un frammento di cinema fuori formato e un po' fuori di testa, The Noise of Engine, storia autobiografica di un giovane autore canadese, o l'aspro coming of age di un'operaia argentina di The New Girl di Micaela Gonzalo, mentre buffi e disfunzionali quadri familiari sono al centro dell'americano-spagnolo El planeta di Amalia Ulman (un film che ricorda gli esordi di Jim Jarmusch) e del tedesco Human Factors di Ronny Trocher, sospeso fra realismo e surrealismo.

Dal fuori concorso provengono invece il nuovo film della prolifica regista spagnola Isabel Coixet, It Snows in Benidorm, vicenda sentimentale e noir ambientata nella celebre e tentacolare località turistica spagnola e interpretata da un perfetto Timothy Spall, e l'opera prima di un altro giovane autore dal futuro assicurato, Louda Ben Salah-Cazana, autore di Le monde apres nous, presentato nella sezione Surprise dedicata al cinema francese (e proveniente dal Panorama della Berlinale), sorta di manifesto di una generazione senza più padri e direzioni.

L'idea di un “noi” collettivo è al centro anche di una sezione di TFFDoc - chiamata per l'appunto Noi e guidata dal vincitore della sezione Encounters all'ultima Berlinale, Nous di Alice Diop, splendido ritratto di uomini e donne della periferia parigina - ma presente anche nelle interviste ad ex soldati israeliani del grande filmaker Avi Mograbi, raccolte in The First 54 Years, definito un “manuale di un'occupazione miliare, e poi nei diseredati della guerra di Siria raccontati in Little Palestine, Diary of a Siege di Abdallah Al-Khatib infine con gli abitanti della più grande discarica del mondo, quella di Nuova Delhi, protagonisti di Discards di Ishaan Ghose, film della nuova sezione di ricerca Incubator.

Alla stessa sezione - una riproposizione delle ricerche stilistiche ed espressive di Onde - appartengono anche il misterioso Dark Light Voyage di Eva Cadena e Tin Dirdamal, girato in Vietnam, il surreale Bipolar di Queena Li e l'intenso Altri cannibali di Francesco Sossai, film italiano di produzione tedesca, piccola grande rivelazione in bianco e nero.

Sempre da Berlino viene invece uno dei film targati Torino FilmLab, il laboratorio di film da fare e costruire diventato negli anni uno dei fiori all'occhiello del sistema cinematografico torinese: Natural Light dell'ungherese Dénes Nagy, dramma bellico ambientato durante la Seconda guerra mondiale con più di un'eco del cinema del grande regista sovietico Elem Klimov. Frutto del Lab è anche il croato The Staffroom di Sonja Tarokic, spietato, surreale, ferocissimo apologo sui rapporti di forza tra persone, racchiuso nello spazio soffocante di una scuola.

Infine, in un programma come sempre nel segno dei giovani e delle nuove generazioni di autori e autrici, l'ultimo documentario di uno dei registi in passato lanciati dal Torino Film Festival, Daniele Gaglianone, che con Il tempo rimasto ha compiuto un viaggio lungo tutta la penisola per raccontare il rapporto con la vita, con il passato e con il futuro di un gruppo di uomini e donna nella terza età. Un film dolce, umano, pieno di vitalità, perfetto per racchiudere il lavoro del Torino Film Festival.

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