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Orange is the New Black 6: la parola alle ragazze

Nicky, Flaca e Taystee raccontano l'evoluzione dei loro personaggi e introducono l'attesa nuova stagione, ora su Netflix.
di Ilaria Ravarino

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Natasha Lyonne Altri nomi: (Natasha Leon ) (45 anni) 4 aprile 1979, New York City (New York - USA) - Ariete. Interpreta Nicky Nichols nel film di Andrew McCarthy (II), Phil Abraham, Michael Trim, Constantine Makris, Uta Briesewitz, Mark A. Burley, Erin Feeley, Jodie Foster, Jesse Peretz, Matthew Penn Orange Is the New Black.
venerdì 27 luglio 2018 - Netflix

Natasha Lyonne, Jackie Cruz, Danielle Brooks. Meglio conosciute come Nicky, Flaca, Taystee. Le loro tutine arancioni sono diventate, dal 2013 a oggi, il simbolo di un femminile selvatico, aggressivo, irriducibile.

Detenute per fiction (possesso di droga e spaccio) nella serie cult Orange is the New Black, tornano con la sesta stagione tra le protagoniste di uno dei prodotti più progressisti, anticonvenzionali e coraggiosi che Netflix abbia portato sul piccolo schermo.
Ilaria Ravarino

Potete anticiparci qualcosa della sesta stagione?
Natasha: Le ragazze subiranno le conseguenze di quanto accaduto nella quinta: le ritroveremo in un carcere di massima sicurezza. Per Nicky sarà dura mantenersi "sana" in quell'ambiente. È una situazione più dura, peggiore che a Litchfield. Il grande tema della sesta stagione sarà la lealtà.
Jackie: Nella quinta stagione Flaca ha subito un trauma terribile, cioè la separazione da una sorella, o da un'amante, a seconda di come la si voglia chiamare. È stato orribile, e adesso la ritroviamo molto spaventata. Sono tutte terrorizzate, sole e in un posto nuovo...
Brooks: Taystee è confusa e in stato di shock. È una stagione che si interroga su cosa sia la lealtà, sui valori della famiglia e dell'amicizia. Taystee pensa di non avere molto per cui lottare: assisteremo alla sua disperata battaglia per "tenere la testa fuori dall'acqua".


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Natasha Lyonne.
Danielle Brooks (a destra) con Adrienne C. Moore.

Dopo sei anni di frequentazione, che rapporto avete con i vostri personaggi?
Natasha: Dopo sei anni che interpreti un certo personaggio, diventi lui. Almeno nel subconscio. Sai tutto: il suo passato, cosa ha attraversato per essere quello che è, il suo presente. Bisogna rimanere aperti alle suggestioni, capire che ogni personaggio vive in parallelo con le paure di oggi: la perdita del libero arbitrio, la limitazione delle libertà. Viviamo in un mondo sempre più fascista.
Jackie: Amo Flaca perché tante ragazze possono rispecchiarsi in lei. Voglio dire: io, quando ero piccola, non avevo nessuna attrice latina, in tv, da guardare come modello. Flaca ormai è il mio alter ego. Rispetto a lei, io ho più problemi a dire quello che mi passa per la testa. Mi sento meno sicura: diciamo che Flaca è uguale a me dopo che ho bevuto parecchia tequila.
Brooks: All'inizio ero preoccupata dallo stereotipo. Non volevo fare la tipica ragazza nera che delinque e finisce in carcere: ero appena uscita da una prestigiosa scuola di recitazione, cercavo altro. Poi ho letto lo script e ho capito di cosa si trattava. Mi sono preparata leggendo le storie di tante giovani donne uccise per storie di droga, e non solo: la cronaca americana fornisce purtroppo una grande ispirazione. Ogni tanto sul set affronto giornate molto dure, perché il mio personaggio è depresso e io sento il peso della sua sofferenza. A fine riprese cerco di sdrammatizzare insieme al cast, o con l'autista che mi riporta a casa. Poi mi faccio un bicchiere di vino, mangio cioccolata, mi butto in un bagno caldo. Provo ad allontanarmi più che posso da Taystee.

La solidarietà tra donne è un tema della serie?
Natasha: Certo, l'amicizia femminile è importante in tutte le stagioni. Ed è straordinario parlarne adesso, in questo momento storico incredibile in cui le donne si stanno organizzando per imporre la loro idea di futuro. In OITNB nessuno mi dice che non sono abbastanza sexy, nessuno mi dice come dovrei vestirmi per fare promozione sul red carpet: è già una vittoria.
Jackie: Questa serie è diversa da tutte le altre. Su altri set potrebbe magari nascere competizione con un cast così corale: noi invece ci spalleggiamo l'un l'altra. C'è uno spirito di sorellanza, c'è spazio per tutti. Netflix, con OITNB, è stata pioniera dell'empowering femminile.
Brooks: Le donne si rivedono in questa serie anche perché rappresenta le diversità etniche, religiose, di genere. È l'unica serie a contare su un gran numero di donne di colore tra le protagoniste, e a trattare le donne come creature dotate di un'intelligenza speciale. E tutto ciò è avvenuto prima che arrivasse il #metoo. Penso a quelle puntate in cui le guardie si approfittano delle ragazze: OITNB non ha mai avuto paura di avventurarsi in zone in cui l'ombra è davvero oscura.


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Jackie Cruz.
Yael Stone e Natasha Lyonne.

Avete ricevuto un feedback dalle donne in carcere?
Jackie: Lavoro spesso con le detenute. Con altre attrici del cast siamo state protagoniste di una campagna incentrata sulla "seconda possibilità". Le donne in prigione ci amano, sono grate della luce diamo loro. Ho imparato che si può andare in prigione per qualsiasi cosa, che può succedere davvero a chiunque: prima le giudicavo, ora ritengo importantissimo dare loro voce.

Chi sono i vostri punti di riferimento?
Natasha: Joe Pesci, Lou Reed. E Woody Allen. Ci ho lavorato quando avevo sedici anni e interpretavo sua figlia. E già allora si parlava dello scandalo sessuale: trovo ci sia molta ipocrisia nell'accusare adesso Allen. Mi piacerebbe piuttosto che i media si occupassero delle violenze in altri posti di lavoro. Si fotta Hollywood: perché nessuno si occupa di quel che ha fatto Trump, di quello che accade nella Casa Bianca?
Jackie: Tracy Chapman, Elvis Costello e Whitney Houston. Guardandola in Guardia del corpo mi sono innamorata della recitazione.
Brooks: Ho frequentato la Juilliard School, una delle migliori scuole di recitazione di New York. Devo tutto a loro: all'inizio nessuno mi voleva prendere sul serio. Prima di conoscerli, faticavo a trovare la mia voce. Adesso voglio usarla al meglio.


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