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Miguel Herrán, «non esistono classi sociali, solo esseri umani»

Dopo La casa di carta, l'attore torna con Jaime Lorente e María Pedraza nella serie Élite, su Netflix dal 5 ottobre.
di Andrea Fornasiero

Élite

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Miguel Herrán (Miguel Ángel García de la Herrán) (28 anni) 25 aprile 1996, Malaga (Spagna) - Toro. Nel film di Ramón Salazar, Dani de la Orden Élite.
martedì 2 ottobre 2018 - Netflix

Tornano dal 5 ottobre su Netflix tre protagonisti di La casa di carta: Miguel Herrán, Jaime Lorente e María Pedraza, che nella hit spagnola interpretavano rispettivamente Rio, Denver e Alison Parker. Sono tra i personaggi della nuova serie Netflix Original Élite ambientata in una scuola superiore all'avanguardia, Las Encinas, dove sono iscritti i rampolli delle più ricche famiglie.

In seguito al crollo di un altro istituto, tre studenti di ben più umile estrazione sociale ottengono un posto a Las Encinas come borsisti, portando alla luce con la loro solo presenza tutto il divario di classe della società.
Andrea Fornasiero

Ne abbiamo parlato con loro, a partire naturalmente dal ruolo che interpretano:

Miguel Herrán: Il mio personaggio è Cristian, è amico di Nano, fratello maggiore di uno degli altri borsisti a Las Encinas. Cristian è molto giovanile, dinamico e gioioso, e ovunque va finisce per creare problemi, ma quasi senza accorgersene. È uno che se la gode, perché ha avuto una vita economicamente difficile e ora non gli interessano i voti, quanto riuscire a fare amicizia con i compagni di classe ricchi ed entrare nel loro mondo.
Jaime Lorente: lo sono il Nano, amico di Cristian anche se il mio personaggio non va a scuola ed è appena uscito di prigione, dove era finito per furto d'auto. Un reato compiuto non per divertimento bensì per portare un po' di soldi a casa, dove vive con la madre e il fratello minore tra molte difficoltà. È un personaggio dalle buone intenzioni, che cerca di fare molte cose ma ne finisce incastrato senza sapere come liberarsi.
María Pedraza: Io interpreto Marina, una studentessa della scuola Las Encinas che però rifiuta il suo stato sociale, non si sente personalmente parte di quel mondo. Marina lega poco con gli altri, è introversa, ma quando si apre con qualcuno allora stabilisce rapporti molto forti.


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Jaime Lorente in una scena della serie Élite.
Jaime Lorente e María Pedraza in una scena della serie Élite.
María Pedraza in una scena della serie Élite.

Riguardo il tema principale della serie, ossia lo scontro di classe tra ragazzi:

Miguel: Credo sia una cosa che si vive in tutto il mondo, perché ovunque c'è una grande differenza, brutale persino, tra le classi sociali. La serie cerca di rompere però il mito delle classi e mostrare che siamo tutti umani e abbiamo problemi simili, per cui invita a superare queste barriere.
Jaime: Proprio così. Le classi sociali in fondo sono solo un ulteriore ostacolo per arrivare a capire la nostra vera natura.
María: Tutti i personaggi di Élite affrontano problemi simili nonostante le loro differenze economiche. Sono rare le serie che trattano i teenager con questa complessità. Credo che tutti i personaggi qui abbiano una maschera e questo crei una sorta di diversità apparente tra loro, ma hanno anche una profondità che si mostrerà gradualmente con il procedere degli episodi. Inoltre anche la relazione tra genitori e figli è molto importante e nella serie e si mostra cosa gli uni imparino o possano imparare dagli altri. Ovvero non si mostrano solo i ragazzi della élite, ma anche i loro genitori e come formano i figli.

Élite non è però solo un teen drama e anzi fin dal principio sarà chiaro che alla scuola c'è stato un omicidio alla fine dell'anno scolastico, sul quale la polizia sta indagando, interrogando i protagonisti.

«Durante le riprese anche noi non avevamo idea di chi fosse il colpevole dell'omicidio, quindi ci guardavamo intorno con sospetto, senza fidarci l'uno dell'altro. È stata una scelta artistica, non per timore degli spoiler, ma perché non sapere se i personaggi siano o meno degli assassini li rende più interessanti anche per gli attori come noi che li interpretano».

Impossibile infine non chiedergli del loro rapporto con il successo di La casa di carta:

Miguel: Ci rendiamo conto della situazione in cui siamo solo quando andiamo all'estero, perché in Spagna non succede. A Roma invece la gente ci ferma per strada e sono persone di ogni provenienza, ne ho incontrati anche dal Perù. Quasi non riusciamo a camminare e ho visto persino gruppi di persone salutarmi tutte insieme dall'altra parte della strada.
Jaime: Sappiamo che queste serie vanno in tutto il mondo, ma finché non ci capita di uscire dalla Spagna non gli diamo peso.
María: Anche io vivo questa cosa come in una sorta di nube: preferisco non toccare terra e non pensarci troppo.


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