SINOSSI
Politicamente Scorretto – The Hunter S. Thompson’s Gonzo è il film biografico definitivo su una figura americana mitica, un uomo che Tom Wolfe definì “il nostro più grande scrittore comico”, e il cui suicidio per mezzo di un colpo di pistola spinse il Rolling Stone Magazine, dove Thompson aveva cominciato la sua carriera, a dedicare un intero numero (il più venduto di tutti i tempi) all'uomo che con un migliaio di sorsi di Bourbon, infinite sniffate di cocaina e un aggressivo, irriverente e coraggioso stile giornalistico, era stato soprannominato “Gonzo” da James Booker dopo un anarchico giro di blues.
Citando Kris Kristofferson, Thompson era “una contraddizione vivente, in parte verità, in parte finzione”. Membro irriducibile della NRA (National Rifle Association), era anche un consumatore di cocaina, tracannatore di whiskey e faceva uso di acidi. Mentre la sua penna trasudava veleno per i politici corrotti, sorprendeva visitatori nervosi con le maniere raffinate e la delicata capacità oratoria tipica di un gentiluomo del Sud. Fuori controllo nella vita privata, Thompson ha mantenuto una netta convinzione rispetto al raddrizzare i torti. Oggi, in tempi in cui “essere su di giri” ha sostituito la ricerca del significato profondo delle cose, Thompson rimane un iconico crociato della verità, della giustizia e di uno stile di vita americano fortemente idealistico. Come per Sulla strada di Jack Kerouac, il suo libro Paura e disgusto a Las Vegas (così come il film che ne è stato tratto, Paura e delirio a Las Vegas) rimane un mito del viaggio per i giovani americani, generazione dopo generazione. E per i giornalisti americani più stimati - da Tom Wolfe a Walter Isaacson (ex editor del Time), fino a Frank Rich del New York Time – Thompson è sempre stato un iconico freelance, che non ha mai avuto paura di mettere in discussione e criticare ciò che altri ritenevano sacro. Thompson credeva che scrivere facesse la differenza. Che potesse cambiare le cose.
Politicamente Scorretto – The Hunter S. Thompson’s Gonzo è diretto da Alex Gibney, regista candidato al Premio Oscar per Enron, l'economia della truffa. Mentre Gibney dava forma alla narrazione cinematografica, ogni parola del film scaturiva dalla macchina da scrivere dello stesso Thompson.
Queste parole riprendono vita tramite la voce di Johnny Depp, l'attore che come un'ombra imparò ogni movenza di Thompson per la versione cinematografica di Paura e disgusto a Las Vegas e che finanziò lo spettacolare funerale del giornalista, durante il quale le ceneri del buon Dottore vennero sparate da un lanciarazzi montato su un altissimo pugno a due pollici il cui palmo stringe un peyote gigante.
Questa fatica durata due anni è stata portata avanti da una squadra straordinaria che include Gibney, l'editor di Vanity Fair Graydon Carter, il gruppo di produzione indipendente di Jason Liot e Joana Vicente e infine da Eva Orner ed Alison Ellwood. La Ellwood, una straordinaria direttrice creativa, fu anche la collaboratrice di Gibney nel suo film Enron, l'economia della truffa. Il direttore della fotografia del film era Maryse Alberti.
Il film si distingue per il contributo degli amici e della famiglia di Thompson, e per l’utilizzo del materiale da lui lasciato dopo la morte. Gli addetti alla produzione, infatti, hanno avuto accesso a centinaia di fotografie e a oltre 200 ore di registrazioni audio, videocassette e documentari. Inoltre, l’utilizzo di questo materiale ha garantito un accesso senza precedenti alle opere stesse, permettendo al film di citare manoscritti inediti insieme a molte lettere e libri pubblicati da Thompson stesso. Anche Ralph Steadman, l'artista astratto i cui dipinti e disegni ad inchiostro hanno dato vita al sovversivo panorama iconico-visivo che faceva da sfondo alle parole di Thompson, ha fornito agli addetti alla produzione libero accesso al suo materiale grafico mai pubblicato e alle Polaroid.
In ogni caso, il tratto distintivo del film è la messa a fuoco dell'opera di Thompson, in particolare del suo momento più provocatorio e produttivo che va dal 1965 al 1975. Le sue parole maliziose risuonano ancora oggi, in un tempo in cui i politici sono diventati delle celebrità artificiali che si avvolgono nel Teflon, e che argomentano banalità il cui unico valore è di offendere ogni tanto. Troppo spesso, i giornalisti contemporanei fanno il gioco dei politici prendendoli sul serio con un'oggettività che non meritano. Thompson non è mai stato d'accordo. Capiva meglio di chiunque altro, che “quando il gioco si fa strano, gli strani cominciano a giocare”.
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