taniamarina
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domenica 11 aprile 2010
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documentario poeticamente disgustoso
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Film disgustoso non per come dice le cose, ma per come le cose ci parlano. Sono un campano ed è inutile dire che questo film è tutto un dolore. La realtà di un paese come Acerra destinato a sparire dalle politiche nazionali, usato soltanto come discarica abusiva con tanto di modificazioni genetiche, malattie e tumori. Il ridicolo divismo cinematografico del cicerone della pellicola che ha deciso di mettere a nudo una realtà impossibile da concepire, si fa perdonare altamente dall'immenso lavoro umanitario e "bestiale". Gli abitanti di Acerra sono bestie che devono morire, proprio come le loro capre. Sembra un malaugurio invece è ciò che, in questo momento, sta realmente succedendo.
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Film disgustoso non per come dice le cose, ma per come le cose ci parlano. Sono un campano ed è inutile dire che questo film è tutto un dolore. La realtà di un paese come Acerra destinato a sparire dalle politiche nazionali, usato soltanto come discarica abusiva con tanto di modificazioni genetiche, malattie e tumori. Il ridicolo divismo cinematografico del cicerone della pellicola che ha deciso di mettere a nudo una realtà impossibile da concepire, si fa perdonare altamente dall'immenso lavoro umanitario e "bestiale". Gli abitanti di Acerra sono bestie che devono morire, proprio come le loro capre. Sembra un malaugurio invece è ciò che, in questo momento, sta realmente succedendo. Nato dalla potentissima scia di Gomorra letterario e cinematografico, vedrà anche questa volta molte persone del nord ridere di noi campani. Anatema su di loro!!!
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angelo umana
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domenica 7 marzo 2010
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italia rovinata
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Il cinema è
una gran
cosa … ci
r a c c o n t a
storie altrui,
ci fa entrare
dentro fatti
accaduti altrove,
ci fa
vedere mondi
e realtà
che non vedremmo
altrimenti, ci mostra la
facilità con cui estranei si incontrano
e si conoscono, come non
spessissimo lasciamo che avvenga
nella nostra vita abituale.
Il cinema è inchiesta: Biùtiful
Càuntri è appunto questo, ci porta
nei siti dove la malavita riversa
rifiuti altamente inquinanti
(arsenico e amianto compresi,
solo per dirne due), con imprenditori
del nord che approfittano
di questo stoccaggio a buon mercato
(in una delle intercettazioni
telefoniche contenute nel film si
cita il nome del nostro innominabile
sommo presidente del Consiglio)
e politici di tutti i livelli che
si sono sempre voltati dall’altra
parte.
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Il cinema è
una gran
cosa … ci
r a c c o n t a
storie altrui,
ci fa entrare
dentro fatti
accaduti altrove,
ci fa
vedere mondi
e realtà
che non vedremmo
altrimenti, ci mostra la
facilità con cui estranei si incontrano
e si conoscono, come non
spessissimo lasciamo che avvenga
nella nostra vita abituale.
Il cinema è inchiesta: Biùtiful
Càuntri è appunto questo, ci porta
nei siti dove la malavita riversa
rifiuti altamente inquinanti
(arsenico e amianto compresi,
solo per dirne due), con imprenditori
del nord che approfittano
di questo stoccaggio a buon mercato
(in una delle intercettazioni
telefoniche contenute nel film si
cita il nome del nostro innominabile
sommo presidente del Consiglio)
e politici di tutti i livelli che
si sono sempre voltati dall’altra
parte.
Il film-documentario, girato in
presa diretta, fa parlare la gente
che vive e lavora in queste zone e
che … lentamente muore, giorno
dopo giorno, irrimediabilmente
malata come i suoi animali e il
suo territorio. Ormai non è più
solo questione di “sì ma non nel
mio giardino”, si tratta di tutta
una delle zone più floride dell’Italia
agricola e residenziale completamente
avvelenata; il film
può aiutare, fuori dai massimalismi,
a mettersi nei panni di chi
vive in quei luoghi e che non vuole
termovalorizzatori e discariche, anche perché le ecoballe
(della cui preparazione e stoccaggio
è responsabile Fibe-Impregilo)
contengono prodotti oltremodo
tossici per essere bruciati;
il così chiamato “compost”
che si versa nei terreni agricoli è
veleno.
Se Gomorra, film molto vero senza
concessioni all’azione e allo
spettacolo, tratto da un libro a
sua volta verissimo, può ancora
far pensare a qualche elemento
di fiction, Biùtiful Càuntri non
ne contiene alcuno: gli autori ci
portano a vedere – meglio di
qualsiasi programma televisivo a
parte Report – cosa veramente
sta avvenendo in una delle nostre
regioni, forse non la sola, e la
realtà quasi banalmente è agghiacciante,
inquietante più di
qualsiasi immaginazione.
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luca scialò
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domenica 31 gennaio 2010
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amaro docu-film sulla cernobyl campana
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Amaro docu-film sul disastro ambientale che si sta consumando a Nord di Napoli, nel territorio compreso tra i comuni di Giugliano, Qualiano e Acerra, nel totale disinteresse delle istituzioni e della politica; quest'ultima, anzi, spesso collaborativa con la camorra e gli imprenditori del nord affinchè il traffico dei rifiuti tossici vada a buon fine.
Attraverso la caparbietà del direttore di Legambiente Campania, Raffaele Del Giudice, e la voce fuori campo che legge le relazioni della commissione parlamentare d'inchiesta sull'emergenza rifiuti in campania, questo film proietta lo spettatore in quella che ormai è diventata una vera Cernobyl, nella quale animali ed esseri umani si ammalano ogni anno sempre più e sono soggetti a deformazioni fisiche.
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Amaro docu-film sul disastro ambientale che si sta consumando a Nord di Napoli, nel territorio compreso tra i comuni di Giugliano, Qualiano e Acerra, nel totale disinteresse delle istituzioni e della politica; quest'ultima, anzi, spesso collaborativa con la camorra e gli imprenditori del nord affinchè il traffico dei rifiuti tossici vada a buon fine.
Attraverso la caparbietà del direttore di Legambiente Campania, Raffaele Del Giudice, e la voce fuori campo che legge le relazioni della commissione parlamentare d'inchiesta sull'emergenza rifiuti in campania, questo film proietta lo spettatore in quella che ormai è diventata una vera Cernobyl, nella quale animali ed esseri umani si ammalano ogni anno sempre più e sono soggetti a deformazioni fisiche.
Avendo lavorato in Legambiente Campania proprio nell'anno di uscita del film, posso testimoniare la passione con la quale esso è stato prodotto.
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jano
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domenica 27 aprile 2008
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senza un domani!!!
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Peccato che Napoli può esserte star di sola negatività!!!
HELP HELP HELP
Qui si muore !!!
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ginopie
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venerdì 18 aprile 2008
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la campania
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guardatevi questo film ed osservate attentamente la situazione in cui stiamo, non sono favole, potete vederle con i vostri occhi se venite qui!!! tutta colpa di chi ci ha governato fin ora
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ciccio capozzi
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domenica 13 aprile 2008
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un microcosmo che dà la risposta a tutti i quesiti
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La vicenda dell’infinita emergenza della munnezza nella zona a ridosso di Acerra, in una documentazione dal basso, che dà voce a coloro che stanno subendo il disastro ambientale più da vicino: agricoltori e pastori. E’ un film-documentario assolutamente realistico. Il suo effetto è impressionante; a tratti allucinante. I tre giovani registi-sceneggiatori, e la Calabria anche montatrice, hanno semplicemente posto lo sguardo su una realtà esistente, senza nemmeno calcare o enfatizzare quanto è sotto gli occhi di tutti. L’attenzione è praticamente sul solo territorio di Acerra: ma è un microcosmo che dà la risposta a tutti i quesiti. Il problema non è il no acritico e la resistenza collettiva alla presenza di discariche.
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La vicenda dell’infinita emergenza della munnezza nella zona a ridosso di Acerra, in una documentazione dal basso, che dà voce a coloro che stanno subendo il disastro ambientale più da vicino: agricoltori e pastori. E’ un film-documentario assolutamente realistico. Il suo effetto è impressionante; a tratti allucinante. I tre giovani registi-sceneggiatori, e la Calabria anche montatrice, hanno semplicemente posto lo sguardo su una realtà esistente, senza nemmeno calcare o enfatizzare quanto è sotto gli occhi di tutti. L’attenzione è praticamente sul solo territorio di Acerra: ma è un microcosmo che dà la risposta a tutti i quesiti. Il problema non è il no acritico e la resistenza collettiva alla presenza di discariche. E’ l’elementare considerazione che se non si affronta seriamente la bonifica e la messa in sicurezza delle vecchie discariche, si sommerebbero vecchie a nuove inadempienze, con la possibilità non remota che, nella totale assenza di controlli, si continuerebbe a scaricare veleni vietati. Tutto il territorio è già diventato lo sversatoio, ad opera certamente della Camorra, ma con la complicità dei politici e amministratori locali, delle scorie prodotte da fabbriche anche del nord, che a prezzi stracciati se ne sono liberati, facendo a meno di trattamenti sicuramente più costosi. Il film procede illustrando dal vivo la morte di agnelli e pecore che muoiono ingerendo erba avvelenata dalla diossina. Lo fa senza alcun effetto particolare di montaggio, volto a commuoverci, ad esempio; ma in controcanto con i commenti, ormai fatalisticamente abituati, dei pastori. Essi danno vita al mesto rituale collettivo, insieme alle autorità sanitarie, dell’allontanamento della pecore e agnelli, condannati, che vengono istradati all’eliminazione controllata. La regia ci mostra quest’avvenimento come se fosse ordinaria pratica: ma non lo è. E nemmeno i pastori ci credono: è il sintomo di una situazione gravissima. Ad un intero territorio si nega il futuro, perché l’inquinamento ha toccato le stesse radici della terra. E’una dimensione profondamente apocalittica che il film ci restituisce con un’intensa drammaticità, ma silenziosa, non gridata. Affidata alla semplice umanità di persone che vedono impotenti come la trasformazione portata dagli uomini abbia distrutto ciò che le passate generazioni, e loro stessi, avevano saputo realizzare in sintonia con l’ambiente, senza violentarlo o deturparlo. Ciò non ci è comunicato con delle “tirate” ecologiche, ma con l’impatto devastante della realtà fotografata con rigore e senso profondo e umile di partecipata denuncia.
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tictactictac
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giovedì 27 marzo 2008
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senza speranza
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Ma solo oggi ci accorgiamo che la situazione è così drammatica? E' proprio tipico sotterrare i propri rifiuti a tutti i livelli sociali di quelle terre. Mi ricordo negli anni 60 quando Sofia Loren con la madre e la sorella avevano preso casa in affitto in un paese sulle Dolomiti, erano miei vicini di casa. Beh, gettavano la monnezza dalla finestra! Li ho viste io.Deve essere proprio una loro cultura, a quanto si evince dal documentario, dalla camorra al piccolo consumatore che butta il frigorifero sul ciglio della strada. Succede da anni e fino ad oggi nessuno protestava. E la cosa più impressionante sono gli agnelli che muoiono come mosche, i raccolti da buttare che si vedono nel film. E poi dicono che le mozzarelle non sono contaminate? C'è bisogno di una maggiore coscienza civile da quelle parti e se i "polentoni" gettano lì i loro rifiuti significa che quelli glielo lasciano fare.
[+] non tiriamo fuori la solita storia dell'inciviltà
(di rino)
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stefano
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martedì 25 marzo 2008
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documentario scomodo
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Scomodo perchè ribalta facili tentazioni, cioè quella di attribuire la colpa della cosiddetta emergenza rifiuti ai soliti napoletani "terroni" che non fanno la raccolta differenziata e non vogliono gli inceneritori. Il documentario ci mostra invece che una bella fetta di colpa ce l'hanno i "polentoni" che non si fanno scrupoli nell'affidarsi alla malavita per smaltire ogni genere di schifezza tossica, sempre in nome di un unico dio: il denaro.
Nel frattempo le persone e l'ambiente muoiono, e tutto accade sotto gli occhi di una politica locale e nazionale che fa finta di non sapere, e che propone come unica soluzione l'invio dell'esercito, come in una lontana colonia del terzo mondo.
Andatelo a vedere, prima che lo facciano scomparire dalle sale.
[+] la prova che bassolino non e' colpevole
(di mimmo)
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erse
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giovedì 20 marzo 2008
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utile e incisivo, nonchè accurato
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Apre una finestra su una realtà nei fatti misconosciuta, da vedere
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madai
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lunedì 17 marzo 2008
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un grido contro il silenzio
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IO credo che anche se non è questo propriamente il cinema per eccellenza, in Italia si dovrebbero produrre più prodotti del genere. Siamo in crisi in primis come paese e quindi fare capire la nostra realtà a chi crede che il nostro paese è solo i ragazzotti maledetti o le ragazzine alla Moccia è importante. L'arte non ha solo uno scopo estetico, ma può anche essere un mezzo per cambiare le cose e per lottare socialmente. Non ho visto il film, quindi non lo giudico, ma l'idea in se mi piace. Il riscatto non passa solo per una voce, è vero, ma se ad una prima se ne aggiungono altre sempre più forti ed arrabbiate, il silenzio non sarà più possibile e il muro del menefreghismo egoistico che ha avvolto la nostra nazione crollerà.
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