figliounico
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sabato 19 novembre 2022
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fantahorror adolescenziale
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Fantasy adolescenziale anni ’90 di John Flynn piuttosto infantile e che tuttavia vanta nel cast un’icona del cinema horror, Frank Langella, uno dei due dracula in celluloide più famosi insieme a Christopher Lee, relegato purtroppo in una parte secondaria, mentre il ruolo da protagonista è affidato ad un giovanissimo Furlong, già stralunato, ma convincente nel ruolo del ragazzo traumatizzato che ha perso la madre e l’uso della gamba in un incidente d’auto. Il film anticipa di almeno un decennio il fenomeno sociale della dipendenza ossessiva dei ragazzi dalla tecnologia ludica e dai videogiochi basati sulla realtà aumentata o virtuale, per il resto da archiviare nel dimenticatoio.
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Fantasy adolescenziale anni ’90 di John Flynn piuttosto infantile e che tuttavia vanta nel cast un’icona del cinema horror, Frank Langella, uno dei due dracula in celluloide più famosi insieme a Christopher Lee, relegato purtroppo in una parte secondaria, mentre il ruolo da protagonista è affidato ad un giovanissimo Furlong, già stralunato, ma convincente nel ruolo del ragazzo traumatizzato che ha perso la madre e l’uso della gamba in un incidente d’auto. Il film anticipa di almeno un decennio il fenomeno sociale della dipendenza ossessiva dei ragazzi dalla tecnologia ludica e dai videogiochi basati sulla realtà aumentata o virtuale, per il resto da archiviare nel dimenticatoio.
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ezio99
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domenica 19 maggio 2013
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orribile
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Resta da capire come sia possibile girare un film simile. L'inizio è abbastanza promettente, ma ad un certo punto un tizio vestito da punk esce fuori dal televisore...
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molinari marco
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sabato 29 ottobre 2011
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uno sballo da teenager di altri tempi
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Piccolo divertissement d’altri tempi, targato inizi anni Novanta. Un periodo questo che, cinematograficamente parlando, bisognerebbe iniziare a prendere in considerazione più seriamente, dal momento che era solito mettere in scena i germi di alcune disfunzioni sociali che stanno esplodendo in maniera drammatica proprio in questi giorni (il mio pensiero cade, istintivamente, a Trainspotting e alla sua arguta metafora del fallimento del sistema capitalistico occidentale). In questo piccolo- che davvero più piccolo non si può- film è la realtà virtuale ad essere avvertita come una minaccia e che, proprio in quegli anni, spesso veniva affrontata come tematica dai contorni altamente futuristici. A volte con esiti più sarcastici e leggeri, come nel caso di questo film, a volte con esiti decisamente più artistici ed elevati come nel caso dell’ottimo Strange days del premio Oscar Kathryn Bigelow.
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Piccolo divertissement d’altri tempi, targato inizi anni Novanta. Un periodo questo che, cinematograficamente parlando, bisognerebbe iniziare a prendere in considerazione più seriamente, dal momento che era solito mettere in scena i germi di alcune disfunzioni sociali che stanno esplodendo in maniera drammatica proprio in questi giorni (il mio pensiero cade, istintivamente, a Trainspotting e alla sua arguta metafora del fallimento del sistema capitalistico occidentale). In questo piccolo- che davvero più piccolo non si può- film è la realtà virtuale ad essere avvertita come una minaccia e che, proprio in quegli anni, spesso veniva affrontata come tematica dai contorni altamente futuristici. A volte con esiti più sarcastici e leggeri, come nel caso di questo film, a volte con esiti decisamente più artistici ed elevati come nel caso dell’ottimo Strange days del premio Oscar Kathryn Bigelow. E, a pensarci bene, neanche i videoclip targati Mtv (l’ente televisivo che più di ogni altro ha rivoluzionato il nostro modo di vivere) ne erano del tutto estranei, se si pensa al caso di Amazing degli Aerosmith, i cui poster, forse non a caso, abbondano nella scenografia di questo film. E dispiace tremendamente appurare come adesso che, volendo o non volendo, siamo giunti in una fase storica in cui questa realtà non è più un miraggio, il tema sia quasi del tutto accantonato dalla produzione cinematografica più eminente e sia relegato solo a qualche produzione indipendente, quanto non marcatamente da outsider. Brainscan è uno di quei film che hanno come referente privilegiato, forse addirittura unico ed esclusivo, un pubblico composto quasi esclusivamente da teen-ager e che farebbe gridare alla insufficienza gran parte dei critici. Ma, pur stando così le cose, se viene visto in quella fascia d’età può assurgere al trono di uno di quei film che sono in grado di elettrizzare alla grande uno spettatore ingenuo, mettendolo di fronte a quel particolare tipo di magia che solo l’arte cinematografica è in grado di regalare. È uno di quei film che possono essere gustati appieno una sola volta, dal momento che una volta svelato l’inganno, la finzione, l’illusione che si cela al suo interno, perde completamente tutto il suo valore intrinseco. Fatta eccezione, forse, per una delle ultime scene. Vale a dire quella in cui il protagonista, dopo essersi risvegliato dall'incubo che l’ha tenuto intrappolato a tal punto da fargli perdere completamente la cognizione del tempo, riversa tutta la sua rabbia su l’alta tecnologia che domina all’interno della sua stanza, decidendosi così a mettere il muso fuori di casa ed iniziare ad affrontare, a vivere la realtà. Una realtà che può anche lasciare dei brutti segni sul nostro corpo e sulla nostra anima, come la brutta cicatrice che il protagonista si ritrova sulla gamba in seguito a un incidente stradale, ma che resta ad ogni modo l'unica strada che ci consente di crescere e superare i nostri traumi. Stando così le cose il film si potrebbe avvalere anche, in ultima analisi, di una lettura metacinematrografica che non sarebbe da prendere troppo alla leggera, e che meriterebbe un discorso più serio e approfondito. Il tutto è condito da uno stile tipicamente hard rock che non dispiace minimamente e che mette in risalto le doti istrioniche di T. Ryder Smith, qui in versione clone di Freddy Kruger. Un film che si lascia guardare con nostalgia, lasciandosi andare alla fine ad un sospirato “Erano altri tempi…”.
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lupo8144
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sabato 16 giugno 2007
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indimenticabile
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un film davvero coinvolgente e originale nel suo genere,che impedisce di staccarsi dallo schermo, giocando sulla confusione tra mondo reale e mondo virtuale.da vedere assolutamente
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rockergirl88
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domenica 17 dicembre 2006
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non lo si dimentica facilmente !
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Il sedicenne Michael (Edward Furiong)segnato nello spirito dall’incidente di macchina in cui sua madre gli morì accanto. Timido,claudicante e con un padre che non c’è mai, il ragazzo cerca rifugio nella musica rock e nelle fantasie orrorifiche dei videogames finché si imbatte in un annuncio di un’esperienza interattiva chiamata appunto «Brainscan»;con un semplice ordine al telefono,a Michael gli viene fatto recapitare in casa,l’uno dopo l’altro,quattro cds che lo fanno precipitare in un universo di terrore ...
Nel film,tutto funziona!
E poi Eddie Furlong è un talento unico!!! ...
Decisamente memorabile!...Spero che lo ripassino in tv nel periodo di agosto del 2007...TENGO LE DITA INCROCIATE!!! .
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Il sedicenne Michael (Edward Furiong)segnato nello spirito dall’incidente di macchina in cui sua madre gli morì accanto. Timido,claudicante e con un padre che non c’è mai, il ragazzo cerca rifugio nella musica rock e nelle fantasie orrorifiche dei videogames finché si imbatte in un annuncio di un’esperienza interattiva chiamata appunto «Brainscan»;con un semplice ordine al telefono,a Michael gli viene fatto recapitare in casa,l’uno dopo l’altro,quattro cds che lo fanno precipitare in un universo di terrore ...
Nel film,tutto funziona!
E poi Eddie Furlong è un talento unico!!! ...
Decisamente memorabile!...Spero che lo ripassino in tv nel periodo di agosto del 2007...TENGO LE DITA INCROCIATE!!! ....
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eles
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martedì 22 agosto 2006
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bellissimo e particolare horror
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Da non perdere assolutamente se vi piace il genere, bella sceneggiatura, particolare, che, ad un certo momento, vi esalterà!!! Ma non vi svelo nulla, hi hi hi hi!!!!!! Bravissimo come sempre Furlong!
[+] yeah!!!
(di rockergirl88)
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