ho visto il documentario ieri e ne sono uscita entusiasta (e piena di indignazione per ciò che è successo e sta succedendo in Argentina). Il film riesce a catturare l'attenzione e a non rallentare mai il ritmo e l'interesse grazie al succedersi di storie e personaggi (veri) che, uno dietro l'altro, mostrano la capacità di resistere ad una situazione di miseria allucinante da parte della gente comune (i "nessuno", appunto, come nel titolo originale argentino, "la dignidad de los nadies"), di persone che sono riuscite a non farsi annullare da un sistema per il quale non riesco neppure a trovare gli aggettivi per definirlo... flash di immagini difficilmente dimenticabili: l'arroganza del "fiscal" che vuole fare arrestare i contadini colpevoli solo di opporsi alla messa all'asta delle proprie terre, espropriate dalle banche per un prestito a tassi da usura, al quale la folla urla "Non siamo più nel 1976!"; il volto disperato di un uomo di 62 anni al quale nessuno mai più darà lavoro perché troppo "vecchio"; la voce di un maestro che ha messo in piedi una mensa per bambini a casa sua e che cerca - con l'aiuto del vicinato - di non lasciarli abbandonati alla fame ed all'ignoranza, che si spezza cercando di trattenere le lacrime mentre descrive la situazione di fame, di mancanza di assistenza medica, di tutto.
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ho visto il documentario ieri e ne sono uscita entusiasta (e piena di indignazione per ciò che è successo e sta succedendo in Argentina). Il film riesce a catturare l'attenzione e a non rallentare mai il ritmo e l'interesse grazie al succedersi di storie e personaggi (veri) che, uno dietro l'altro, mostrano la capacità di resistere ad una situazione di miseria allucinante da parte della gente comune (i "nessuno", appunto, come nel titolo originale argentino, "la dignidad de los nadies"), di persone che sono riuscite a non farsi annullare da un sistema per il quale non riesco neppure a trovare gli aggettivi per definirlo... flash di immagini difficilmente dimenticabili: l'arroganza del "fiscal" che vuole fare arrestare i contadini colpevoli solo di opporsi alla messa all'asta delle proprie terre, espropriate dalle banche per un prestito a tassi da usura, al quale la folla urla "Non siamo più nel 1976!"; il volto disperato di un uomo di 62 anni al quale nessuno mai più darà lavoro perché troppo "vecchio"; la voce di un maestro che ha messo in piedi una mensa per bambini a casa sua e che cerca - con l'aiuto del vicinato - di non lasciarli abbandonati alla fame ed all'ignoranza, che si spezza cercando di trattenere le lacrime mentre descrive la situazione di fame, di mancanza di assistenza medica, di tutto...
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