Uno spaccato profondo nelle contraddizioni nell'Ungheria di Orbàn, tra residui post-Nouvelle Vague e un coinvolgente lavoro di scrittura. Drammatico, Ungheria, Slovacchia2023. Durata 152 Minuti.
Un paese diviso in due raccontato attraverso l'esame di maturità di un diciottenne che si conclude con uno scandalo. Espandi ▽
Dal lunedì al martedì successivo. Nove giorni di un'estate ungherese vista attraverso la prospettiva di quattro personaggi diversi: uno studente Abel, il padre nazionalista del ragazzo, il professore idealista anti-Orbàn e la giovane reporter a caccia di scoop. Explanation for Everything è uno spaccato profondo dell'Ungheria di oggi ed è capace di raccontare le contraddizioni del proprio paese attraverso i diversi personaggi. Ci sono degli affascinanti residui post-Nouvelle Vague proprio nella struttura temporale del film dove l'intreccio tra arte, politica e sentimenti potrebbero far pensare al cinema di Arnaud Desplechin che si liberano nell'ottimo finale. Ga´bor Reisz, al terzo lungometraggio, parla della storia del suo paese attraverso il presente richiamando la festa nazionale del 15 marzo dove si commemora l'inizio della Rivoluzione del 1848 che ha portato l'Ungheria all'indipendenza. Lo fa con rabbia e passione, si muove in prima linea, cita direttamente Il figlio di Saul ed esplode nella potente scena dello scontro tra il padre di Abel e Jakab che ha un'energia incontrollata e coinvolgente. Recensione ❯
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Tra echi della New Hollywood e immaginario iperrealista, il personale e folgorante esordio di Sofia Coppola. Drammatico, USA1999. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Cinque sorelle fra i quindici e i diciannove anni vivono infelici, tormentate da genitori che credono di fare il loro bene. Espandi ▽
A metà anni '70, in una cittadina della provincia americana, i coniugi Lisbon hanno una vita agiata: lui insegna matematica, lei è casalinga e insieme allevano secondo rigidi principi religiosi cinque bellissime figlie, di età compresa fra i tredici e i diciassette anni: Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therese. Dopo il primo, inspiegabile suicidio di Cecilia, la famiglia in lutto prova a riprendere a vivere, ma la voglia di libertà delle ragazze, l'interesse dei ragazzi loro coetanei e in particolare il corteggiamento di Lux da parte del bello della scuola, Trip, faranno precipitare le cose.
Torna in sala grazie alla Cineteca di Bologna l'esordio nel lungo di Sofia Coppola, all'epoca ventisettenne e già capace di esprimere uno stile personale e folgorante, tra echi della New Hollywood e immaginario iperrealista.
La luce di taglio, i colori smorti e l'aria asettica esprimono perfettamente un'idea di casa, di comunità e famiglia idealizzata e insieme misera. L'America di Sofia Coppola - che in seguito solo a tratti raggiungerà i livelli di questo film - è fin da subito un mito borghese; il frutto di una società impegnata da sempre a far dimenticare le sue origini. Recensione ❯
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Kassovitz osserva la banlieue senza paura di sporcarsi le mani, in un film folgorante, che non dà tregua. Drammatico, Francia1995. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Gioellino del cinema francese, da molti considerato un vero e prorpio capolavoro, si è aggiudicato il premio per la regia al Festival di Cannes 1995. Espandi ▽
In un quartiere periferico parigino (i francesi li chiamano le cité), scoppia il vento della rivolta dopo il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti. Tra loro ci sono tre amici: l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro. La giornata balorda dei tre giovani disperati ha inizio quando Vinz, che ha trovato una pistola d'ordinanza persa da uno sbirro durante gli scontri, decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz, un venticinquenne di talento, in un bianco e nero splendido, e parlato con un dialetto non facile da tradurre, L'odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994. Recensione ❯
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Il musicista Ry Cooder, invitato da Wenders, va alla scoperta dei musicisti del Buena Vista Social Club di Havana. I talenti che ospitava, erano (e so... Espandi ▽
Il musicista Ry Cooder, invitato da Wenders, va alla scoperta dei musicisti del Buena Vista Social Club di Havana. I talenti che ospitava, erano (e sono) enormi, ma sconosciuti (fino a questo film) al grande pubblico. Wenders, col suo stile rigoroso, reale-espressionista (appunto, è solo suo) racconta la loro storia, lunga, misera e magnifica. I personaggi sono: Ibrahim Ferrer, cantante, Ruben Gonzalez, chitarrista, Manuel "Puntillita" Licea, pianista, Omara Portuondo, l'Edith Piaf cubana, Manuel Galban, chitarrista. E altri. Tutti oltre gli ottanta, qualcuno oltre i novanta. Il regime di Castro, inibendo loro il resto del mondo, li ha costretti a una vita povera anche se non infelice: lo dicono continuamente "la fortuna di essere cubano". Recensione ❯
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Per celebrare il 10° anniversario della celebre serie anime, l'attesissimo film sul mondo della pallavolo continuerà la sfida tra i rivali più amati dai fan, Karasuno e Nekoma. Espandi ▽
Nonostante un avversario forte, la squadra di pallavolo dell'High Karasuno avanza oltre il turno preliminare del torneo Harutaka nella prefettura di Miyagi per raggiungere il terzo turno. Recensione ❯
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Un famoso killer professionista lavora ora per polizia. Decide di infrangere le regole quando decide di aiutare una donna. Espandi ▽
Gary Johnson è il killer professionista più ricercato di New Orleans. Chi lo assolda per uccidere la moglie o un socio ingombrante, però, farebbe meglio a guardarsi le spalle. Johnson, infatti, dietro i tanti travestimenti che indossa, è un professore universitario e un collaboratore della polizia. Dotato di un talento naturale per l'interpretazione drammatica, incastra uno dopo l'altro i suoi malcapitati clienti e li consegna alla giustizia. Le cose si complicano, però, quando incontra e s'invaghisce della bella Madison, disposta a tutto pur di liberarsi di un marito violento.
Hit Man è a tutti gli effetti una commedia romantica travestita da thriller poliziesco, in cui il gioco degli equivoci è pompato da un'altissima posta in gioco, e ogni conversazione, ogni mossa, richiedono una performance impeccabile da parte degli attori in gioco.
Commedia degli omicidi, con una sceneggiatura da applausi, il film mette in scena il denominatore comune che esiste tra l'arte dell'esistenza e quella dello spettacolo, per il tramite di un Laurence Olivier del lavoro sotto copertura. Il risultato è un susseguirsi teso e divertente di colpi di scena e di duetti e triangoli eccellenti. Recensione ❯
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La storia di Eugenie, stimata cuoca, e di Dodin, il raffinato gourmet con cui ha lavorato negli ultimi 20 anni. Espandi ▽
Sul finire del XIX secolo in Francia Eugenie, cuoca sopraffina, e Dodin-Bouffant, famoso gastronomo, lavorano fianco a fianco da vent’anni. Il loro è un rapporto di reciproca fiducia che progressivamente si è trasformato in una relazione sentimentale. Eugenie però si ritrae dinanzi all’idea che si consolidi in un matrimonio. Lui però non ha intenzione di arrendersi e si muove, per ottenere il risultato desiderato, sul terreno che li accomuna: la cucina. Il rapporto tra cinema e cibo è ormai di lunga data ma un film come quello diretto da Tran Anh Hung segna decisamente una svolta in quello che è diventato quasi un sottogenere. Fin dalle prime inquadrature, e per l’intera durata del film, vegetali, carni e tutto ciò che contribuisce alla riuscita di un piatto (ivi compreso un profluvio di pentole in rame) sono al centro dell’inquadratura e vengono portati sullo schermo grazie ad uno sguardo che è al contempo tecnicamente attento e sensorialmente partecipe. Su questo pentagramma sensoriale si sviluppano le note di un autunno della vita che vede due persone (una delle due preferisce l’estate mentre l’altra finisce con l’amarle tutte) comunicarsi sentimenti attraverso l’attenzione che mettono nella preparazione dei piatti. Recensione ❯
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Maria incarna il femminile moderno in questa evocativa anti-narrazione che denuncia la scomoda e secolare realtà della misoginia. Drammatico, Italia2023. Durata 105 Minuti.
A quarant'anni dall'uscita del libro di Barbara Alberti, questo film racconta Maria non più come spettatrice, ma come coraggiosa artefice della propria esistenza. Espandi ▽
Partendo dal romanzo omonimo di Barbara Alberti, Paolo Zucca dirige un’anti-narrazione mariana cercando una Maria più ‘vera’, più compiuta, a cui prova a restituire la sua condizione pienamente umana. Il film non è una speculazione femminista ma un’ipotesi che prova a riempire i buchi storici e a gettare uno sguardo nuovo su una grande figura femminile del primo cristianesimo. Zucca si prende più libertà sulla tradizione cristiana ma lo fa senza fare rumore. Non è un film ortodosso Il Vangelo secondo Maria ma un film esitante, instabile su cui pesa il sole del Mediterraneo. Immerso in un realismo straordinariamente evocativo e poetico, è affollato di personaggi, uomini e donne del popolo che formano una galleria di ritratti pasoliniani e autentici. Un femminile moderno e più complesso – si tratta della donna prima della Madre - che denuncia la secolare e scomoda realtà della misoginia. Perché nel lontano passato le cose erano altrettanto complicate, altrettanto intrise di potere, privilegi e politica. Le voci sovversive le ascoltiamo solo cercando diligentemente ai margini, guardando con attenzione tra immaginazione e realtà. Recensione ❯
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La Terra cade sotto i colpi degli invasori da Illumidas. Ad Harlock e ai suoi amici non resta che la resa, ma le parole di Maya attraverso la sua radio clandestina infondono coraggio nei cuori dei terrestri, incitandoli a una disperata rivolta. Recensione ❯
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Una storia di amicizia e di emancipazione in un tempo e un luogo dominati ancora da una radicata cultura patriarcale. Espandi ▽
La seconda guerra mondiale è finita ma in un piccolo paese della Calabria nulla sembra essere cambiato se non sul piano politico. Marta, che ha avuto un bambino da un ragazzo morto successivamente in guerra, dovrebbe sposare un vedovo che non ama. Lorenzo è il sacrestano del parroco il quale, pur consapevole della sua omosessualità, si avvale della sua professionalità. I pregiudizi però non mancano sia ne i confronti dell’uno che dell’altra che, per di più, cerca una strada nel mondo del lavoro. L’opera prima di Daniela Porto, che ha scritto e diretto il film con Cristiano Bortone, affronta con empatia i diversi aspetti della discriminazione. Il loro è un film che non fa sconti a nessuno prendendo le mosse dal libro omonimo di Daniela Porto. Recensione ❯
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Un debutto curioso fatto di ritmi pacati e momenti sospesi, che guarda al cinema gentile di Moretti e Di Gregorio. Drammatico, Italia2023. Durata 88 Minuti.
Indecisioni, timidezze, distrazioni e clamorose maldestrezze dei giovani, raccontati al suo esordio nella regia da Filippo Barbagallo, anche autore della sceneggiatura e interprete. Espandi ▽
Lungometraggio di debutto scritto, diretto e interpretato da Filippo Barbagallo, Troppo azzurro è un film curioso, e la supervisione artistica di Gianni Di Gregorio è un segnale importante, perché il ritmo pacato, che segue l’indolenza del protagonista, ricorda quello del regista di Il pranzo di Ferragosto. Solo che qui parliamo di ventenni, e dunque l’inedia di Dario fa più impressione di quella di un boomer: ma è assolutamente realistica, perché molti ragazzi (maschi) della sua generazione sono spaventati dalla vita e si tirano indietro davanti ai rapporti con gli altri, in particolare quelli sentimentali. L’esordio alla regia di Barbagallo è il ritratto di un ipocondriaco dell’anima. E il neoregista, senza grandi velleità ma con molta gentilezza, fa bene il punto su un tipo umano che conosce, e che sembra essere molto frequente nella contemporaneità. Recensione ❯
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Francesco Lettieri ha realizzato un intero film sul cantante che - nonostante le varie teorie sulla sua identità - in questi anni è comunque riuscito a mantenere l'anonimato. Recensione ❯
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L'incontro sorprendente tra un giornalista francese e Salvador Dalí. Espandi ▽
Judith, giornalista, cerca di organizzare un'intervista con il celebre pittore Salvador Dalí, ma l'eccentricità dell'artista fa deragliare vari tentativi di incontro. Prima perché solo scritta e non in video, poi perché la telecamera non è quella giusta, in un'escalation di assurdità che si trasforma in un film grazie all'offerta del produttore Jérôme. Nel frattempo, le molteplici sfaccettature di Dalí continuano a spiazzare chiunque provi ad averci a che fare.
Con il suo ingresso che lo vede camminare lungo un corridoio che non finisce mai, il Salvador Dalí immaginato e omaggiato dall'inventiva scanzonata di Quentin Dupieux mette subito in chiaro che il film sfibra il tessuto temporale, rimescola cause ed effetti, abita in un tutt'uno di realtà e sogno.
L'assenza di progressione drammaturgica fa svanire qualunque parvenza di biopic, lasciando il campo a una piccola ma gustosa rêverie d'artista, un bozzetto circolare che sa come prendersi la scena e ancor più sa come abbandonarla rapidamente, con grazia. Recensione ❯
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La storia di uno stuntman che si ritrova a indagare sul caso di una persona scomparsa. Espandi ▽
Colt Seavers è uno stuntman e, come ogni stuntman che si rispetti, è pronto a tutto: farsi saltare in aria e sparare, schiantarsi, lanciarsi dalle finestre e da ogni altezza possibile. Tutto per il nostro divertimento. Ora però, reduce da un incidente che ha quasi messo fine alla sua carriera, si troverà davanti alla prova più difficile della sua vita: ritrovare una star del cinema scomparsa, smascherare una cospirazione e cercare di riconquistare l'amore della sua vita, pur continuando a svolgere quotidianamente il suo lavoro. Sarà pronto a essere l'eroe? Recensione ❯
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Un nuovo capitolo della saga de Il pianeta delle scimmie, che riprenderà molti anni dopo la conclusione del film del 2017 The War - Il pianeta delle scimmie. Espandi ▽
Il regista Wes Ball dà nuova vita all'epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell'ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani. Recensione ❯
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