Whispers in the Woods

Film 2025 | Documentario, 95 min.

Titolo originaleLe chant des forêts
Anno2025
GenereDocumentario,
ProduzioneFrancia
Durata95 minuti
Regia diVincent Munier
AttoriVincent Munier, Michel Munier, Simon Munier .
TagDa vedere 2025
DistribuzioneWanted
MYmonetro Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Vincent Munier. Un film Da vedere 2025 con Vincent Munier, Michel Munier, Simon Munier. Titolo originale: Le chant des forêts. Genere Documentario, - Francia, 2025, durata 95 minuti. distribuito da Wanted. Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento lunedì 20 ottobre 2025

Un documentario poetico nei boschi, tra animali e suoni ancestrali che trasforma la natura in meditazione su tempo, memoria e vita.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Una formidabile occasione di disintossicazione dal rumore e di rimettersi in proporzione rispetto all'immensità del cosmo.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
lunedì 20 ottobre 2025
Recensione di Raffaella Giancristofaro
lunedì 20 ottobre 2025

Un nonno, suo figlio e il figlio del figlio: Michel, Vincent (il regista) e Simon. Tre maschi di età diverse che condividono l'esperienza, più che consapevoli della sua rarità, di osservare da vicinissimo la natura. Rispettandola. Nelle foreste di conifere del dipartimento francese dei Vosgi, come a una base sicura dopo le loro esplorazioni, tornano in una baita di legno illuminata solo da candele. Tra i tre si compie la trasmissione della passione per animali e ambiente, in uno scambio continuo di saperi e curiosità. Un patrimonio di storie tramandate per via orale e di esperienze, rilevazione sul campo. Per Michel la scintilla è scattata, tanti anni prima, con l'avvistamento di un gallo cedrone, razza ormai scomparsa da quei territori.

L'intenzione che guida i tre, come rileva bene il titolo internazionale del francese Les chants de la foret ("I canti della foresta") è quella di nascondere il più possibile la propria presenza, non invadere: Whispers in the Woods ("Sussurri tra i boschi") sottolinea non tanto la presenza umana, ma la necessità di farsi da parte, di farsi piccoli, quali sono.

Perché a sussurrare, anche negli interni del loro piccolo chalet, sono gli uomini che non vogliono e non devono essere di disturbo e di allarme per gli animali; è la precondizione per poter far sì che l'animale si avvicini loro, o permetta loro di avvicinarsi. È una postura decisa, essere in ascolto della "foresta che canta", non in azione, in un gioco di sguardi che spesso ci sorprende lo spettatore del documentario naturalistico, ovvero ogni volta che la bestia fissa l'obiettivo, dopo essersi accorta che qualcuno la guarda.

Pazienza e lunghe attese ripagano: l'incontro con una lince, un gufo, una coppia di cervi che lottano, e molte altre epifanie, grandi e piccole, che compensano appostamenti scomodi e umidi. E danno a volte anche i brividi di paura, di fronte a esseri che nel migliore dei casi abbiamo visto solo tra le pagine di libri o fumetti (come Il viaggio di Shuna di Hayao Miyazaki, che si intravede velocemente letto da Simon). Animali pazientemente accreditati sui titoli di coda, in parità con gli attori di specie umana.

Sospeso tra i codici documentaristici - con suggestivi piani fissi, come la sequenza d'inizio, di conifere avviluppate in nebbie dissolventi, come in un dipinto romantico ottocentesco - e una sorta di sceneggiatura in cui i dialoghi tra familiari assomigliano a una fiaba sapienziale, Whispers in the Woods è anche una formidabile occasione, che la visione in sala esalta al massimo, di disintossicazione dal rumore, che oggi non è più solo urbano ma ormai invade ogni spazio, anche periferico.

Teorizza il mettersi in ascolto come la reale pratica ecologica, il lasciare che "i canti della foresta" possano trovare il loro spazio e ritmo, senza delle gerarchie: dal più piccolo gufo al sorprendente richiamo del canto del gallo cedrone.

Fatta eccezione per qualche misurato intervento musicale e lo score etereo di Warren Ellis (come nel precedente, ma estremamente più parlato La pantera delle nevi), il dato sonoro non prevale su, ma precede quello visivo, ristabilisce una complementarietà che rifiuta l'urgenza dell'occhio di essere continuamente soddisfatto, intrattenuto; abbraccia la consapevolezza di darsi tempo per cogliere il dettaglio, l'immediatamente invisibile agli occhi, appunto.

Ricco di spunti didattici e pensato, in una schematica tripartizione, come un romanzo di formazione, Whispers in the Woods ricorda l'irrilevanza dell'umano ("siamo in ciò che passa"), la continuità di vita e morte, che si riflette nel passaggio di testimone e di saperi tra generazioni ma anche nel ciclo degli esseri viventi, quali le piante. Rimette in proporzione l'uomo rispetto all'immensità del cosmo, invita al rispetto dell'ambiente a partire dall'imparare a percepirlo: un'esperienza sinestetica.

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Prisoner
Serie TV, Drammatico, Poliziesco - Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia, 2023, 6x60’

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FOCUS
INCONTRI
lunedì 20 ottobre 2025
Paola Casella

Whispers in the Woods è un documentario sui generis in cui un nonno, un padre e un figlio entrano nel bosco e osservano una serie di piante e di animali, accampandosi fra gli alberi ed entrando in profonda sintonia con la natura che li circonda. Il regista francese Vincent Munier è un fotografo naturalista che ha firmato in precedenza il pluripremiato La pantera delle nevi, vincitore del César 2022 come miglior documentario. Whispers in the Woods - presentato alla Festa del Cinema di Roma e prossimamente in sala - mette in scena un intenso dialogo fra tre generazioni, e insegna il rispetto per ogni essere vivente, in piena armonia con l’ambiente naturale.

Perché ha voluto girare questo film?
Il primo motivo è stato esprimere la mia gratitudine nei confronti di mio padre, e il desiderio di condividere con il grande pubblico quello che lui mi ha insegnato: avere un padre come lui è una fortuna straordinaria. Da lui ho imparato il comportamento corretto da mantenere quando ci si mette in contatto con la natura, ovvero l’umiltà necessaria degli esseri umani che devono mettersi esattamente allo stesso livello degli altri animali, con discrezione, annullandosi e rimanendo in silenzio per permettere a ciascuno degli abitanti di un certo luogo di far sentire la propria presenza. Il secondo motivo era il tentativo di prepararmi alla scomparsa di mio padre, che avverrà un giorno non lontano, e per me è stato molto importante riuscire a portare a termine il film con papà ancora in vita, anche se molto affaticato.

Chi è Annie, cui ha dedicato Whispers in the Woods?
È mia madre, il pilastro della famiglia come moglie, mamma e nonna. È sempre stata una presenza molto generosa e discreta, e la discrezione è fondamentale perché ciascuno possa svolgere il proprio ruolo.

Nel film il nonno e lei, più che tramandare, condividete con il bambino il vostro sapere. È bello questo accento sul non lasciare solo un’eredità per il domani, ma condividerla già nel presente, in un’epoca in cui invece i bambini vengono spesso lasciati da soli davanti a un cellulare.
Era proprio quello il nostro intento, senza voler dare lezioni morali. Volevamo mostrare come si possa vivere in sintonia con il sentire dei bambini, che si trovano di fronte a grandi angosce e paure rispetto al presente. È ciò che mi ha insegnato mio padre, letteralmente prendendomi per mano e accompagnandomi lungo il cammino della vita. Ed è ciò che cerco di fare anche per mio figlio, con l’aiuto di suo nonno.
 

NEWS
FESTA DI ROMA
lunedì 20 ottobre 2025
Raffaella Giancristofaro

Un’immersione intergenerazionale nella natura dei Vosgi che rimette in proporzione l'uomo rispetto all’immensità del cosmo. Vai all'articolo »

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