Tutto quello che resta di te

Dagli sfollamenti del '48 alla prima Intifada quarant'anni dopo, la regista americana palestinese inscena un dramma sulla (post)memoria familiare denso di umanità che si fa resistenza.

"Io sono il mare, nei miei abissi si trovano tesori. Hanno chiesto ai subacquei delle mie perle? Ma attenti, io perisco e lo stesso accade alle mie bellezze. E i vostri rimedi, sebbene limitati, sono la mia cura!" Chissà se abbia ancora senso parlare di cinema in mezzo a questa realtà gelosa delle sue stesse rappresentazioni. Allora le oltrepassa, nella gara tra chi si avvicina di più all'inimmaginabile. E in questo delirio dell'inverosimile cosa resta di un'immagine, l'osceno o il simulacro? Anche le ragioni del cinema, però, "riguardano l'uomo, la parte più profonda della nostra anima" ci ricorda l'editoriale di Aldo Spiniello sulla discussa Venezia 82, ai posteri forse la Mostra del "Leone sbagliato". [...]

di Lorenzo Nuzzo, articolo completo (2846 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 18 settembre 2025