| Anno | 2025 |
| Genere | Fantascienza, Avventura, Azione, |
| Durata | 107 minuti |
| Al cinema | 291 sale cinematografiche |
| Regia di | Dan Trachtenberg |
| Attori | Elle Fanning, Dimitrius Schuster-Koloamatangi, Reuben de Jong, Michael Homick Rohinal Nayaran. |
| Uscita | giovedì 6 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Walt Disney |
| MYmonetro | 3,48 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 novembre 2025
Una giovane donna e il temibile guerriero extraterrestre uniscono le forze per sopravvivere. Predator - Badlands è 3° in classifica al Box Office. mercoledì 12 novembre ha incassato € 79.201,00 e registrato 129.642 presenze.
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CONSIGLIATO SÌ
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Considerato ancora troppo giovane e debole dal fratello maggiore, Dek è uno Yautja che vuole disperatamente dimostrare il proprio valore e guadagnare il "mantello", ossia il sistema di invisibilità che fa della sua specie una delle più pericolose della galassia. Quando suo padre chiede la sua testa e suo fratello maggiore si oppone, il genitore decide che il fratello è a sua volta troppo debole per il clan e lo sfida in un duello mortale. Dek viene intrappolato nella nave del fratello, e il velivolo parte per "il pianeta più pericoloso dell'universo" dove si trova il mitico Kalisk, una creatura dotata di straordinarie capacità rigenerative che nessun Yautja è mai riuscito a uccidere. Su questo mondo ricchissimo di insidie, Dek troverà due inattesi alleati: una piccola creatura simile a un primate ma con un duro guscio sulla schiena; e un'androide rimasta senza gambe, incapace di camminare ma ricca di informazioni sul mondo in cui si trovano.
Predator - Badlands segna un nuovo tentativo di ripartenza per il franchise dedicato ai feroci cacciatori alieni e questa volta il protagonista è uno di loro.
L'idea più interessante non è però il ribaltamento di prospettiva bensì l'aver affiancato allo
stoico, determinato e vendicativo alieno un'androide disabile dall'inscalfibile buon umore.
L'inedita strana coppia, dove è Elle Fanning a fare la parte del leone con i suoi impeccabili
tempi comici, dona al film una vitalità che quasi non meriterebbe. Il progetto è infatti
contraddittorio e paradossale: gli antieroi combattono contro gli androidi di una
corporazione terrestre, ma il film segue un chiaro mandato corporativo Disney, ossia
riavvicinare a quello di Alien, andando a costituire una sorta di space monster universe.
Inoltre non manca di "carinerie" disneyane con la buffa creatura, che sembra già pronta
per diventare un giocattolo. Inoltre aver tolto di torno gli umani, sostituiti dagli androidi, ha
permesso al film in america di avere una visto di censura blando, nonostante non
manchino scene violente (ma esangui).
Tutto il contrario insomma del radicale ritorno alle origini del precedente Prey, del quale
resta solo una cosa: la capacità del regista Dan Trachtenberg di ideare e girare buone
scene d'azione con il cacciatore alieno. Qui portate per altro a un livello meno di tensione
e più immediatamente spettacolare, con grandi mostri, trappole e avversari pesantemente
armati assai più pericolosi per l'alieno dei nativi e dei coloni dello scorso film.
Il protagonista Dek però, oltre che interamente digitale come un orco di Warcraft
o un Na'vi Avatar, è costantemente iracondo e la sua furia, per quanto
giustificata dai torti subiti, va presto a noia. Tanto che i suoi successi, anche se ben
coreografati, non appassionano, sia perché mancano della reale prodezza atletica di una
scena d'azione con attori in carne e ossa, sia perché non hanno la stilizzazione di un film
animato in tutto e per tutto come Predator: Killer of Killers, prodotto dallo
stesso Trachtenberg.
C'è dunque un altro paradosso in Predator: Badlands, ossia che il film diventa
interessante solo quando all'alieno si affianca l'androide, che pur essendo una intelligenza
artificiale si rivela essere un personaggio più umano e complesso di lui. Lei gli è per altro
speculare, perché ha a sua volta problemi "di famiglia" ed è, come lui, considerata una
reietta. Nel suo caso la ragione non è fisica bensì una anomalia di programmazione, una
sorta di bug che le dà un carattere inconciliabile con quello richiesto dalla corporazione a
cui dovrebbe ubbidire: la monolitica Weyland-Yutani dei film di Alien. Un'altra androide,
sempre interpretata da Elle Fanning, è sulle sue tracce oltre che su quelle del Kalisk, e
finirà per scontrarsi con lei e Dek. Qui il film trova la sua scena migliore, quando l'androide
senza gambe ha modo di controllare degli arti inferiori separati da lei. Combatte così come
due metà distinte, torso e gambe, in scene che coniugano action e slapstick con divertita
originalità.
Eilà, un film con un bell'intrattenimento vecchia scuola. Niente porcherie woke, niente scene action di gente che se la tira (Marvel). Tutto bellissimo, er..., no! La cosmesi ha fatto un buon lavoro. Il veleno woke c'è, ma non si vede tanto nel front end. Di primo acchitto il film funziona benissimo. O sembra. E' azione continua e sempre ben fatta.
PREDATOR: BADLANDS.Settimo lungometraggio dedicato allo Yautja pi? famoso al mondo (esclusi gli Alien vs Predator) e il terzo diretto da Dan Trachtenberg dopo Prey e Predator: Killer of killers. Fortunatamente questo ha visto la sala cos? da poterne fruire meglio di una bellezza visiva davvero niente male.Il giovane Predator Dek si allena col fratello Kwei sul pianeta Yautja Prime per diventare pi? [...] Vai alla recensione »
Il tentativo di Trachtenberg di riportare il famoso cacciatore alieno ad un nuovo blocco di partenza ? apprezzabile.Io sono nato il 1987, non a caso l'anno in cui il primo predator veniva proiettato nelle sale e posso affermare di aver visto almeno 100 volte uno Yautja sullo schermo. Pertanto, da fan accanito, mi sento di muovere qualche appunto. Uno Yautja non parla ma agisce, uno Yautja non ha sentimenti [...] Vai alla recensione »
Dek è uno Yautija, un alieno la cui cultura è costruita intorno all'onore, alla forza e alla caccia spietata data alle creature più pericolose dell'universo. Ma Dek è anche un debole, o almeno così lo giudica il padre che, di fronte alle sue lacune in combattimento, decide che deve morire. Il fratello, Kwei, sceglie invece di difenderlo anche a costo della vita per lasciargli il tempo di fuggire su [...] Vai alla recensione »
Nonostante l'incipit metta in scena una rapida catena alimentare aliena molto darwiniana, il vero film inizia subito dopo, protagonista un Predator adolescente poco maschio alfa con grande scorno del padre-padrone e del fratello guerriero, che, per non eliminarlo come vorrebbero le crudeli regole del clan, lo invia a costo della propria vita su un pianeta selvaggio dove potrà cacciare e riportare poi [...] Vai alla recensione »
La saga di Predator (quelli colti dicono "franchise") giunge al settimo film, cui vanno aggiunti i due Alien vs. Predator, non indimenticabili. I migliori restano il primo con Arnold Schwarzenegger, datato 1987, e il quinto del 2022, Prey, dove i micidiali mostri lottavano con i Comanche (un'affascinante divagazione western). Il "Predator", a nostro parere, funziona meglio quando interagisce con gli [...] Vai alla recensione »
Diciamolo subito: "Predator: Badlands" non è veramente un film della saga di "Predator". Se partiamo da questo assunto, il film diretto da Dan Trachtenberg ("Prey"), nel suo complesso, potrebbe anche risultare divertente. Se invece ci rechiamo al cinema aspettandoci di vedere le gesta di una delle razze aliene più crudeli della storia del cinema, la delusione diventa cocente.
In Predator: Badlands di Dan Trachtenberg la natura selvaggia e indomabile si ribella allo sfruttamento e alle logiche estrattive delle grandi corporation terrestri. Nel settimo episodio della saga cinematografica (se non vogliamo contare i due crossover Alien Vs Predator) iniziata nel 1987, in uscita oggi, il protagonista è Dek (Dimitrius Schuster Koloamatangi), un giovane Yautja - nome della razza [...] Vai alla recensione »
Il cacciatore cosmico Predator ce lo ricordiamo fin dal primo film del 1987 in cui Schwarzenegger puniva la sua sicumera facendolo esplodere in una giungla dell'America Centrale. Torna il mostro delle stelle che prendeva a mazzate pure l'Alien (lo raccontava Alien vs. Predator nel 2004 dove c'era pure il nostro Raoul Bova), protagonista dell'interessante Predator: Badlands, nono film della saga lunga [...] Vai alla recensione »
Il suo Prey (qui la recensione) era stato una boccata d'aria fresca nel franchise, comprensibile che fosse ancora il Dan Trachtenberg di 10 Cloverfield Lane a dirigere il nuovo capitolo, soprattutto dopo il Predator - Killer dei Killer animato - e disponibile su Disney+ - realizzato insieme a Joshua Wassung. Questa la premessa di Predator: Badlands, l'ultimo capitolo dell'universo tenuto a battesimo [...] Vai alla recensione »
La produzione di Predator: Badlands è stata accolta con una certa diffidenza, nonostante la longeva popolarità del franchise e la conferma di Dan Trachtenberg alla guida del progetto. L'acquisto della Fox dalla parte della Disney aveva subito fatto pensare all'addomesticamento dello spietato yautja. Il riscontro positivo della serie animata Killer of Killers (2025) aveva acceso la speranza che il personaggi [...] Vai alla recensione »
La famiglia genera e protegge i mostri. Assai distante dai linguaggi e dalle istanze del cinema drammatico, Predator: Badlands di Dan Trachtenberg - nono lungometraggio dell'ormai storico franchise Predator, avviato nel lontano 1987 da John McTiernan sotto il segno del fortunato trio Jim Thomas, John Thomas e Arnold Schwarzenegger - sembra dimenticare almeno in parte i propri codici di riferimento, [...] Vai alla recensione »
A riportare sui grandi schermi il termine badlandas ci ha pensato di recente Scott Cooper col suo Springsteen - Liberami dal nulla, incentrato sulla prima depressione maggiore della vita del Boss culminato con la pubblicazione del capolavoro musicale Nebraska, la cui title-track traeva forte ispirazione tanto dalle undici vittime della folie à deux del killer Charles Raymond Starkweather e della sua [...] Vai alla recensione »
Il continuo, eterno ritorno hollywoodiano a quelli che potremmo definire "miti fondativi" dell'odierno immaginario pop - qui intesi in senso relativo, ovviamente, e sviluppatisi in gran parte negli anni '80 - non ha risparmiato neanche una saga come quella di Predator. Un prodotto, quello di John McTiernan, nato principalmente per valorizzare i muscoli di Arnold Schwarzenegger e capitalizzare, contemporanea [...] Vai alla recensione »